In Italia transizione energetica in difficoltà nel 2024

CATEGORIE:

Il nostro Paese resta lontano dagli obiettivi Pniec al 2030. Consumi di energia, prezzi elettrici e del gas, emissioni, andamento delle rinnovabili. Le analisi Enea.

ADV
image_pdfimage_print

Leggero aumento dei consumi energetici, calo delle emissioni di CO2 su base annua (tornate però a salire nel secondo semestre), divario in crescita dei prezzi elettrici e del gas rispetto agli altri Paesi europei, fonti rinnovabili spinte dalla ripresa dell’idroelettrico.

Sono le principali tendenze del 2024 registrate dall’Enea nella sua ultima analisi del sistema energetico nazionale, pubblicata il 13 marzo, che confermano quanto evidenziato riguardo al terzo trimestre 2024.

In linea generale, osserva Francesco Gracceva, l’esperto Enea che cura l’aggiornamento trimestrale delle analisi, si è rilevata “una fase di estrema difficoltà nella transizione energetica nazionale, con un’Italia lontana dagli obiettivi di energia e clima al 2030” (si veda Rinnovabili, Italia in ritardo di otto anni verso i target 2030).

Lo scorso anno, si legge in una nota di sintesi, i consumi di energia sono aumentati dell’1% sul 2023, trainati da trasporti (+3%) e settore civile (+2,5%). Le emissioni di CO2 sono diminuite del 3% su base annua, grazie soprattutto al tracollo dell’uso di carbone nel settore elettrico, ma sono tornate a salire (+1,5%) nel secondo semestre, dopo due anni di variazioni trimestrali sempre negative.

Per quanto riguarda i prezzi dell’energia, si parla di “altalena” sui mercati all’ingrosso nel corso del 2024, con uno spread che si amplia rispetto al resto d’Europa: per l’elettricità la media annuale alla Borsa italiana è stata di 108 €/MWh, rispetto a 78 in Germania, 63 in Spagna, 58 in Francia.

Per il gas il differenziale tra il mercato italiano PSV e quello di riferimento europeo TTF si è attestato in media a 3 euro/MWh

I pezzi di elettricità e gas, prosegue Gracceva, “sono entrambi diminuiti del 15% nel 2024, tuttavia nella seconda parte dell’anno hanno avuto un trend di crescita e restano ancora molto al di sopra della media del decennio 2010-2020: +60% il gas e più che raddoppiato il prezzo dell’elettricità”.

Carbone a parte, sono aumentati i consumi di tutte le altre fonti energetiche: petrolio +1,2%, gas +0,8%, rinnovabili +12% spinte soprattutto dalla ripresa dell’idroelettrico. Infine, le importazioni nette di elettricità sono rimaste pressoché invariate.

Dall’analisi emerge anche un peggioramento dell’indice Ispred che misura l’andamento della transizione energetica su tre parametri (sicurezza, prezzi, decarbonizzazione).

L’indice segna un calo del 25% con valori al minimo storico, a causa della frenata nel calo delle emissioni e dell’insufficiente crescita delle fonti rinnovabili: nonostante il forte aumento delle installazioni di impianti fotovoltaici (+6,8 GW), infatti, la quota delle rinnovabili sui consumi finali (20%) resta 2,5 punti sotto l’obiettivo Pniec al 2024.

Su questo risultato, conclude Gracceva, “ha giocato un ruolo importante il dato molto negativo delle emissioni nei settori non-ETS”, tra cui edifici e trasporti, che per rispettare i target dovrebbero ridursi del 5% l’anno fino al 2030, mentre la media è stata -1% negli ultimi cinque anni.

Segnali positivi arrivano invece sul fronte delle tecnologie per la decarbonizzazione. Infatti, dopo cinque anni si ferma l’aumento del deficit commerciale italiano per l’importazione di tecnologie low-carbon, sceso da 6,4 a circa 5,5 miliardi di euro.

Più in dettaglio, il continuo progresso tecnologico e l’eccesso di offerta sul mercato globale hanno fatto crollare il costo dei pannelli fotovoltaici importati (-37%), favorendo il dimezzamento del deficit nel settore, ora pari a poco più di 1 miliardo di euro.

ADV
×
0
    0
    Carrello
    Il tuo carrello è vuotoRitorna agli abbonamenti
    Privacy Policy Cookie Policy