Senza batterie, nel giro di sei anni l’Europa rischia di sprecare elettricità pulita da eolico e fotovoltaico per una quantità pari ai consumi di un Paese da quasi 37 milioni di abitanti, come la Polonia.
Lo storage, invece, farebbe risparmiare al blocco Ue circa 9 miliardi all’anno sull’import di gas, migliorando nel contempo l’equilibrio del sistema elettrico e la convenienza del fotovoltaico.
A sottolinearlo è il nuovo report Ember pubblicato oggi, “EU battery storage is ready for its moment in the sun”, che come da titolo analizza l’opportunità dell’accoppiata solare-batterie a livello Ue (documento in basso).
Come anticipato, si stima che, contando le eccedenze di produzione a livello orario, senza una crescita significativa della capacità di accumulo, fotovoltaico ed eolico nel 2030 potrebbero superare la domanda interna di 183 TWh, equivalenti appunto al consumo energetico annuo della Polonia e a circa il 40% della generazione totale da gas fossile dell’Ue dell’anno scorso.
Flessibilità, batterie e migliori interconnessioni potrebbero invece permettere di usare questa energia pulita in eccesso per rimpiazzare gas fossile, tagliando la bolletta del gas comunitaria di circa 9 miliardi.
La rivoluzione in atto
Il fotovoltaico, si premette, ha visto le nuove installazioni crescere di oltre il 40% per tre anni consecutivi tra il 2021 e il 2023.
Tra agosto 2023 e luglio 2024, la produzione da FV nelle ore di punta è andata oltre l’80% della domanda in nove paesi e in alcuni, come Paesi Bassi e Grecia, in alcuni episodi ha superato anche del 100% i consumi.
Con la crescita di FV ed eolico, cala il consumo di gas e carbone: i combustibili fossili hanno generato il 17% in meno di elettricità nella prima metà del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Gas e carbone nei primi sei mesi di quest’anno sono scesi al 27% della produzione elettrica totale Ue, dietro a eolico e solare, che assieme sono al 30%, mentre le rinnovabili nel complesso sono oltre il 50% (come da ultima relazione sullo stato energetici dell’Unione).
Nei dodici mesi fino a luglio 2024 (incluso), eolico e FV hanno prodotto più della metà dell’energia dell’Ue nel 7% delle ore, rispetto a solo il 2% delle ore dei dodici mesi precedenti.
Prezzi elettrici e cannibalismo
I prezzi a zero o negativi stanno diventando più comuni in tutta Europa e si sono verificati praticamente ovunque nell’Ue negli ultimi 12 mesi. Caso limite è la Spagna, che nella prima metà del 2024 ha registrato prezzi a zero o negativi nel 14% delle ore, rispetto a solo l’1% delle ore nella prima metà del 2023.
Nei Paesi Bassi, luglio 2024 ha visto un record del 12% di ore con prezzi a zero o negativi, mentre nell’inverno 2023-24 questi prezzi ci sono stati in media per il 3% delle ore e quasi esclusivamente di notte.
Altro sintomo dell’impatto del fotovoltaico sui mercati è lo spread di prezzo tra ore centrali e picco serale: nell’estate 2024, rispetto all’estate 2023, in paesi come Grecia e Ungheria è cresciuto da 71 €/MWh a 262 €/MWh e da 102 €/MWh a 397 €/MWh.
Questo ampliamento degli spread di prezzo nell’arco della giornata rafforza il business case per le batterie, che possono generare ricavi dall’arbitraggio dei prezzi, acquistando energia a basso costo e vendendola quando i prezzi sono più alti.
Nel contempo, sottolineano gli autori del report Ember, lo storage può abbassare i prezzi di picco, creando maggiore concorrenza agli impianti a gas e sostenendo invece i valori nelle ore di produzione del fotovoltaico, migliorando dunque la sostenibilità economica del solare e contrastando l’effetto cannibalismo (cioè il calo dei prezzi nelle ore centrali, dovuto proprio alla crescente penetrazione FV).
La prospettiva al 2030
In questo contesto, gli accumuli sarebbero sempre più preziosi: già oggi, è l’esempio che si fa, con 2 GW di batterie in più la Germania avrebbe potuto evitare in un solo mese, giugno 2024, fino a 2,5 milioni di euro di spesa per il gas.
Senza flessibilità e accumuli, entro i prossimi sei anni, quel che sta accadendo oggi in Paesi Bassi e Grecia, cioè che in certe ore dell’anno la produzione eolica e solare superi la domanda, accadrà regolarmente in tutta l’Ue.
I vari Pniec presentati (ieri abbiamo ricordato quelli di Spagna e Germania) prevedono, infatti, di triplicare la capacità solare e raddoppiare quella eolica a livello Ue (rispetto ai livelli del 2022), per raggiungere il 66% di rinnovabili nel mix elettrico.
Ember prevede che nel 2030 solare ed eolico soddisfaranno in media il 49% della domanda elettrica totale dell’Ue su base oraria, poco meno del doppio del loro contributo medio nel 2023, pari al 27%.
Nel giro di sei anni, vento e sole produrranno più elettricità dei consumi totali dell’Ue in circa il 4% delle ore e supereranno più della metà della domanda nel 35% delle ore, rispetto al 3% delle ore nel 2023 (vedi grafico sotto)
Le raccomandazioni
Il report cita come esempio la California, dove la capacità da batterie è cresciuta di tredici volte in cinque anni, raggiungendo 10 GW nell’aprile 2024, e ha rimodellato il modo in cui la rete è alimentata. Nello Stato il ruolo del gas nel picco serale nell’aprile 2024 è stato all’incirca dimezzato rispetto all’aprile 2021.
L’Europa dovrebbe seguire lo stesso percorso. Da qui le raccomandazioni di Ember alla nuova Commissione Ue: rimuovere le barriere alla co-localizzazione di storage e impianti Fer; implementare tempestivamente strategie nazionali di flessibilità pulita, a partire dai Pniec; garantire miglior accesso al mercato per storage e flessibilità della domanda; migliorare i dati sulla flessibilità e la nella pianificazione del sistema energetico dell’Ue. Infine, serve pubblicare una strategia europea per la flessibilità pulita.
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