Primi tre trimestri 2018: in discesa i consumi nazionali di gas

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La domanda di gas, che si credeva in ripresa nel 2017, registra ancora un calo nel 2018: -0,9% rispetto ai primi tre trimestri dell'anno scorso. Il 46% è importato dalla Russia. Anche ad ottobre la richiesta è in calo e in tutti i comparti.

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Dopo tre trimestri del 2018 ancora c’è il segno negativo nei consumi di gas naturale in Italia.

Nel periodo gennaio-settembre 2018 sono stati consumati nel nostro paese di 51,8 miliardi di metri cubi, cioè -0,9% sullo stesso periodo del 2017, nonostante una crescita del 6,6% nel solo settembre sullo stesso mese del 2017.

Ricordiamo che il 2017 è stato l’anno con la domanda di gas più elevata dal 2012 (75 mld mc), sebbene molto al di sotto del record del 2005 (86 mld di mc).

Nei primi tre trimestri si è avuta soprattutto una diminuzione dell’uso di gas per il termoelettrico e per l’industria che è proseguita anche ad ottobre (vedi tabella a cura del MiSE-DGSAIE).

Anticipiamo, infatti, prima dei dati ufficiali, che anche ad ottobre si è registrato un calo del fabbisogno di gas stimato al momento tra il 4 e il 5% su ottobre 2017, soprattutto per il buon contributo delle rinnovabili (vedi idroelettrico) e una leggera crescita dell’import.

Per il periodo gennaio-settembre 2018 le importazioni di gas sono rimaste sostanzialmente stabili (+0,3%, con 51,8 mld di mc). Stabile rispetto ad un anno fa anche la produzione nazionale con appena 4,1 mld di mc.

Nei primi tre trimestri del 2018 la principale fonte di importazione continua ad essere la Russia con circa 24 mld di mc, in aumento del 7% sul 2017; dalla Russia è arrivato finora il 46% di tutto il gas estero.

Diminuisce del 6,3% l’import dall’Algeria, così quello dalla Libia ormai ad appena 3 mld di mc nei primi nove mesi dell’anno.

In aumento l’import dal Nord Europa (+14,4%), mentre è in leggera diminuzione il gas importato da tutti i terminal GNL.

Rispetto all’anno record dei consumi di gas naturale (il 2005), facendo riferimento ai primi 9 mesi dell’anno, il divario rispetto ad oggi è di 8,8 miliardi di metri cubi.

Infine, va sottolineato così come è ha fatto in recente studio la Confartigianato, che, valutando i differenziali di prezzo delle diverse classi con i rispettivi consumi, per le imprese italiane più piccole il prezzo del gas è superiore del 16,3% alla media dell’Euro zona.

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