Fotovoltaico e prosumer, un futuro che si deciderà in pochi mesi

Nell’ultimo rapporto di SolarPower Europe sull’evoluzione del fotovoltaico in Europa, un capitolo è dedicato alla generazione diffusa con i piccoli impianti. In sintesi i punti che a breve dovranno essere ancora chiariti a livello di Unione europea.

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Tra le tendenze che plasmeranno il mercato globale del fotovoltaico, evidenziate nell’ultimo rapporto di SolarPower Europe (SPE, Global Market Outlook 2018-2022 allegato in fondo all’articolo), un punto particolarmente significativo riguarda la generazione distribuita da impianti FV.

Così, dopo aver visto le previsioni di SPE sull’andamento della nuova potenza installata nei prossimi anni in Italia e negli altri paesi, oltre alle stime sull’evoluzione delle varie tecnologie e dei relativi costi, cerchiamo di capire quale potrebbe essere il futuro dei sistemi fotovoltaici di taglia ridotta.

Un futuro che inizia a definirsi spingendo all’ottimismo, si legge nel rapporto, perché le istituzioni europee in questi mesi hanno concordato alcuni aspetti cruciali della nuova direttiva per le fonti rinnovabili, tra cui il riconoscimento del diritto di autoprodurre, accumulare e scambiare elettricità con piccoli impianti, senza essere “puniti” da oneri o tasse (vedi QualEnergia.it).

Tuttavia, evidenzia SPE, restano alcuni elementi da chiarire con urgenza, se si vuole sbloccare appieno il potenziale delle reti energetiche diffuse, più flessibili e “democratiche”, imperniate sul ruolo attivo degli utenti (prosumer: singoli cittadini o intere comunità dell’energia), che possono acquistare e vendere chilowattora generati con i pannelli solari e immagazzinati nei sistemi di accumulo.

Ecco quali in sintesi:

  • Creare dei mercati “Fit-for-RES”, cioè pronti ad accogliere tutti i tipi di impianti rinnovabili, sia quelli grandi sia quelli di taglia inferiore, sotto 500 kW, in modo da favorire la loro partecipazione ai diversi servizi per la rete (gestione della domanda, energia di backup e così via).
  • Promuovere gli sviluppi tecnologici legati alle piccole fonti rinnovabili, tra cui, in particolare: generazione FV in loco con batterie integrate, ricarica intelligente dei veicoli elettrici (smart charging), soluzioni di domotica, reti digitali anche basate sui protocolli blockchain.
  • Restringere l’utilizzo dei meccanismi di capacità che continuano a remunerare la potenza resa disponibile dai vecchi impianti fossili a gas/carbone, accelerando invece la transizione verso un sistema elettrico più decentralizzato e “verde”, anche definendo un criterio di sostenibilità ambientale – massimo 550 grammi di CO2 per kWh è una delle proposte circolate finora – da riservare agli impianti che possono accedere al capacity market. Questo è un altro tema controverso che sarà affrontato nuovamente dai ministri Ue al Consiglio Energia di dicembre.

SPE Global Market Outlook 2018-2022

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