In Germania sorpasso storico: più produzione da rinnovabili che da carbone

Nei primi sei mesi del 2018, le fonti pulite hanno prodotto più elettricità di carbone e lignite, che assieme avevano la quota più importante del mix elettrico tedesco. L'eolico è passato 12,5 al 14,7% in un anno.

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Nella prima metà del 2018 le rinnovabili in Germania hanno superato un traguardo simbolicamente molto importante: superando il carbone (lignite compresa) come quota sulla produzione elettrica lorda, sono diventate la prima fonte di energia elettrica della potenza europea.

I dati pubblicati dall’associazione tedesca delle industrie energetiche e idriche, la BDEW, mostrano (grafico in basso) che eolico, solare e le altre rinnovabili hanno generato 118 TWh di elettricità tra gennaio e la fine di giugno, mentre nello stesso periodo lignite e carbone sommati ne hanno prodotti 114.

La produzione da rinnovabili, si stima, è cresciuta del 10% circa tra la prima metà del 2017 e lo stesso periodo del 2018, aumentando la quota di Fer nel mix energetico dal 32,5 al 36,3%.

L’eolico a terra in particolare ha visto l’aumento maggiore, portando la sua quota sulla produzione dal 12,5 al 14,7% in un anno.

La generazione da carbone è invece scesa significativamente dal 15,6% al 12,6% mentre quella da lignite è solo leggermente diminuita, dal 22,9 al 22,5%. Il gas invece è sceso di oltre un punto percentuale al 12,3% della produzione di elettricità lorda, mentre il nucleare è cresciuto di un punto percentuale all’11,3%.

Nel tentativo di colmare il gap che separa la Germania dagli obiettivi 2030 sul clima, la coalizione governativa CDU – CSU – SPD guidata da Angela Merkel ha promesso di aumentare la quota di rinnovabili sui consumi elettrici al 65% entro la fine del prossimo decennio.

“Le energie rinnovabili sono in marcia”, ha commentato il direttore della BDEW Stefan Kapferer, aggiungendo che le cifre dimostrano che un’uscita di carbone market based in Germania “è già a pieno regime”.

La crescita delle nuove energie rende più necessario che mai un adeguamento della rete per integrare le rinnovabili intermittenti nel sistema, ha fatto presente Kapferer, avvertendo che la Germania non dispone ancora di un affidabile sistema di backup per periodi di bassa produzione da rinnovabili, un problema si intensificherà con la chiusura di altri impianti a carbone. Inoltre, ha sottolineato, l’ultima centrale nucleare del paese sarà spenta nel 2022.

I nuovi dati sui progressi della Energiewende – la transizione avviata da Berlino verso le fonti pulite e via da carbone e nucleare – arrivano in un momento in cui il dibattito politico sull’eliminazione progressiva del carbone è già in pieno svolgimento.

A giugno il governo ha dato vita a una commissione per l’uscita da questo combustibile fossile , cioè un pool che ha il compito di gestire l’eliminazione definitiva della fonte di energia storicamente più importante della Germania senza causare gravi sconvolgimenti economici nelle regioni colpite.

Ambientalisti e partiti di opposizione spingono per una exit strategy accelerata, che riporti il Paese in linea con gli obiettivi climatici del 2020 e del 2030, mentre la lobby del carbone rivendica il diritto a mantenere operative le miniere fino al 2040, sostenendo che una chiusura troppo rapida minaccerebbe la stabilità economica nelle regioni carbonifere e potrebbe portare a una minore sicurezza dell’approvvigionamento e all’aumento dei prezzi dell’energia in tutto il paese.

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