Riscaldamento, le date di riaccensione e i consigli per risparmiare

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Dal 15 ottobre scorso è possibile riaccendere i riscaldamenti nella Pianura Padana e in buona parte degli Appennini. Assotermica spiega come utilizzarli in modo consapevole.

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Dal 15 ottobre scorso è possibile riaccendere i riscaldamenti nella zona E d’Italia, che comprende la Pianura Padana e buona parte degli Appennini, mentre nella zona F, la più fredda, non ci sono limitazioni, nella zona D i termostati possono scattare dal primo novembre, nella zona C dal 15 dello stesso mese e nelle zone più calde B e A da inizio dicembre:

Per questo, Assotermica – l’associazione dei costruttori di apparecchi e componenti per apparecchi termici all’interno di Anima Confindustria –  ha pubblicato alcuni consigli, che riportiamo di seguito.

Come ridurre i consumi e i costi in bolletta?

  • Cercare di evitare di superare i 20°C
  • Dormire a una temperatura più bassa: non è solo economico, ma salutare. Inoltre, con le tapparelle abbassate si può ridurre del 50% la dispersione di calore
  • Limitare a 5-10 minuti il ricambio dell’aria a finestre aperte
  • Pulire periodicamente caloriferi
  • Non coprire o ostruire i caloriferi
  • Stabilire gli orari di funzionamento della caldaia: oggi sono presenti sul mercato sistemi di termoregolazione e controllo che consentono di ottimizzare il funzionamento della caldaia in funzione delle abitudini della famiglia.
  • Effettuare una corretta manutenzione periodica dell’impianto.

A chi ci si deve rivolgere per la manutenzione dell’impianto di riscaldamento e quando e ogni quanto tempo? Cos’è il controllo fumi? E chi controlla?

Tutti gli impianti termici – chiarisce l’associazione – devono essere sottoposti a controlli periodici che hanno una duplice finalità:

  • garantire una maggiore sicurezza;
  • mantenere efficiente l’impianto per avere una bolletta meno cara.

Per quanto riguarda la sicurezza le tempistiche e le modalità sono definite dall’impresa installatrice o dal fabbricante della caldaia nel libretto d’uso e manutenzione. La periodicità è generalmente annuale. A fine lavoro, il manutentore ha l’obbligo di rilasciare un report della manutenzione e di compilare il libretto di impianto nelle parti pertinenti.

La periodicità della verifica è stabilita per legge con scadenze temporali che possono essere anche più dilatate nel tempo. Al termine delle operazioni di controllo il manutentore deve redigere e sottoscrivere il Rapporto di controllo di efficienza Energetica.

Quando è ora di sostituire la caldaia?

La vita media di una caldaia è generalmente superiore ai 10/12 anni, ma è bene considerare che anche grazie agli incentivi che oggi abbiamo in Italia il recupero dell’investimento è ben inferiore a questo periodo.

Il suggerimento pertanto è di guardare da quanto tempo abbiamo in casa la caldaia, anche grazie all’aiuto di un professionista abilitato (installatore), se la sostituzione comporterebbe una sensibile riduzione dei consumi e conseguentemente della spesa in bolletta. Si sostituisce una caldaia quasi esclusivamente quando si rompe e non c’è quindi tempo per riflettere e fare un investimento più mirato.

È bene invece sapere che negli edifici circa l’80% dei consumi è associato al riscaldamento e alla produzione di acqua calda sanitaria pertanto l’incidenza in bolletta è elevatissima.

Oggi i nuovi apparecchi presentano l’etichetta energetica che comunica all’utente finale il livello di efficienza dell’apparecchio di riscaldamento con una scala di classi dalla A alla G. Le caldaie in classe A sono quelle a condensazione di moderna generazione e sono quelle più efficienti. Esistono poi altri sistemi, ma è da considerare che la stragrande maggioranza delle abitazioni è riscaldata da apparecchi a gas.

Sarebbe molto utile e importante – commenta Assotermica – se una simile etichetta potesse essere possibile per gli apparecchi già installati, in modo che i cittadini possano essere consapevoli dell’efficienza della propria caldaia.

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