Il testo del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) pronto per Bruxelles

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Il documento di 337 pagine inviato alle Camere e che verrà presentato dal premier Draghi. Il 30 aprile sarà inviato alla Commisione Europea. Qui le linee generali del PNRR con il focus sulla missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica)

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Il Governo ha trasmesso il 25 aprile al Parlamento il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), un documento di 337 pagine (allegato in basso).

Il piano è da 222,1 miliardi di euro, in gran parte (191,5 miliardi) coperti con il Recovery Fund a cui si aggiungono i 30,6 mld del Fondo complementare alimentato con lo scostamento di bilancio.

(Aggiornamento: abbiamo analizzato qui i progetti sull’efficienza energetica abbiamo esaminato qui le iniziative sulle rinnovabili  e qui quelle sulla mobilità).

Per quanto riguarda il Recovery Fund, da utilizzare nel periodo 2021-2026, ci sono 68,9 miliardi come sovvenzioni a fondo perduto. Gli altri 122,6 mld saranno ottenuti da prestiti.

Il 40% circa delle risorse “territorializzabili” del Piano sono destinate al Mezzogiorno.

Nei prossimi giorni analizzeremo più nel dettaglio la bozza del PNRR per quanto concerne gli aspetti energetici-ambientali, facendo emergere criticità, limiti e omissioni, che già in queste ore vengono sottolineate da più fronti.

Le sei Missioni del Piano

Intanto ci limitiamo a dire che il PNRR si articola in 6 Missioni e 16 Componenti, sviluppati secondo i sei pilastri del Next Generation EU. Le sei missioni sono:

  1. digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura
  2. rivoluzione verde e transizione ecologica
  3. infrastrutture per una mobilità sostenibile
  4. istruzione e ricerca
  5. inclusione e coesione
  6. salute

All’interno di queste linee di azione il PNRR prevede quattro progetti di riforma utili alla sua attuazione: pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza (e questi ultimi due campi riguardano esplicitamente anche il tema dell’energia).

Governance del Piano

Il Governo ha predisposto uno schema di governance del Piano che prevede una struttura di coordinamento centrale presso il Ministero dell’economia. Questa struttura supervisiona l’attuazione del Piano ed è responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione europea, invio che è subordinato al raggiungimento degli obiettivi previsti.

Accanto a questa struttura di coordinamento, agiscono strutture di valutazione e di controllo.

Le amministrazioni sono invece responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme e inviano i loro rendiconti alla struttura di coordinamento centrale. Il Governo costituirà anche delle task force locali che possano aiutare le amministrazioni territoriali a migliorare la loro capacità di investimento e a semplificare le procedure.

La missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica

La missione 2 (costituita da 4 componenti), che prevede risorse per circa 59,3 mld di €, ha l’obiettivo di realizzare la transizione verde ed ecologica della società per ottenere i seguenti obiettivi generali, che richiederanno una revisione del PNIEC:

  • Rendere il sistema italiano sostenibile nel lungo termine garantendone la competitività
  • Rendere l’Italia resiliente agli inevitabili cambiamenti climatici rafforzando le infrastrutture e la capacità previsionale di fenomeni naturali e dei loro impatti
  • Sviluppare una leadership internazionale industriale e tecnologica nelle principali filiere della transizione ecologica
  • Assicurare una transizione inclusiva ed equa, massimizzando i livelli occupazionali e contribuendo alla riduzione del divario tra le Regioni
  • Aumentare consapevolezza e cultura su sfide e tematiche ambientali e di sostenibilità

La missione 2 comprende quindi interventi per l’agricoltura sostenibile e per migliorare la capacità di gestione dei rifiuti; programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili; investimenti per lo sviluppo delle principali filiere industriali della transizione ecologica e la mobilità sostenibile.

Prevede inoltre azioni per l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato; e iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico, per salvaguardare e promuovere la biodiversità del territorio, e per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche.

In sintesi, ecco le risorse destinate alle diverse aree della missione 2:

Componente 2 – Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile

Limitandoci qui alla componente 2 (risorse per 23,8 mld € circa) si definiscono genericamente linee di interventi, investimenti e riforme per la progressiva decarbonizzazione di tutti i settori (pagine 170-186).

Si punta ad incrementare la penetrazione di rinnovabili, tramite soluzioni decentralizzate e utility scale (incluse quelle innovative ed offshore) e rafforzamento delle reti (più smart e resilienti).

Si punta a decarbonizzare gli usi finali in tutti gli altri settori, con particolare focus su una mobilità più sostenibile e sulla decarbonizzazione di alcuni segmenti industriali, includendo l’avvio dell’adozione di soluzioni basate sull’idrogeno (in linea con la EU Hydrogen Strategy).

Importanza viene data poi alle filiere produttive, sviluppando una leadership internazionale industriale e di conoscenza nelle principali filiere della transizione, promuovendo lo sviluppo in Italia di supply chain competitive nei settori a maggior crescita, che consentano di ridurre la dipendenza da importazioni di tecnologie e rafforzando la ricerca e lo sviluppo nelle aree più innovative: fotovoltaico, idrolizzatori, batterie per il settore dei trasporti e per il settore elettrico, mezzi di trasporto.

Componente 3 – Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici

Sulla terza componente della Missione 2, che prevede risorse per 15,2 mld di €, gli obiettivi generali riguardano l’aumento dell’efficientamento energetico del parco immobiliare pubblico e privato (per circa 13,8 mld €) e lo stimolo agli investimenti locali, creazione di posti di lavoro, promozione della resilienza sociale ed integrazione delle energie rinnovabili (pag. 187-191)

Per gli interventi di riqualificazione degli edifici si dice che si vorrà estendere la misura del Superbonus 110%, ma non chiarisce nulla dopo il 2023 e che in misura.

Lunedì 26 aprile il premier Draghi lo presenta in Parlamento alle Camere per l’approvazione finale entro il 29 del mese, in tempo per l’invio a Bruxelles il 30 aprile. Va detto che una approvazione informale da parte della Commissione europea sarebbe già arrivata al governo Draghi.

Altra documentazione:

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