In vista dell’abbandono del regime di Scambio sul posto e del conseguente passaggio al Ritiro dedicato, il Gse ha pubblicato sul proprio sito i nuovi template del modello unico (link in basso) per la realizzazione, la connessione e l’esercizio di impianti fotovoltaici sotto i 200 kW.
In una nota il Gestore comunica che i modelli sono validi a partire dal 30 maggio 2025. All’interno del documento il proponente deve specificare la modalità con la quale intende avvalersi del ritiro dell’energia elettrica:
- da parte del Gse attraverso il ritiro dedicato (richiedendo l’applicazione del prezzo orario o del prezzo minimo garantito);
- da parte di un utente del dispacciamento diverso dal Gse per la cessione al mercato.
Oltre a dover rispettare limiti di potenza, si dispone che l’impianto sia obbligatoriamente realizzato presso un cliente finale già dotato di un punto di prelievo attivo.
La fine dello Scambio sul posto
Ricordiamo che, come confermato recentemente dalla delibera Arera 213/2025/R/EFR (link in basso), sarà possibile presentare una nuova richiesta di accesso al meccanismo di Scambio sul posto (SSP) fino al prossimo 26 settembre solo per gli impianti entrati in esercizio entro il 29 maggio 2025.
Da quel momento quindi non sarà possibile sottoscrivere nuove connessioni legate a questo tipo di remunerazione. Chi invece ha già un impianto in essere e un contratto quindicinale con il Gestore potrà goderne fino alla naturale scadenza, sapendo però che le convenzioni non potranno essere più rinnovate.
In alternativa allo Scambio sul posto, per la remunerazione dell’energia immessa si potrà presentare una richiesta di accesso al Ritiro dedicato (Rid).
Caratteristiche del Ritiro dedicato
Nel regime di Ritiro dedicato, il Gse remunera l’elettricità immessa in rete (quella prodotta ma non autoconsumata) attraverso pagamenti con cadenza mensile. A differenza dello Scambio sul posto, nel Rid non avviene una compensazione tra energia immessa e prelevata: l’utente vende tutta l’energia in eccesso prodotta dal proprio impianto fotovoltaico e la paga normalmente quando la compra dalla rete.
Per le modalità di remunerazione, come detto, l’utente può scegliere tra prezzo minimo garantito (Pmg) e prezzo zonale orario (Pzo), a seconda del proprio consumo di energia e dalle specifiche del proprio impianto fotovoltaico.
Il Pmg viene appunto “garantito” dal Gse a prescindere dall’andamento del mercato. Per il 2025 è stato fissato a 4,64 centesimi di euro per kWh. Si tratta di una soluzione che può risultare conveniente se non ci si vuole esporre alle fluttuazioni dei prezzi e si preferiscono guadagni più stabili e prevedibili.
Il Prezzo zonale orario cambia invece in base alla zona geografica e all’ora del giorno. Questo implica che se l’energia che si immette in rete viene venduta nelle ore in cui il prezzo è più alto, ci si attendono guadagni maggiori.
È una buona opzione per gli impianti che producono molta energia nelle ore in cui il prezzo di mercato è elevato. Tuttavia, il rischio è che il prezzo possa anche scendere, quindi l’andamento delle ore di mercato è più imprevedibile.
Qual è la scelta migliore? Se l’impianto fotovoltaico produce molta elettricità che non si consuma direttamente e si preferisce la certezza di un prezzo stabile, il Pmg può essere la scelta più indicata.
Se invece si intende monitorare i prezzi e si ritiene che il proprio impianto produca energia nelle ore con alti prezzi di mercato, il Pzo potrebbe offrire guadagni più elevati.
- Modello Gse (pdf)
- Delibera Arera (pdf)