Idroelettrico, quel “gigante dimenticato” sempre più necessario per la transizione energetica

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Stime e analisi nel nuovo rapporto della Iea sull'energia idroelettrica.

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Investire di più in nuovi impianti idroelettrici è necessario se si vuole puntare alle emissioni zero di CO2 nel 2050.

A dirlo è l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea: International Energy Agency), nel suo ultimo rapporto interamente dedicato a questa fonte rinnovabile, Hydropower Special Market Report (link in basso).

Secondo il direttore della Iea, Fatih Birol, l’idroelettrico è il “gigante dimenticato” della transizione energetica pulita, perché gli investimenti si sono concentrati su eolico e fotovoltaico.

Tuttavia, evidenzia Birol, i bacini idroelettrici offrono diversi vantaggi, oltre a produrre elettricità rinnovabile: possono fungere da sistemi di accumulo (grazie ai pompaggi) e possono fornire servizi di flessibilità alla rete elettrica, grazie alla rapidità con cui può essere modulata la produzione degli impianti.

Quindi l’idroelettrico può contribuire a compensare le fluttuazioni dei parchi eolici e fotovoltaici e a sviluppare un mix bilanciato di rinnovabili.

Nel 2020, si veda il grafico seguente, tratto dal rapporto, l’idroelettrico ha generato un sesto dell’energia elettrica mondiale, più di tutte le altre fonti rinnovabili messe insieme.

Però la quota percentuale dell’idroelettrico nel mix complessivo di generazione non riesce più a crescere, a causa del contemporaneo boom di eolico e fotovoltaico.

Inoltre, gli investimenti nel settore sono frenati da diversi motivi: tempi lunghi per autorizzare e costruire nuovi impianti, potenziale di sviluppo esaurito o quasi in alcune regioni, rischi ambientali, elevati costi di investimento, necessità di un maggiore supporto da parte di governi e banche.

Per essere in linea con lo scenario Net-zero 2050 della Iea, la nuova capacità netta installata nell’idroelettrico da qui al 2030 dovrebbe essere doppia rispetto allo scenario base, come riassume il grafico sotto: quasi 500 GW di nuova capacità su scala globale, al netto degli impianti dismessi.

Difatti, spiega la Iea, in molte aree del mondo, soprattutto nelle economie emergenti, il potenziale tecnico dell’idroelettrico, in buona parte, deve essere ancora sfruttato; si parla di un 50-60% di potenziale economicamente sostenibile.

La crescita attesa dell’idroelettrico si concentrerà in Asia (Cina in primis) e America Latina.

Per l’Europa nello scenario base (grafico sotto) si stima una crescita del +8% nel periodo 2021-2030 con 18 GW di nuova capacità netta, grazie soprattutto ai progetti in Turchia.

Nel grafico è presente anche l’Italia con poche centinaia di MW perlopiù in impianti sui fiumi.

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