Eolico offshore, la Cooperazione energetica dei mari del Nord punta a 260 GW al 2050

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Sono previsti target intermedi, non vincolanti, di almeno 76 GW entro il 2030 e di 193 GW entro il 2040. Intanto in UK è in esercizio Hornsea 2, il più grande parco eolico offshore del mondo.

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I nove paesi membri della Cooperazione energetica dei mari del Nord (Nsec) vogliono raggiungere almeno 260 GW di energia eolica offshore entro il 2050, ossia oltre l’85% dei 300 GW previsti a livello Ue.

Sono previsti target intermedi, non vincolanti, di almeno 76 GW entro il 2030 e di 193 GW entro il 2040.

L’obiettivo è stato esteso durante una riunione tra i rispettivi ministeri competenti e la Commissione europea che si è tenuta a Dublino lo scorso 12 settembre  e durante la quale, per la prima volta, sono stati concordati obiettivi aggregati, seppure non vincolanti, in materia di energia rinnovabile offshore per l’area marittima dell’intera regione.

“Solo in Irlanda la nostra area di mare è sette volte la nostra massa continentale. Il Nord Atlantico e il Mare del Nord comprendono alcune delle località più ventose del globo. È la nostra più grande risorsa collettiva ed è importante che oggi abbiamo deciso di essere ambiziosi nei nostri obiettivi, come collettività”, ha commentato il ministro dell’ambiente irlandese Eamon Ryan.

Per raggiungere questi obiettivi ambiziosi è però necessaria un’accelerazione nei processi autorizzativi degli impianti rinnovabili, con particolare riferimento agli impianti offshore.

A tale scopo – si legge nel joint statement uscitao dal meeting di Dublino – i paesi coinvolti (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia) si sono impegnati ad adottare tutte le misure pertinenti e appropriate, se non già in essere, per velocizzare le procedure regolamentari e di concessione delle autorizzazioni, garantendo nel contempo uno sviluppo sano ed equilibrato delle rinnovabili in tutela dell’ecosistema marino.

Un altro ostacolo al raggiungimento di questo obiettivo, leggiamo nel documento, potrebbe essere costituito dalla carenza di materiali e di prodotti che sta creando colli di bottiglia lungo la supply chain. Anche in questo segmento del mercato dell’energia si sentono gli effetti della guerra in corso in Ucraina, le interruzioni della catena di approvvigionamento e lo stress finanziario affrontato.

I ministri hanno accolto le problematiche segnalate dall’industria e si impegnano a intavolare un dialogo costruttivo con gli stakeholders per superare queste criticità, considerando l’importanza di un piano industriale trasparente, ambizioso e di lungo termine per lo sviluppo di progetti offshore nei vari Paesi, tenendo conto dell’utilità di un coordinamento interregionale per le prossime aste e dell’importanza di una maggiore uniformità in materia di appalti.

Intanto è dal 31 agosto entrato in esercizio Hornsea 2, il più grande parco eolico offshore del mondo: si trova a 89 km al largo della costa dello Yorkshire, nel Regno Unito. Sono 165 turbine eoliche Siemens Gamesa da 8 MW ciascuna per circa 1.320 MW totali, in grado di fornire energia elettrica a oltre 1,4 milioni di case nel Regno Unito. Ogni pala della turbina è lunga 81 metri e la punta della pala raggiunge più di 200 metri sul livello del mare.

Questo impianto eolico offshore è stato realizzato accanto al progetto gemello Hornsea 1 (insieme i due impianti alimenteranno ogni anno 2,5 milioni di abitazioni, cioè elettricità per circa 10 milioni di persone). L’obiettivo del governo conservatore britannico è di avere 50 GW eolico offshore in funzione entro il 2030, funzionali al progetto di decarbonizzare la produzione elettrica del paese entro il 2035.

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