L’industria italiana è al centro di un cambiamento strutturale: ridurre le emissioni climalteranti e diventare progressivamente indipendente dai combustibili fossili.
Un processo che implica la decarbonizzazione profonda dei processi produttivi e che, come ha messo in luce la prima edizione di NetZero Milan, organizzata da Fiera Milano lo scorso 14-16 maggio, richiederà l’impegno coordinato di tutti gli attori della filiera: imprese, finanza, istituzioni e ricerca.
“NetZero nasce con un chiaro obiettivo: costruire una piattaforma di confronto tra tutti i soggetti protagonisti della transizione industriale. Abbiamo avuto oltre 200 speaker in tre giorni, con focus su tecnologie come rinnovabili, idrogeno, cattura della CO2, SMR e il ruolo della finanza”, ha raccontato Sara Quotti Tubi, portavoce dell’evento.
Secondo uno studio del think tank ECCO, in Italia il 68% della domanda di calore di processo dipende ancora da combustibili fossili, e il 31% di questa domanda riguarda temperature inferiori ai 200 °C.
Una delle leve tecnologiche oggi più promettenti è l’elettrificazione dei processi industriali, soprattutto nel segmento di media e bassa temperatura.
Come ha spiegato Marta Lovisolo, Senior Policy Advisor di ECCO Climate, “elettrificare significa usare direttamente l’elettricità prodotta da rinnovabili europee nei nostri processi industriali. È un modo per decarbonizzare, innovare e rafforzare l’autonomia energetica del continente”.
L’industria può avvalersi di tecnologie già mature, come le pompe di calore industriali, associate a sistemi di storage e autoproduzione da rinnovabili. “Non si tratta solo di cambiare tecnologia, ma di ripensare il modello produttivo, anche con l’aiuto di soggetti come le ESCo, che oggi affiancano molte aziende nel percorso di efficienza energetica”, ha spiegato Lovisolo.
Ma restano alcune criticità: tra queste, i costi dell’elettricità ancora poco competitivi rispetto al gas e le difficoltà di connessione alla rete per molti siti produttivi. “Molte aziende non sanno quando potranno ottenere l’allaccio elettrico necessario per elettrificare completamente i propri impianti”, ha sottolineato Lovisolo. Il nodo infrastrutturale si intreccia poi con la necessità di personale tecnico qualificato, capace di comprendere e gestire tecnologie ancora poco diffuse nel sistema produttivo.
Più complessa la sfida per i settori cosiddetti “hard to abate“, come acciaio, cemento e vetro, che da soli valgono il 13% delle emissioni italiane.
Secondo Leonardo Bonetti, partner di Roland Berger, “sono comparti che richiedono investimenti molto elevati, tecnologie non sempre mature e una profonda revisione dei modelli di business. Oggi siamo all’inizio: ci sono progetti pilota, ma manca l’applicazione su larga scala”.
Tra le tecnologie chiave, Bonetti cita il CCS (Carbon Capture and Sequestration), l’idrogeno e i green fuels, ma, spiega, “senza una strategia industriale e finanziaria condivisa, rischiamo di perdere competitività rispetto ad altri mercati, dove i costi dell’energia sono molto più bassi”.
La questione della competitività energetica è trasversale anche ad altri settori critici per le emissioni, come il trasporto aereo e marittimo.
Andrea Bassanino, Senior Partner di Roland Berger, ha spiegato che “il trasporto aereo è responsabile di circa il 2-3% delle emissioni globali di CO2 e del 4% dei gas climalteranti. E la domanda è destinata a crescere”.
Anche in questo caso, l’unica via è un portafoglio tecnologico integrato: biocarburanti sostenibili (SAF), e-fuel, idrogeno e aerei più efficienti. “Gli e-fuel oggi costano sette-otto volte più dei carburanti fossili, ma saranno fondamentali per raggiungere gli obiettivi al 2050. E non basteranno da soli: servirà innovare anche negli aeroporti e nella logistica a terra, con un approccio di ecosistema”.
La decarbonizzazione industriale, dunque, non è una questione settoriale, ma un progetto di sistema e NetZero Milano ha voluto aprire un confronto ad ampio spettro, con l’obiettivo di creare le condizioni affinché imprese, istituzioni e finanza possano muoversi nella stessa direzione, verso un’industria a zero emissioni entro il 2050.