I tecnici del Mase stanno lavorando a una proposta di legge sulla geotermia, prendendo in esame l’esperienza normativa francese.
Questa l’indicazione data oggi dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, in occasione di un convegno alla Camera organizzato da Forza Italia.
Un lavoro che dovrà tenere conto anche del nuovo Piano europeo sulla geotermia che la Commissione Ue dovrebbe pubblicare entro fine anno, secondo quanto riportato nel corso dell’evento da Marco Baresi, vicepresidente Egec, European geothermal energy council.
In vista di tutto ciò, infine, bisognerà guardare anche a una conferenza su questa fonte che la Iea ha previsto venerdì 11 ottobre a Parigi, con l’obiettivo di pubblicare uno specifico report entro fine novembre.
I temi su cui si concentra il Mase
Qualche dettaglio su cosa potrebbe esserci in questa iniziativa legislativa lo ha dato lo stesso Pichetto a margine del convegno: “Questo mondo chiede forme di garanzia sul rischio” da esplorazione, “un meccanismo assicurativo da valutare”.
Non finisce qui. Ulteriori punti su cui concentrarsi sono stati evidenziati dai vari relatori intervenuti.
Rse, ad esempio, ha in serbo proposte di semplificazione sull’istituto dell’edilizia libera per facilitare la diffusione di questa tecnologia a livello residenziale, come indicato dal presidente Franco Cotana.
Di interesse anche la possibilità di creare delle “Comunità energetiche rinnovabili termiche con la geotermia”, sostenute da Riccardo Bano di Arse, in modo da intercettare analoghi benefici delle Cer.
Tra i nodi da sciogliere quello dei Contratti di sviluppo gestiti dal Mimit che, al momento, non contemplano la geotermia come tecnologia ammessa nello strumento. Un’esigenza di modifica rimarcata sul palco da Marco Baresi di Egec e da Bruno Della Vedova, presidente di Unione geotermica italiana. Dall’Ugi, inoltre, anche la proposta di specifici “Piani di transizione del calore nella Pubblica amministrazione”.
Infine, secondo Adele Manzella, prima ricercatrice Cnr, occorre definire un piano sulla ricerca scientifica di settore a ogni livello, con un preciso “mandato del Governo”.
Il fronte dell’innovazione tecnologica
La “stabilità normativa e contributiva” è stata invocata, tra gli altri, da Andrea Ferrara, chief development officer di Fri-El Geo, per sbloccare l’azione di “molte aziende, anche dall’estero, pronte a entrare nel mercato italiano della geotermia”.
Dal canto suo Friel lavora “alla decarbonizzazione del teleriscaldamento facendo impianti a bassa entalpia da 30-40 MW. Abbiamo circa 30 progetti in pianura padana”.
Chi ha deciso di tornare nel mercato della geotermia, dopo qualche anno di stop, è Saipem, pronta a sfruttare il potenziale dell’offshore ma anche il riutilizzo a fini geotermici dei pozzi oil&gas dismessi.
In questa direzione, ricorda l’a.d. Alessandro Puliti, va anche un accordo con Geolog e Ignis H2 Energy annunciato ieri, finalizzato a sviluppare soluzioni tecnologiche avanzate nel settore e studiare la fattibilità di nuovi impianti geotermici nel mondo. Tutto ciò anche se in Italia, “di clienti” per gli sviluppatori di progetti, “se ne vedono ancora pochi”, secondo Puliti.
Infine, sul piano dell’innovazione tecnologica, l’Ugi ha ricordato anche le opportunità date dai sistemi di accumulo stagionale “a zero entalpia”, basati su “geoscambio con pompe di calore”.
A ciò si aggiungono le “reti di teleriscaldamento di V generazione, in grado di condividere i cascami di calore da siti industriali o commerciali”, e il recupero di litio dai fluidi geotermici.
I lavori di oggi sono stati conclusi dal responsabile Energia di FI, Luca Squeri (organizzatore dell’evento), che ha annunciato un nuovo appuntamento convegnistico dedicato all’energia per novembre. Il tentativo è di mettere in luce “anche argomenti meno trattati”, visto che “nessuna fonte è risolutiva da sola ma tutte insieme possono esserlo”.
Tra queste c’è appunto la geotermia, che affonda le sue radici in una storia italiana lunga 120 anni. Il primo tentativo di produrre elettricità dall’energia contenuta nel vapore geotermico, infatti, è stato fatto a Larderello nel 1904.