Le politiche di Biden per il clima? “Irrazionali e quasi religiose”

Parole del segretario Usa all'Energia, Chris Wright, intervenuto alla CERAWeek. Il suo discorso infarcito di fake news, mentre il 2024 segna nuovi record per le rinnovabili negli Stati Uniti.

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Le politiche di Biden sull’energia e il clima sono state “irrazionali e quasi religiose” e hanno imposto “sacrifici infiniti ai nostri cittadini”.

Parole di Chris Wright, segretario all’Energia dell’amministrazione Trump, intervenuto lunedì 10 marzo al CERAWeek 2025, la conferenza annuale sui temi energetici organizzata a Houston, in Texas, dalla società di consulenza S&P Global.

Parole che danno la misura delle fake news diffuse dalla Casa Bianca sulle fonti rinnovabili e sul cambiamento climatico e di quanto Trump voglia puntare sui fossili.

Citiamo qualche altro passaggio del discorso: “L’amministrazione Trump tratterà il cambiamento climatico per quello che è, un fenomeno fisico globale che è un effetto collaterale della costruzione del mondo moderno”.

“L’amministrazione Trump intende essere molto più scientifica e matematicamente erudita” perché le politiche climatiche di Biden “hanno impoverito i nostri cittadini, sono state distruttive dal punto di vista economico per le nostre attività e polarizzanti sotto il profilo politico”.

“La politica della precedente amministrazione era focalizzata con miopia sui cambiamenti climatici, considerando le persone semplicemente come danni collaterali”.

“Ovunque la penetrazione del vento e del sole è aumentata in modo significativo, i prezzi sulla rete sono aumentati e la stabilità della rete è diminuita”.

“Oltre gli ovvi problemi di scala e costo, semplicemente non c’è modo fisico in cui il vento, il sole e le batterie possano sostituire le miriadi di usi del gas naturale [e] non ho ancora nemmeno menzionato petrolio o carbone”.

In sostanza, Wright sta ribaltando la realtà, spacciando per scienza il negazionismo climatico e per verità quelle che sono bufale.

Intanto, riporta la testata Canary Media citando il New York Times, dando un altro colpo alle politiche ambientali, la Casa Bianca ha licenziato a fine febbraio centinaia di dipendenti della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), agenzia federale incaricata, tra le altre cose, di garantire che lo sviluppo dei parchi eolici offshore possa coesistere con l’avifauna, comprese le balene (si veda anche Come Trump & C. stanno smantellando le reti pro-clima e ambiente).

Più rinnovabili che carbone nel 2024

Per fornire qualche dato recente su come si sta evolvendo il settore energetico Usa: nel 2024, emerge dal rapporto speciale US Electricity 2025 pubblicato ieri dal think tank Ember, eolico e fotovoltaico per la prima volta nella storia americana hanno superato il carbone nella generazione elettrica nazionale.

Le due fonti rinnovabili hanno prodotto in totale 757 TWh (17% del mix elettrico Usa), contro 653 TWh del carbone. Il solare da solo ha generato 64 TWh in più in confronto al 2023, segnando una crescita maggiore del gas (+59 TWh).

Il settore elettrico degli States sta diventando più pulito ma il gas, su questo ha ragione Wright, rimane la fonte energetica dominante: 43% del mix di produzione di elettricità lo scorso anno con 1.865 TWh.

La crescita delle rinnovabili più il gas, scrive Ember, ha soddisfatto l’aumento della domanda elettrica nel 2024 (+128 TWh) e favorito il declino del carbone, come riassume il grafico sotto.

Ciò ha contribuito a mitigare l’incremento delle emissioni di CO2: +0,7% lo scorso anno, mentre la domanda elettrica ha segnato un +3% sui dodici mesi precedenti.

Ember poi smonta una delle affermazioni di Wright, secondo cui le rinnovabili fanno lievitare i prezzi dell’energia elettrica.

Alcuni Stati “con elevata penetrazione di energia eolica e solare, come Iowa, South Dakota e Kansas, hanno alcuni dei prezzi elettrici più bassi del Paese”, si legge nel rapporto.

“Al contrario, i costi dell’elettricità più elevati in Stati come California e Massachusetts sono influenzati da fattori tra cui la dipendenza da costosi combustibili fossili importati, infrastrutture obsolete e danni causati da calamità naturali. Questi elementi svolgono un ruolo più significativo nel determinare i prezzi dell’elettricità, rispetto al livello di assorbimento di energia eolica e solare”.

Forte crescita di fotovoltaico e batterie

Nel 2024, evidenzia Wood Mackenzie nel Solar Market Insight realizzato in collaborazione con la Solar Energy Industries Association, gli Stati Uniti hanno installato 50 GW di fotovoltaico.

È il massimo di sempre in un singolo anno, +21% sul 2023 considerando tutti i segmenti di mercato, con oltre 41 GW di impianti utility scale.

Da notare che questi numeri sono ancora più alti rispetto a quelli preliminari pubblicati a fine febbraio dall’Eia (Energy Information Administration) e ripresi da Ember.

Il solare da solo, sottolinea Wood Mackenzie, ha rappresentato il 66% di tutta la nuova capacità di generazione elettrica del 2024; sommando solare e batterie si arriva all’84% circa.

Difatti, altra tendenza rilevante è l’espansione dello storage. Nel 2024 si sono aggiunti 10 GW di batterie utility scale per la rete, portando il totale cumulato a 26 GW e la prospettiva di quasi raddoppiare l’installato annuale nel 2025, con 19,6 GW previsti dall’Eia.

“Sebbene il Presidente Trump abbia già emesso diversi ordini esecutivi nelle prime settimane del suo mandato, tra cui azioni sui finanziamenti federali e sulle tariffe, ciò non ha comportato modifiche sostanziali alle nostre previsioni sul fotovoltaico”, spiegano due analiste di Wood Mackenzie, Zoë Gaston e Sylvia Leyva Martinez.

Nello scenario base, l’industria solare statunitense aggiungerà più di 375 GW entro il 2035.

Si segnala però che “dopo la significativa crescita nel 2023 e nel 2024, le sfide legate ai ritardi di interconnessione e alla disponibilità di manodopera limiteranno lo sviluppo solare futuro”.

Si prevede che la capacità fotovoltaica totale degli Stati Uniti raggiungerà 739 GW entro il 2035, ma le stime includono diversi scenari con i possibili impatti delle politiche di Trump.

Improvvisi cambiamenti nei crediti d’imposta federali, nella disponibilità della catena di fornitura e nella politica di autorizzazione, evidenzia Wood Mackenzie, creeranno incertezza per gli investitori, aumenteranno i costi dei progetti e causeranno un rallentamento del mercato.

Video del discorso:

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