Giovedì, 26 maggio 2022, ore 15,30-19,30
c/o Biblioteca del Senato della Repubblica “Giovanni Spadolini” – Piazza della Minerva, 38 (Roma)
La crisi energetica determinata dall’invasione russa dell’Ucraina pone definitivamente l’Italia di fronte al problema pluridecennale della mancata autosufficienza. In questo scenario un ruolo centrale rispetto al nuovo mix energetico lo avranno le fonti rinnovabili.
La roadmap che, attraverso il PNRR, il Governo italiano ha tracciato è chiara: entro il 2030 è necessario installare almeno 70 GW di potenza da rinnovabili per avere una copertura da queste fonti del 72% per la parte elettrica. L’Italia, però, negli ultimi anni ha installato solo 0,8 GW di potenza media annua, di questo passo vedremo raggiunti gli obiettivi necessari non prima del 2100.
La burocrazia è uno dei principali problemi che attanagliano il settore green: dalla discrezionalità nelle procedure di Valutazione di impatto ambientale alle diverse norme regionali che procurano anche contenziosi, passando per i blocchi delle sovrintendenze e finendo con la lentezza del processo autorizzativo. Per velocizzare l’iter il Parlamento ha approvato diverse norme contenute per esempio nel Decreto Semplificazioni bis e nel Decreto di recepimento RED II.
Quest’ultimo atto, è particolarmente significativo per l’art. 20 perché entro giugno 2022 il MiTE dovrà fissare la ripartizione della potenza installata fra Regioni e Province autonome ed entro dicembre 2022 le Regioni dovranno individuare le aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili, e per l’art.22 che determina il peso dell’individuazione delle aree idonee laddove limita l’autorità competente in materia paesaggistica ad esprimere con parere obbligatorio non vincolante e fissa i termini delle procedure di autorizzazione ridotti di un terzo.
L’individuazione delle aree idonee passa anche dal rapporto con i territori e con gli amministratori locali. Tanto è vero che l’Osservatorio Nimby Forum, patrocinato dalla Commissione Europea, nell’ultimo rapporto pubblicato nel 2018 parla di 317 casi di impianti contestati sia da comitati NIMBY (non nel mio giardino) che NIMTO (non durante il mio mandato): il solo comparto energetico rappresenta il 57% (182 impianti) del totale delle contestazioni.
Ne discutono con Massimiliano Iervolino (segretario di Radicali Italiani):
- Emma Bonino (senatrice)
- Roberta Lombardi (assessora alla transizione ecologica e digitale della regione Lazio)
- Chiara Braga (capogruppo Pd della Commissione VIII Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei Deputati),
- Katiuscia Eroe (responsabile energia Legambiente)
- Agostino Re Rebaudengo (presidente Elettricità Futura),
- Fabrizio Iaccarino (responsabile sostenibilità e affari istituzionali ENEL)
- Maurizio Delfanti (amministratore delegato RSE)
- Alberto Pinori (presidente Anie Rinnovabili)
- Alessandro Bratti (ricercatore presso l’Università di Ferrara e già presidente della Commissione Ecomafie)
- Andrea Cristini (portavoce Alleanza per il fotovoltaico)
- Lorenzo Vallecchi (giornalista e analista in energie rinnovabili per QualEnergia.it)
- Michele Usuelli (consigliere regionale Lombardia)
- Alessandro Capriccioli (consigliere regionale Lazio)
Modera e conclude Igor Boni (presidente di Radicali Italiani)