Per tanti installatori si sta rivelando impossibile trovare, a costi sostenibili, una polizza assicurativa che rispetti i requisiti tecnici previsti dal regolamento del fondo per il Reddito energetico nazionale (Ren)
Questo contribuisce alla preoccupazione diffusa di non riuscire a mettere gli impianti in esercizio entro i 12 mesi previsti dall’accoglimento della richiesta di accesso al beneficio, anche perché, oltre nodo dell’assicurazione, c’è l’incognita dei tempi di connessione alla rete.
La denuncia arriva da Italia Solare che, a fronte di queste problematiche, ha ufficialmente richiesto la possibilità di una proroga di 12 mesi, con l’obiettivo di garantire ai propri associati e ai soggetti beneficiari la piena realizzazione dei progetti di installazione degli impianti fotovoltaici ammessi all’agevolazione.
“Riteniamo che Ministero e Gse debbano farsi carico di individuare una soluzione condivisa per la stipula di una polizza assicurativa in linea con gli obblighi previsti, ma allo stesso tempo accessibile nei costi anche a chi realizza pochi impianti”, osserva Paolo Rocco Viscontini, presidente dell’associazione. “Senza un intervento urgente in tal senso i nostri associati saranno costretti a disdire i contratti già sottoscritti per l’installazione degli impianti fotovoltaici nell’ambito del Reddito”.
“L’auspicio – prosegue – è che, insieme alla proroga dei tempi di allaccio, si definiscano condizioni assicurative stabili ed economicamente sostenibili, così da evitare che un’importante iniziativa pubblica subisca rallentamenti o addirittura fallimenti”.
I tempi e i fondi
I fondi 2024 per il Reddito energetico nazionale erano 100 milioni, di cui 80 milioni per le Regioni del Sud, esauriti in 24 ore dall’apertura dello sportello, avvenuta lo scorso 5 luglio, e 20 milioni per le restanti Regioni e Province autonome, prosciugati anch’essi nel giro di un mese.
Secondo il decreto 8 agosto 2023 del Mase, che istituisce il Reddito energetico, il Gse potrà riaprire lo sportello nel caso in cui, a seguito di rinunce ed esclusioni, risultassero disponibili almeno 5 milioni di euro. Si prevede inoltre l’apertura di un nuovo bando nel 2025 per l’assegnazione di altri 100 milioni.
Gli esisti delle 12.800 istanze di adesione da parte dei cittadini per il 2024 erano stati pubblicati a fine novembre e sono visibili sul “Portale Ren”, a cui si può accedere dall’Area clienti del sito Gse.
Lo scorso 20 gennaio 2025, infine, si sono aperte le domande per gli installatori alle quali il Gestore ha un mese per rispondere.
La misura
La misura, ricordiamo, consente ai soggetti con un Isee inferiore a 15.000 euro e alle famiglie con almeno quattro figli a carico e Isee sotto i 30.000 € di realizzare senza costi un impianto fotovoltaico per autoconsumo a servizio dell’unità immobiliare.
Chi accede all’agevolazione deve garantire l’entrata in esercizio dell’impianto entro dodici mesi dalla comunicazione di accoglimento della richiesta.
Il Reddito energetico nazionale, istituito con Dm 8 agosto 2023, prevede un finanziamento in conto capitale a copertura di impianti tra 2 e 6 kW.
La dotazione complessiva della misura fa capo a un fondo gestito dal Gse, con 100 milioni di euro nel 2024 (esauriti) e altrettanti nel 2025, con l’80% da destinarsi ad Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
L’eventuale quota di energia generata in eccesso rispetto al fabbisogno del richiedente è resa disponibile per 20 anni al Gse, che la usa per finanziare lo stesso Fondo nazionale reddito energetico, che può comunque essere alimentato anche con risorse dei fondi strutturali e di investimento europei, con donazioni volontarie delle Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato o da organizzazioni no-profit.
I requisiti
I beneficiari del Ren installano gli impianti tramite “soggetti realizzatori” che devono essere in regola per i requisiti di formazione e aggiornamento obbligatori.
In caso di respingimento dell’istanza presentata al Gse, la richiesta di accesso all’agevolazione potrà essere reiterata, a condizione che siano state sanate le incongruenze riscontrate durante l’istruttoria.
I progetti agevolati, ricorda il Gestore, devono soddisfare alcune condizioni: come detto si deve stipulare una polizza assicurativa “multi-rischi” almeno decennale.
Inoltre, si deve prevedere un servizio di manutenzione e uno di monitoraggio delle performance d’impianto e occorre censire il proprio fotovoltaico sul sistema Gaudi di Terna, segnalando il Gse quale “utente del dispacciamento” e il “ritiro dedicato” quale regime commerciale di cessione dell’energia.
Ancora, i sistemi FV devono essere collegati a punti di connessione in prelievo a cui non risultino già connessi altri impianti di produzione di energia elettrica.
Non sono incentivabili impianti entrati in esercizio prima della domanda di accesso al Reddito e quelli ammessi alla misura, comunque, non concorrono a soddisfare la “quota d’obbligo rinnovabile” prevista all’art. 26 del d.lgs n. 199/2021.