I prosumer, cioè coloro che sono sia produttori che consumatori di elettricità, sono destinati ad assumere un ruolo sempre più centrale nei prossimi anni. E assieme a loro potrebbe diffondersi anche il fenomeno delle “batterie virtuali”.
I prosumer, infatti, non sempre riescono o possono permettersi di installare un sistema di accumulo assieme al proprio impianto FV domestico o residenziale. In questi casi, possono avvalersi di un servizio di batteria virtuale, che rappresenta un uso differito dell’elettricità FV autoprodotta tramite un servizio “di accumulo” a pagamento offerto da terzi.
Cerchiamo di analizzare brevemente questa tendenza e cosa comporti.
Perché ricorrere a batterie virtuali?
Le proiezioni indicano che entro il 2050 circa 57,6 milioni di famiglie nell’Unione Europea potrebbero diventare autoconsumatori. Anche in Italia è in corso una forte crescita del “prosuming”, con stime che prevedono 1 milione di utenze in autoconsumo entro il 2025, secondo la Commissione europea.
Un punto cruciale nello sviluppo delle energie rinnovabili sarà la capacità di garantire una maggiore flessibilità nei consumi e di offrire soluzioni per l’energia in eccesso prodotta nei giorni soleggiati, rendendola disponibile per un utilizzo successivo, cioè durante la notte o nei mesi invernali.
Tuttavia, per il momento, l’accesso alle batterie fisiche, che permetterebbero questo tipo di accumulo, rimane difficile e costoso per molte famiglie. In Italia, inoltre, si sono riscontrate sfide tecniche nel collegamento delle batterie fisiche agli impianti elettrici.
Di conseguenza, stanno emergendo soluzioni innovative come le batterie virtuali, che sono un’alternativa potenzialmente più accessibile ed economicamente vantaggiosa per i cittadini.
È tuttavia fondamentale valutare questa opzione con attenzione per comprenderne appieno i benefici e le eventuali limitazioni.
Come funziona il servizio?
La batteria virtuale richiede solitamente di cambiare fornitore e di sceglierne uno che offra questo sistema, che funziona tramite un abbonamento mensile.
Ad esempio, in Italia, Energit propone un pacchetto di 900 kWh/anno, suddiviso in 12 rate mensili da 75 kWh ciascuna, con un costo annuo prepagato di 199 euro + Iva per punto di prelievo. Questo pacchetto include i costi di consumo per 900 kWh sull’intera struttura tariffaria.
Come spiegato dell’azienda in maniera molto trasparente, la batteria è un servizio commerciale che si basa su un’attività sottostante di trading: la batteria virtuale è un acquisto di energia elettrica prepagato che permette al cliente di fissare in anticipo il costo dell’energia elettrica sull’intera struttura tariffaria a consumo per la durata dell’abbonamento (12 mesi).
Il consumatore può scegliere un profilo estivo o invernale per adattare la batteria virtuale ai propri consumi e ottimizzare l’uso dell’energia. I consumi coperti dalla batteria virtuale, per esempio l’inverno, saranno azzerati in bolletta, con un costo di 0,00 €/kWh ogni mese.
In sostanza, la batteria virtuale è una sorta di contratto per differenza, secondo cui la società che offre il servizio e il prosumer concordano un prezzo fisso per l’energia elettrica, dove il rischio di volatilità dei prezzi ricade principalmente sulla società che offre il servizio.
Per chi è più adatta la batteria virtuale?
Come spiegato da Enogrid, una start-up francese specializzata nell’autoconsumo collettivo, la batteria virtuale può offrire un beneficio per i cittadini.
Tuttavia, questo beneficio non è sempre garantito; è quindi fondamentale valutare con attenzione i potenziali vantaggi e considerare attentamente le diverse opzioni disponibili per il prosuming, caso per caso.
In particolare, un fattore cruciale è lo stato del mercato energetico, che può influenzare significativamente il valore della batteria virtuale. Esiste infatti un’asimmetria di interessi legata al mercato: per le società acquirenti che offrono il servizio di batteria virtuale, è più vantaggioso se i prezzi dell’energia sono elevati. Al contrario, per i prosumer è preferibile che i prezzi siano bassi al momento della stipula del contratto.
Tutto dipende, quindi, dalla capacità di negoziare un prezzo adeguato alle condizioni del mercato, cosa che richiede un’analisi approfondita.
In generale, la batteria virtuale, insieme al cambio di fornitore e alle tariffe flessibili, è destinata dunque a un pubblico informato, capace di comprendere e valutare attentamente le diverse opzioni disponibili. In questo contesto, come evidenziato da Enogrit, è fondamentale da parte delle aziende fornire informazioni sui rischi legati alla volatilità dei prezzi.
Alcuni avvertimenti
Un altro aspetto da considerare riguarda il fatto che alcune aziende offrono il sistema della batteria virtuale insieme all’installazione dell’impianto fotovoltaico, includendo il costo del servizio di accumulo nel pacchetto.
Questo può diventare un rischio per le persone, poiché il periodo di ammortamento può arrivare fino a 20 anni.
In un mercato ancora instabile e caratterizzato da forti oscillazioni, come quelle dovute ai costi energetici elevati del 2022, esiste infatti un rischio di fallimento dell’azienda, cosa che potrebbe comportare una perdita economica significativa per chi ha installato il sistema fotovoltaico.
È inoltre fondamentale per le aziende che sviluppano servizi di batteria virtuale, come osservato in altri casi, evitare “narrazioni” pubblicitarie e di marketing che potrebbero incentivare sovrapproduzione, sovraconsumo o un consumo non sufficientemente aderente agli orari di generazione.
Questi comportamenti risultano controproducenti rispetto all’obiettivo di flessibilità, essenziale per la sicurezza della rete e per massimizzare il consumo di energia rinnovabile a beneficio dell’ambiente.
Anche nell’uso della batteria virtuale, insomma, il consumo energetico deve essere guidato dalla consapevolezza e dalla responsabilità.