Il Portogallo resta al centro della cronaca che riguarda le rinnovabili, negli ultimi giorni.
Dopo l’annuncio del piano del Paese iberico che punta all’80% di Fer sulla produzione elettrica entro il 2026, seguito dalla notizia dell’impianto EDF da 70 MW di fotovoltaico galleggiante a sussidi negativi, è stato diffuso anche il piano di riconversione dell’ex centrale a carbone di Pego, nella parte centrale del Portogallo.
Ad aggiudicarsi la gara è stata Endesa, la controllata spagnola di Enel, che curerà il più grande impianto ibrido eolico-fotovoltaico-accumulo d’Europa.
Nel dettaglio il progetto prevede la sostituzione dell’ex impianto a carbone da 628 MW con:
- 365 MW di fotovoltaico
- un parco eolico da 264MW
- la più grande batteria di accumulo d’Europa da 168 MW.
L’impianto sarà anche connesso a un elettrolizzatore da 500 kW, per la produzione di idrogeno verde, che sarà alimentato con l’energia in eccesso che non può essere immagazzinata dalle batterie.
Il progetto – fa sapere una nota stampa – richiederà un investimento da parte di Endesa di circa 600 milioni di euro.
Il piano di riconversione, oltre all’aspetto tecnologico, coinvolge anche la formazione professionale del personale impiegato nella centrale a carbone.
Oltre duemila lavoratori verranno quindi istruiti da Endesa sulle modalità e le tecniche necessarie all’installazione e il mantenimento di impianti rinnovabili. I corsi comprenderanno anche lo studio delle attività che si possono svolgere tra i pannelli solari: come l’agricoltura, l’allevamento o l’apicoltura.