Energy storage, anche per Standard & Poor’s il settore è strategico

L'agenzia di rating, in un nuovo report destinato agli investitori, sottolinea come i sistemi i accumulo siano un settore strategico per la transizione energetica e prevede un boom. Le batterie hanno grandissime potenzialità di sviluppo, avverte, ma possono anche danneggiare qualcuno.

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I sistemi di accumulo sono certamente un settore chiave per la transizione energetica e il calo dei prezzi delle batterie sicuramente aprirà praterie sconfinate per queste applicazioni. Non ci sorprende dunque che a dedicare un report a questa tecnologia arrivi anche Standard & Poor’s (S&P).

L’agenzia di rating, in un nuovo report destinato agli investitori, sottolinea come i sistemi di accumulo siano un settore strategico: hanno grandi potenzialità di sviluppo, ma possono danneggiare qualche soggetto specifico, come le utility.

Citando l’International Renewable Energy Agency (IRENA), S&P ricorda che saranno necessari 150 GW di storage entro il 2030 se vogliamo arrivare ad avere il 45% dell’elettricità da rinnovabili.

Molti player, fa notare l’agenzia di rating, si stanno buttando in questo settore. Tra gli esempi, S&P fa quello dell’acquisizione da parte di Total del gruppo Saft, specializzato nella produzione di batterie al nickel e agli ioni di litio e quella dell’azienda statunitense delle batterie Green Charge da parte dell’utility Engie.

L’espansione del mercato delle batterie, prevede Standard & Poor’s, sarà spinta da nuovi passi in avanti nelle tecnologie e dai volumi di produzione.

Attenzione però, avverte, il boom dei sistemi di accumulo potrebbe portare a un calo delle revenue per le utility, dato che consumatori grandi e piccoli grazie alle batterie avranno sempre di più la possibilità di gestire per conto loro l’energia, anche autoproducendola con il solare.

Insomma, meglio prepararsi ad un futuro, che è già qui, è il messaggio di S&P liberamente tradotto da noi. D’altra parte al momento solo i costi frenano lo storage e questa barriera non reggerà per molto, stando alle previsioni.

Dal 2010, ci dicono i dati UNEP/BNEF, il prezzo medio delle batterie dei veicoli elettrici è sceso da 1.000 dollari per kWh ai 350 per kWh del 2015. Tra il 2014 e il 2015 la diminuzione media stimata è del 35%. 

Praticamente, secondo tutti gli osservatori, il calo dei prezzi non solo continuerà, ma accelererà: ad esempio per Goldman Sachs (primo grafico sotto) il prezzo delle batterie nei prossimi 5 anni scenderà di oltre il 60%, mentre per altri analisti (DoE e altri, secondo grafico in basso) le batterie al litio costeranno quasi la metà al 2020 rispetto ad oggi.

Altra previsione di un boom dei sistemi di accumulo è contenuta nel nuovo report di Bloomberg New Energy Finance di cui abbiamo parlato ieri.

La diffusione dei veicoli elettrici, si spiega, porterà a un calo dei costi delle batterie al litio e il mercato dell’energy storage stazionario al 2040 arriverà ad un giro d’affari di 250 miliardi di dollari l’anno, mentre la capacità di accumulo “dietro al contatore” passerà dai circa 400 MWh attuali a 760 GWh, cioè aumenterà di 1.900 volte, a aprtire da oggi.

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