Le Province autonome di Trento e Bolzano godono di competenze specifiche in materia di energia, come stabilito dai rispettivi Statuti, potendo così promuovere politiche adattate alle esigenze locali.
Questo approccio include la valorizzazione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, in una sinergia tra i due enti che si riflette sull’intero territorio del Trentino-Alto Adige.
Guardando al prossimo futuro, ad esempio, il 16 ottobre è stato avviato un tavolo tecnico per redigere un disegno di legge costituzionale sulla riforma dello Statuto di autonomia in Trentino e Alto Adige, su cui è in corso un’interlocuzione con il Governo Meloni. Tra i settori interessati anche l’energia e l’edilizia.
Il ruolo dell’idroelettrico
In attesa che il confronto con Palazzo Chigi dia i suoi esiti, uno dei comparti di sicuro interesse comune tra le due Province autonome è l’idroelettrico, poiché è “innegabile che per il nostro territorio montano le concessioni rivestono un ruolo importantissimo nel contributo offerto alla produzione di energia da fonti rinnovabili”.
È quanto spiega a QualEnergia.it Mattia Gottardi, assessore all’Energia della Provincia di Trento, per il quale la strategia energetica dei due enti autonomi “è senz’altro armonizzata” con “costanti confronti delle strutture tecniche”. Un esempio è appunto “la scelta di approfondire congiuntamente l’interpretazione dello Statuto di autonomia in materia di concessioni di grandi derivazioni idroelettriche”.
Da ciò è emersa “la possibilità di considerare applicabile anche alle concessioni delle due Province il termine del 31 marzo 2029 come limite ultimo per la riassegnazione delle concessioni ex Enel e per consentire, fino a quella data, la prosecuzione della gestione in capo agli attuali concessionari”.
Ad oggi “non è pensabile un incremento di nuove concessioni, mentre è piuttosto utile un potenziamento delle esistenti dove questo sia ancora possibile”.
Prima di procedere, però, si attende il parere della Corte di Giustizia Ue sulla legge regionale dell’Emilia-Romagna n. 17 del 2023, che prevede una proroga delle concessioni di piccole derivazioni idroelettriche.
“In considerazione della pendenza di giudizio, una proposta normativa contenuta nel Ddl finanziaria 2025 della Provincia di Trento dispone la sospensione delle procedure di riassegnazione, in attesa della definizione dello stesso”.
Nel frattempo “le concessioni continueranno a essere esercitate alle condizioni vigenti al momento dell’entrata in vigore della legge” ma, sebbene la Corte Ue si esprimerà in materia di mini-idro, “è innegabile che la pronuncia avrà rilievo anche riguardo alle grandi concessioni”.
È sul futuro del settore scommette anche l’assessore all’Energia della Provincia autonoma di Bolzano, Peter Brunner, raggiunto da QualEnergia.it.
“In passato abbiamo già effettuato numerose gare constatando un significativo innalzamento dell’innovazione e della produzione grazie alle offerte presentate. Queste gare hanno portato a misure di compensazione ambientale che non solo hanno creato un valore aggiunto per la natura, ma anche benefici al territorio circostante e alla popolazione”.
Tuttavia, sottolinea Brunner, “la Provincia è consapevole dei rischi associati a questo processo, tra cui la possibilità di non gestire più direttamente le infrastrutture strategiche e la vulnerabilità delle procedure a ricorsi legali”.
Le scelte sulle aree idonee alle rinnovabili
La partita sulle aree idonee è attuale nelle Regioni quanto in questi territori, visto che il d.lgs 199/2021, al comma 4 dell’articolo 20, prescrive che le Province autonome individuino tali aree, nel rispetto dello Statuto speciale.
Nel caso di Bolzano il processo è cominciato per tempo ed è attualmente in corso. Più precisamente, “il 21 maggio 2024 la Giunta ha deciso di consentire, per scopi scientifici, la realizzazione di progetti pilota per impianti agro-fotovoltaici su terreni di proprietà provinciale situati in zone agricole”, spiega l’assessore Brunner. “A seguito di ciò e dopo l’emanazione del decreto Mase 21 giugno 2024 sulle aree idonee, la Provincia autonoma sta lavorando attivamente alla definizione di tali aree”.
Un lavoro partito da lontano per Trento, invece, con la legge provinciale n. 4/2022 che ha recepito quanto previsto dal d.lgs n.199/2021, definendo “con due anni di anticipo un quadro legislativo chiaro, grazie al quale attivare un processo di semplificazione procedurale e di certezza per gli operatori pubblici e privati che vogliano intraprendere l’installazione di impianti da fonti rinnovabili”, commenta l’assessore Gottardi.
Il ruolo del fotovoltaico e delle Cer
Il sole è un fattore non secondario nel mix energetico del Trentino-Alto Adige e non mancano politiche che possano massimizzare l’uso di fotovoltaico.
In questa direzione va un accordo sottoscritto a fine ottobre dalla Provincia di Bolzano con Consorzio dei Comuni, Euregio Plus e Alperia Green Future per promuovere l’espansione degli impianti e raggiungere gli obiettivi del Piano clima.
In particolare, entro il 2030 si punta a installare 400 MW di potenza FV e a ciò si arriverà anche grazie a “un modello innovativo di finanziamento e gestione degli impianti” previsto dall’accordo.
Nello specifico, “le istituzioni pubbliche e gli attori privati si impegnano a mettere a disposizione aree idonee per l’installazione di impianti FV con il denaro del fondo di investimento” Euregio Plus, società di gestione del risparmio partecipata dalle Province autonome di Bolzano e Trento.
In cambio tali istituzioni “riceveranno elettricità sovvenzionata” e, “a seconda del contratto, gli impianti potranno essere trasferiti ai proprietari terrieri dopo 15-25 anni”.
Il modello, prosegue Brunner, “prevede che Euregio funzioni come partner finanziario, creando un fondo in cui diversi investitori possono partecipare e ottenere rendimenti. In questo contesto, privati cittadini o enti pubblici possono mettere a disposizione i loro tetti o superfici impermeabilizzate, sui quali Alperia, in qualità di partner tecnico, installerà gli impianti fotovoltaici utilizzando le risorse del fondo”.
In questo modo “non è necessario che le comunità o i privati effettuino investimenti diretti o si occupino della manutenzione degli impianti. Teoricamente, ciò significa che possono affittare le loro superfici in cambio di un tariffario energetico vantaggioso. Il progetto è pensato per una capacità totale di 30 MW e prevede un budget di circa 80 milioni di euro”.
In merito alle comunità energetiche rinnovabili, invece, sin dal 2021 la Provincia autonoma di Trento ha sottoscritto protocolli di ricerca con Rse e Università di Trento “per analizzare l’introduzione di questo nuovo strumento nel tessuto locale e quali potessero essere le migliori strategie per massimizzare e ottimizzare la sua propagazione”, conclude Gottardi.
Nel 2024 si sono aggiunte intese con Gse, Enea, Federazione trentina della cooperazione e Bim, senza dimenticare “il costante supporto e sostegno alle iniziative private e pubbliche che via via si stanno presentando, anche in virtù della presenza di risorse Pnrr”.
L’efficientamento energetico
Non resta indietro l’efficienza. A giugno 2021 è stato approvato il Piano energetico ambientale provinciale di Trento 2021-2030. “In questo quadro, gioca un ruolo chiave agire per incrementare l’efficienza del settore civile, che pesa per circa il 42% dei consumi del Trentino”, conclude Gottardi. Sono dunque previsti incentivi economici in conto capitale e in conto interessi, anche per il mondo produttivo.
Tra le misure più recenti si può citare anche un fondo da circa sei milioni di euro per sostenere giovani, giovani coppie e famiglie numerose nell’acquisto della prima casa. Il sostegno, però, è vincolato all’acquisto di unità immobiliari da sottoporre a interventi di riqualificazione energetica.