La Sardegna mette nel mirino lo spazio marittimo e l’idroelettrico

La Regione dice no al Piano di gestione dell’area “Tirreno-Mediterraneo occidentale” e vuole portare 322 MW di concessioni idro nella nuova Agenzia per l’energia. Intanto M5S critica Tajani che da Cagliari annuncia una proposta di legge sulle Fer e appoggia i comitati “Pratobello 24”.

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La querelle delle rinnovabili in Sardegna procede a un ritmo tanto serrato da offrire nuovi capitoli ogni giorno.

Partendo dalla Giunta regionale, si registra il no dato alla proposta del Governo nazionale sul Piano di gestione dello spazio marittimo “Tirreno-Mediterraneo occidentale”.

Il documento incide anche sulla pianificazione dell’eolico offshore e fa parte di un più ampio schema di decreto del Mit sui piani di gestione dello spazio marittimo, che ha incassato il parere positivo in Conferenza Stato-Regioni il 12 settembre.

Sulla relativa direttiva Ue 2014/89, però, pende il deferimento dell’Italia per mancato recepimento entro il termine previsto del 31 marzo 2021. Attualmente i Piani di gestione degli spazi marittimi sono sottoposti a Vas.

Come riporta l’assessore all’Urbanistica Francesco Spanedda, la Sardegna “chiede con forza che venga previsto nel Piano l’inserimento, per gli impianti eolici, del limite di 25 miglia dalla costa e la non visibilità dalla costa e dai percorsi panoramici”. Inoltre, “il divieto di installazione e passaggio di cavi in aree soggette a tutela ambientale, la previsione di studi degli impatti cumulativi in tutti i piani di gestione e un limite massimo di potenza installabile corrispondente agli obiettivi di installazione fissati dal Pniec per la produzione nazionale”.

In sostanza, rimarca in una nota la Regione, il Piano di gestione dello spazio marittimo Tirreno-Mediterraneo occidentale “non tiene conto delle specificità del mare di Sardegna e del suo rapporto con il paesaggio e gli ecosistemi dell’isola”.

Da questo punto di vista, però, si ricorda che dei piani di gestione in questione si parla anche nella Relazione sullo stato di attuazione del Piano del mare, pubblicata a giugno dal Mase.

Il documento mostra una prospettiva opposta a quella della Regione Sardegna sottolineando come “la partecipazione delle Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, ciascuna per il proprio territorio di competenza, e della Soprintendenza nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo al gruppo di lavoro per la redazione dei piani di gestione dello spazio marittimo, abbia consentito, già in fase di elaborazione, il coordinamento delle azioni del Piano – del mare – con gli aspetti di salvaguardia del patrimonio paesaggistico e culturale”.

La strategia della Giunta Todde sull’idroelettrico

Non solo energia in mare, la Giunta regionale ha chiarito recentemente la sua posizione anche sulle concessioni idroelettriche.

Gli assessori all’Industria e agli Affari Generali Cani e Motzo, infatti, venerdì hanno incontrato a Ollolai il direttivo e i sindaci del Bacino Imbrifero Montano, consorzio che accorpa tredici comuni del Nuorese in cui sono presenti quattro centrali per 322 MW totali.

Attualmente, ricorda una nota, gli impianti sono gestiti da Enel e le concessioni scadranno nel 2029. Dal 2001 è in corso una vertenza fra la Regione e la società energetica per riportare la gestione degli invasi in capo al sistema regionale. Le prossime udienze, in particolare, sono previste per il mese di ottobre.

L’acqua, secondo Emanuele Cani, “è un bene comune e fa parte della nostra strategia per il futuro energetico dell’isola. La Regione è intenzionata ad avviare un percorso con il Consorzio e i Comuni aderenti per definire, insieme, il futuro di queste concessioni, decidere come possano entrare nella futura Agenzia regionale per l’energia e prevedere un piano chiaro di benefici per il territorio”.

Tajani a Cagliari annuncia una proposta FI sulle Fer e appoggia i comitati sardi

Tornando all’opposizione tra Governo nazionale e Amministrazione sarda, il confronto si è inasprito ulteriormente sabato 14 settembre quando il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, ha dichiarato di sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare “Pratobello 24”.

Quest’ultima è un progetto dal basso “contro la speculazione energetica” che nel corso dei mesi estivi ha raggiunto più di centomila firme e sarà presentata il 2 ottobre in Consiglio regionale.

La presidente Todde, pur condividendone i principi ispiratori, la scorsa settimana l’ha definita “incostituzionale” e a rischio impugnazione se approvata.

Di parere opposto Tajani, per il quale si tratta di una proposta “seria e condivisibile”. Non solo, il vicepremier ha anche annunciato una specifica iniziativa legislativa di Forza Italia sulle energie rinnovabili che sarà presentata in Parlamento.

Secca la replica dei parlamentari Sardi M5S Licheri, Fenu  e Cherci, per i quali le parole del ministro degli Esteri “denotano una totale contraddizioni tra ciò che il centrodestra dichiara in Sardegna rispetto a come agisce al governo del Paese.

Per l’occasione i pentastellati hanno ricordato a Tajani alcune questioni ritenute molto critiche per l’isola: il DL Materie prime critiche, l’Autonomia differenziata e il deposito nazionale di scorie, con la Sardegna che “non sarà mai la discarica d’Italia”.

Per Aceper in Sardegna c’è un problema di reti

Nel grande dibattito sullo sviluppo impiantistico in Sardegna si inserisce Aceper, Associazione dei consumatori e produttori di energie rinnovabili.

Secondo la sua presidente, Veronica Pitea, in questo territorio si produce da Fer più energia di quanto se ne consumi, +46% rispetto al fabbisogno, ma “una grossa parte va persa a causa della limitata capacità dei sistemi di trasporto”.

Il richiamo sul problema dell’adeguatezza di rete si esplica in cinque punti, sintetizzati da Aceper: mancanza di infrastrutture adeguate, visto che “il collegamento tra la rete elettrica sarda e quella continentale non è sufficientemente robusto ed efficiente per gestire grandi quantità di energia”; collegamenti sottomarini insufficienti, considerando che “anche gli attuali cavi presenti sott’acqua hanno limitazioni nella capacità di trasporto di energia e non riescono a sostenere l’export eolico in eccesso”; carenza di investimenti nelle reti.

Ancora, burocrazia e regolamentazione: “I processi di pianificazione e autorizzazione per espandere o migliorare la rete sono spesso lunghi e complessi e rallentano l’implementazione delle soluzioni necessarie”. Infine, le difficoltà legate alla “intermittenza della produzione eolica”.

Intanto la Regione Sardegna promuove le comunità energetiche rinnovabili

Se fino alla fine dell’anno si porterà avanti il tour della Giunta regionale per affinare l’individuazione delle aree idonee, un altro viaggio a tappe è stato avviato oggi, 16 settembre.

Il progetto di formazione Cer Sardegna, con il finanziamento della Regione e il patrocinio dell’assessorato al Lavoro, è infatti partito da Lanusei (Nuoro) con un ciclo di incontri territoriali sulle modalità e le opportunità di sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili.

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