Si è conclusa nel mese di agosto la cessione del terzo progetto agrivoltaico da 20 MWp in co-sviluppo ad una primaria società tedesca di asset management da parte della JV Atlas Re – Heron.
Nel complesso sono sei i progetti ceduti negli ultimi mesi per complessivi 135 MWp, di cui tre ad Ardian, casa di investimento di livello mondiale. Per Ardian questa rappresenta la prima operazione in co-sviluppo al mondo.
La JV tra Atlas Re, società friulana che recentemente ha autorizzato due impianti fotovoltaici in provincia di Udine, rispettivamente da 23 MW (Codroipo) e 32 MW (Terzo d’Aquileia) e Heron, società veneta di investment advisory, entrambe con una più che decennale esperienza nel mercato delle rinnovabili, punta a contribuire alla transizione energetica in Italia.
“Il nostro obiettivo – spiega Mario Molinaro, CEO di Atlas Re – è concepire, progettare e autorizzare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di accumulo di energia utility scale su aree abbandonate o già fortemente antropizzate con un alto livello di dettaglio, perché riteniamo essere l’approccio più virtuoso per raggiungere rapidamente come Paese gli obiettivi di produzione di energia rinnovabile che ci siamo prefissati”.
Secondo Alessandro Carlesso, Managing Partner di Heron, “l’individuazione di aree idonee al fotovoltaico e una configurazione customizzata dei progetti in ambito agrivoltaico, sono le variabili chiave del nostro approccio che consente di massimizzare le probabilità di autorizzazione dei nostri progetti. A tal fine, insieme ad Atlas Re, abbiamo recentemente dato vita ad Agron Lab, una start-up innovativa che si occupa della gestione degli impianti agrivoltaici, con lo scopo di renderli conformi alle recenti linee guida sviluppate da CREA, ENEA, GSE e RSE su coordinamento del MiTE e di permettere ai produttori di mantenere tali requisiti per l’intera vita dell’impianto”.
“Con Atlas Re – continua Carlesso – stiamo concludendo la fase iniziale di progetto per ulteriori impianti agrivoltaici per circa 80 MWp e siamo in procinto di mettere sul mercato la prima di tre pipeline da 1,2 GWh di storage stand alone”.
Molinaro, infine, ritiene che la realizzazione di tanti nuovi impianti da fonti rinnovabili, necessita di un adeguamento della rete elettrica, grazie agli storage e a sistemi di smart grid, al fine di renderla maggiormente flessibile e adatta alla gestione della produzione discontinua tipica delle rinnovabili.