Riforma tariffe non domestici, il Commissario UE all’Energia: “si tutelino rinnovabili e prosumer”

Il Commissario europeo all'Energia, Miguel Arias Cañete, interviene sulla riforma messa in Consultazione dall'Autorità per l'Energia italiana e sulla normativa dei SDC. “Le direttive su rinnovabili ed efficienza energetica impongono di non penalizzare autoconsumo e fonti pulite”, ha detto il Commissario.

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La direttiva europea sulle rinnovabili e quella sull’efficienza energetica richiedono che le tariffe elettriche non penalizzino l’elettricità da fonti rinnovabili, riflettano correttamente i costi e i benefici della produzione elettrica da fonti rinnovabili connesse alla rete, in particolare quella in bassa tensione, e promuovano i comportamenti cost-effective dei prosumer (gli utenti che sono anche produttori di elettricità, come chi ha un impianto fotovoltaico sul tetto di casa, ndr).”

Sembrerebbe proprio un’apertura, seppur cauta, in difesa dell’autoproduzione da fotovoltaico quella che arriva dal Commissario europeo all’Energia, Miguel Arias Cañete, intervenuto su un tema cruciale per l’energia pulita in Italia: quello della riforma attualmente in consultazione sulle tariffe dei clienti non domestici e delle regole sugli SDC, i Sistemi di Distribuzione Chiusi (vedi allegati in basso).

A sollecitare l’intervento della Commissione sulle norme italiane una lettera inviata dagli europarlamentari Dario Tamburrano e David Borrelli (entrambi M5S – EFDD e membri della Commissione Industria, Ricerca ed Energia dell’Europarlamento) e dai senatori dell’M5S Gianni Girotto e Gianluca Castaldi.

Nella missiva, i quattro presentano al Commissario all’Energia le criticità che ben conosciamo: la riforma che si sta attuando sulle tariffe elettriche dei clienti non domestici, spostando i costi verso le parti fisse, potrebbe essere esiziale per autoproduzione da fotovoltaico e altri investimenti per ridurre i prelievi dalla rete (QualEnergia.it, Spostamento oneri “non domestici”, ipotesi e possibili impatti sul fotovoltaico).

Mentre le regole che l’Autorità ha posto sugli SDC (con la delibera 539/2015) di fatto vietano questa configurazione, rendendo impossibile, ad esempio, servire con un unico impianto fotovoltaico più utenze in un unico edificio, cosa che in molte situazioni è indispensabile per adempiere agli obblighi di rinnovabili nei nuovi edifici, poste proprio dall’UE.

Cañete, nella sua risposta premette che “i costi fissi rappresentano una parte maggioritaria della struttura di costo della rete”, dato che che l’adeguatezza di questa dipende soprattutto dagli investimenti sulle infrastrutture e per questo “è giustificata e necessaria” la presenza di componenti fisse nelle bollette, “per assicurare la sostenibilità sul lungo termine delle reti, come stabilito dalla direttiva UE sulle reti elettriche, ma anche per un’equa allocazione dei costi tra i consumatori”.

Poi però, come anticipato nell’attacco specifica che rinnovabili e comportamenti efficienti dei prosumer vanno tutelati

Anche la nostra Autorità per l’Energia, peraltro, nel documento di consultazione sulla riforma afferma che l’opzione di riforma che sarà scelta dovrà garantire, tra gli altri aspetti, “stimolo agli investimenti in sviluppo di fonti rinnovabili e in efficienza energetica degli usi finali” e “in sistemi di accumulo.” Ma come abbiamo visto sembra che l’Autorità voglia privilegiare maggiormente le soluzioni efficienti r a rinnovabili che fanno consumare più elettricità, cioè le pompe di calore, rispetto a quelle che evitano i prelievi, come il FV.

Che la Commissione ammetta la necessità di tutelare l’autoproduzione da rinnovabili è particolarmente importante anche per un’altra questione vitale per il fotovoltaico e i SEU in generale, quella dell’esenzione dagli oneri di sistema dell’energia autoconsumata.

La questione sollevata è nota ai lettori di QualEnergia.it (Oneri su autoconsumo e norme UE su aiuti di Stato: cosa succederà in Italia?): nella risposta a un’altra interrogazione parlamentare, data lo scorso 12 gennaio, il Ministero faceva intendere che le linee guida europee sugli aiuti di Stato 2014-2020 imporrebbero una modifica della normativa italiana sui SEU, che esonera l’energia autoconsumata dal pagamento degli oneri di sistema.

Su questo tema di recente è arrivata anche una rassicurazione da parte della viceministra allo Sviluppo Economico con delega all’energia, Teresa Bellanova: “Tra gli strumenti di sostegno alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica, certamente vi sono anche le attuali esenzioni dal pagamento degli oneri di sistema, che l’Italia ha previsto per i sistemi di distribuzione chiusi e per i SEU – sistemi efficienti di utenza – e che oggi le nuove Linee guida UE sugli Aiuti di Stato per l’energia e l’ambiente (in vigore dal 1o luglio 2014) intendono armonizzare”, aveva spiegato la la responsabile del MiSE.

“L’adeguamento delle regole – aveva aggiunto – non significa che vi sia l’intenzione di privare gli impianti di generazione distribuita di ogni beneficio tecnico ed economico. Il Ministero dello sviluppo economico ha infatti ben presente l’importanza delle esenzioni dal pagamento degli oneri per l’autoproduzione efficiente, diffusa in molti settori produttivi, e per la generazione rinnovabile distribuita. Pertanto sta sostenendo in Europa, insieme ad altri Paesi come la Germania, le ragioni di un’attuazione delle nuove Linee Guida che salvaguardi questi obiettivi di politica energetica.”

Dalla parte dei prosumer, infine, si è schierato anche il Parlamento UE che di recente ha votato due risoluzioni chiedendo alla Commissione di fissare obiettivi vincolanti più ambiziosi in tema di rinnovabili ed efficienza energetica al 2030 e di titolare il diritto all’autoproduzione energetica.

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