La proposta Ue per un nuovo quadro di aiuti di Stato

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La Commissione europea ha messo in consultazione una comunicazione per rimodulare ed estendere fino al 2030 il quadro temporaneo di crisi e transizione per le rinnovabili e la decarbonizzazione dell'industria.

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La Commissione europea ha presentato ieri una proposta per un nuovo quadro di aiuti di Stato, una componente chiave della tabella di marcia del Clean Industrial Deal varato il mese scorso, con cui mira a mantenere le attuali esenzioni per le energie rinnovabili e a consentire un più ampio sostegno degli Stati membri per la decarbonizzazione dell’industria.

L’esecutivo Ue prevede di adottare formalmente la comunicazione non legislativa a giugno (ora in consultazione con scadenza il 25 aprile) per ampliare ed estendere il quadro temporaneo di crisi e transizione fino al 2030, come più volte richiesto da diversi rappresentanti del settore energetico.

Nell’ambito della proposta di ampliamento del quadro normativo (link in basso), Bruxelles valuterà la possibilità di autorizzare un sostegno finanziario da parte degli Stati membri per ridurre l’impronta di carbonio degli impianti industriali, anche se basati sui combustibili fossili.

“Gli investimenti che riducono le emissioni di gas serra o migliorano l’efficienza energetica delle attività industriali possono essere ammissibili, indipendentemente dalla soluzione tecnologica utilizzata”, si legge nella bozza in consultazione. Tuttavia, i sussidi ai progetti sarebbero esclusi se si basassero sui “combustibili fossili più inquinanti, come carbone, gasolio, lignite, petrolio, torba e scisto bituminoso”.

Il linguaggio rimanda all’approccio “tech neutral” che la Commissione ha adottato sempre più negli ultimi mesi, cedendo alle pressioni dell’industria.

Nel frattempo però verrà mantenuto l’attuale quadro di crisi temporaneo per le energie rinnovabili, consentendo agli Stati membri di fornire aiuti finanziari per sostenerne la diffusione. Oltre ai sussidi agli investimenti diretti, saranno inclusi schemi di sostegno dei prezzi, come i contratti per differenza per la produzione di energia rinnovabile.

Come è strutturato il nuovo quadro di aiuti di Stato

Gli investimenti dell’industria nella decarbonizzazione potrebbero ottenere aiuti statali fino a 200 milioni di euro, che coprirebbero fino al 50% dei costi dei progetti che consentano l’uso di idrogeno, mentre per le rinnovabili e le tecnologie CCS si arriverebbe a coprire, al massimo, il 35% e 30% delle spese rispettivamente.

Per implementare i programmi più rapidamente, gli aiuti per l’idrogeno rinnovabile e altre “tecnologie meno mature” potrebbero essere concessi senza gara d’appalto.

Per quanto riguarda la produzione di tecnologie pulite, la Commissione propone di limitare i sussidi a 75 milioni di euro per progetto, rispetto ai 150 milioni di euro previsti dal programma attuale. Stabilisce inoltre un limite di 350 milioni di euro per i prestiti e fissa un tetto massimo di 525 milioni di euro per le garanzie statali per le imprese cleantech.

Gli aiuti potrebbero essere concessi tramite gara d’appalto o procedura amministrativa, a condizione che non superino il 45% del costo del progetto. Tuttavia, la soglia aumenterebbe al 55% dei costi per le medie imprese e al 65% per quelle piccole.

Le tecnologie incluse

Anche gli aiuti di Stato volti a salvaguardare la capacità produttiva nazionale per i settori identificati dal Net Zero Industry Act (NZIA), recentemente ampliato per includere specificamente la produzione di componenti per veicoli elettrici, sarebbero considerati compatibili con le norme del mercato interno.

La bozza include i combustibili alternativi (e-fuel, biocarburanti e idrogeno verde) tra le tecnologie che saranno ammissibili ai sussidi e promette una “valutazione tempestiva” degli aiuti per l’energia nucleare.

Il focus centrale resta però “sostenere la produzione di determinate apparecchiature per tecnologie pulite come batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori e utilizzo e stoccaggio della cattura del carbonio”, nonché i componenti chiave e le materie prime essenziali necessarie per la loro produzione, spiega la Commissione in una nota.

“La proposta odierna mira a garantire che gli Stati membri possano fornire sostegno, ove necessario, per accompagnare le ambizioni del Clean Industrial Deal senza causare indebite distorsioni della concorrenza nel mercato unico”, ha affermato Teresa Ribera, vicepresidente della Commissione per la transizione pulita e competitiva.

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