Gli investimenti globali in fonti rinnovabili e più in generale nella transizione energetica sono aumentati in modo consistente nel 2022, anche se la spesa in combustibili fossili continua a essere più alta rispetto a quella delle tecnologie pulite.
Rimane anche un notevole divario tra gli investimenti green nei Paesi industrializzati e quelli nelle economie emergenti, evidenziando la necessità di distribuire in modo più equo le risorse finanziarie destinate alle energie verdi.
Questo il succo del nuovo rapporto Irena (International Renewable Energy Agency), intitolato Global Landscape of Renewable Energy Finance 2023 (link in basso).
Vediamo i dati più importanti con qualche grafico, per capire come si sta evolvendo la finanza green dopo la pandemia e lo scoppio della guerra in Ucraina.
Gli investimenti in rinnovabili hanno segnato un +16% lo scorso anno in confronto al 2021, arrivando a quasi 500 miliardi di $ trainati dal fotovoltaico con 300 miliardi.
Ma tali investimenti dovrebbero più che raddoppiare, sostiene Irena, portandosi a circa 1.300 miliardi di $/anno, per seguire un percorso compatibile con lo scenario 1,5 °C (limitare il surriscaldamento globale a +1,5 °C entro fine secolo, rispetto ai valori preindustriali).
Nel complesso, nel 2022, gli investimenti mondiali nella transizione energetica – che includono fonti rinnovabili, efficienza energetica, trasporti elettrici, riscaldamento elettrico, sistemi di accumulo, idrogeno e impianti CCS per la cattura della CO2 – hanno raggiunto 1.300 miliardi di dollari.
È una crescita del 19% sul 2021 e del 50% sul 2019, per dare un riferimento con il periodo che ha preceduto la pandemia del Covid.
Tuttavia, segnala Irena, per stare in linea con lo scenario 1,5 °C, gli investimenti annuali nella transizione energetica dovrebbero quadruplicare, toccando 5.700 miliardi di $/anno fino al 2030.
Altro problema è che il livello degli investimenti in fonti fossili rimane troppo alto.
Si parla di 953 miliardi di $ nel 2022, quasi il doppio rispetto alla spesa per le rinnovabili – che pure ha segnato un record lo scorso anno con 499 miliardi di $ – tornando molto vicino ai livelli ante Covid con un incremento del 6% sul 2021.
Si stima poi che si investiranno direttamente ogni anno circa 570 miliardi di $ per lo sviluppo di nuovi giacimenti oil&gas in tutto il mondo, fino al 2030, in netto contrasto con le politiche per decarbonizzare il mix energetico.
Oltre a investire in nuovi asset legati a carbone, gas e petrolio, le compagnie fossili continuano poi a ricevere ingenti quantità di sussidi pubblici: circa 2.900 miliardi di $ a livello globale tra il 2013 e il 2020. È un altro dato che cozza contro gli impegni globali per il clima.
Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:
Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati subito a QualEnergia.it PRO