Riscaldamento, negli Stati Ue ancora troppi incentivi alle fossili

Con il Superbonus, l’Italia è tra i paesi più generosi con le caldaie a gas.

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Nonostante sia chiaro che dobbiamo smetterla di scaldarci con le fonti fossili, avvertimento rilanciato anche dalla solitamente conservatrice Iea, 16 governi dell’Ue, tra cui il nostro, continuano a incentivare l’acquisto e/o l’installazione di nuove caldaie a gas, 9 stanno ancora promuovendo il riscaldamento a petrolio e 2 addirittura il riscaldamento a carbone.

A denunciarlo è un’analisi del network di associazioni ambientaliste European Enviromental Bureau (EEB), pubblicata nell’ambito della campagna Coolproducts (documento in basso), che chiede di ridefinire urgentemente l’etichetta energetica delle tecnologie di riscaldamento, al fine di promuovere solo il riscaldamento rinnovabile e senza emissioni e di eliminare gradualmente le tecnologie fossili entro il 2025.

Si chiede, inoltre, di rafforzare le disposizioni sul riscaldamento contenute nella nuova direttiva Rinnovabili.

Quest’anno, si legge nel report, solo 7 paesi – Croazia, Estonia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi – hanno tagliato i sussidi al riscaldamento a fossili (qui la mappa interattiva dei sussidi, sotto il numero di Stati che supporta le varie tecnologie).

Eppure, diversi segnali mostrano come il destino del gas e delle altre fossili nel riscaldamento sia segnato: oltre alle citate raccomandazioni dell’Agenzia internazionale per l’energia, c’è il recente voto del Parlamento europeo per spingere gli Stati membri ad eliminare gli incentivi alle fossili entro il 2025 e il supporto alle pompe di calore elettriche (PdC) dei grandi dell’energia elettrica.

Questi ultimi hanno chiarito che le PdC possono essere impiegate su larga scala in Europa senza compromettere la stabilità della rete, a differenza di quanto sostiene pretestuosamente la lobby del gas.

Il rapporto va a guardare come i vari incentivi nazionali rendano ancora convenienti le caldaie a gas: ad esempio grazie al Superbonus in Italia (come in Belgio e in Slovacchia) il tempo di ammortamento per una caldaia a gas può essere addirittura pari a zero.

Molti sono poi i paesi che, come la Francia, sostengono, sì pompe di calore e solare termico, ma anche le caldaie a metano, con la conseguenza che il tempo di ammortamento per l’acquisto di una pompa di calore in Francia può essere 6 volte più lungo di quello della caldaia a gas.

In nessun Stato membro si è riusciti a rendere il tempo di ammortamento per l’acquisto di una pompa di calore più corto rispetto a quello per una caldaia a gas.

Germania, Irlanda, Spagna e Finlandia sono i paesi in cui l’installazione di pompe di calore è più conveniente, ma costa ancora più del doppio delle caldaie fossili.

Il costo di acquisto finale dei sistemi a combustibili fossili, si sottolinea, è ancora inferiore rispetto alle tecnologie a fonti rinnovabili, anche a causa della distribuzione sbagliata degli incentivi.

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