Energia, ecco il piano della Commissione Ue per il 2025

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Diversi provvedimenti in arrivo quest'anno, a cominciare dal Clean Industrial Deal che verrà presentato il 26 febbraio. Novità anche su nucleare e trasporti.

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Il Clean Industrial Deal, l’affrancamento dalle importazioni di energia dalla Russia, la direttiva sulla due diligence aziendale e quella sulla rendicontazione delle imprese in materia di sostenibilità, le novità su Ets e Cbam.

Per l’Unione europea sarà un 2025 particolarmente denso di provvedimenti, soprattutto in materia di energia. La Commissione Ue ha presentato ieri, 12 febbraio, il programma di lavoro per l’anno corrente (link in basso), il primo per il nuovo esecutivo. Le iniziative attuano gli impegni contenuti negli orientamenti politici e nelle lettere di incarico dei commissari annunciati lo scorso luglio da Ursula von der Leyen e sono incentrate su una serie di pacchetti e proposte omnibus.

Il programma, spiega la Commissione in una nota, avrà come focus la “semplificazione”. È formato da 51 nuove iniziative politiche (di cui 18 legislative), 37 valutazioni e “fitness check”, 37 ritiri di proposte e 4 proposte di abrogazione, mentre altre 123 proposte restano in itinere. Contiene diversi passaggi anche su difesa, sicurezza e diritti civili.

Il primo grande step per quanto riguarda l’energia arriverà il prossimo 26 febbraio quando verrà presentato ufficialmente il Clean Industrial Deal.

“Questa iniziativa delineerà le nostre strategie urgenti e a breve termine affinché l’industria riacquisti competitività durante la decarbonizzazione”, spiega la Commissione. “Aiuterà l’Europa a raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo, migliorando l’accesso all’energia a prezzi accessibili, creando mercati guidati e stimolando la domanda e l’offerta di materiali, servizi e prodotti circolari, oltre a rafforzare la sicurezza economica”.

In particolare, la proposta sui mercati guidati (“lead markets”) che assorbano l’offerta di materiali puliti in settori-chiave, come il cemento, l’acciaio, i trasporti e l’industria pesante, faceva parte di alcune richieste fatte la scorsa settimana alla Commissione da un gruppo di 16 think tank e organizzazioni della società civile (Cosa si aspettano gli ambientalisti dal Clean Industrial Deal).

Nucleare, Russia e trasporti

Il Clean Industrial Deal andrà di pari passo con una nuova legge europea sul clima, che fisserà un obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040.

Quest’anno sarà poi adottata una tabella di marcia per porre fine alle importazioni energetiche dalla Russia. Contemporaneamente, ci sarà una spinta interna sul nucleare: la Commissione presenterà il “Programma indicativo nucleare 2025” e un piano strategico per l’Alleanza industriale europea sui reattori modulari di piccole dimensioni (SMR), per sostenere l’accelerazione di questa tecnologia (sulla quale al momento regna lo scetticismo).

Parallelamente verrà proposto un piano d’azione per rendere l’energia più accessibile in tutto il Continente. Verrà sviluppato anche un nuovo quadro di aiuti di Stato “per accelerare l’introduzione delle energie rinnovabili, rafforzare la decarbonizzazione industriale e garantire capacità produttive sufficienti per la tecnologia pulita”.

Ancora, la Commissione presenterà un piano di investimenti per il trasporto sostenibile, con un quadro strategico per sostenere la produzione e la distribuzione di carburanti green. Il piano comprenderà misure a sostegno dell’introduzione accelerata di infrastrutture di ricarica e rifornimento, oltre a partenariati commerciali e di investimento con i Paesi terzi sui carburanti rinnovabili e a basse emissioni di CO2.

Cbam e auto a motore endotermico

In itinere sono poi due regolamenti su come utilizzare le risorse provenienti dall’Ets e dal Cbam.

Su quest’ultimo ricordiamo il recente annuncio fatto al Financial Times dal commissario Ue per il Clima Wopke Hoekstra, secondo il quale oltre l’80% delle aziende Ue ammissibili alla nuova tassa sarà esentato dal meccanismo di adeguamento della CO2 alla frontiera. Il Cbam è nato per evitare che le industrie europee con elevate emissioni di CO2 associate alla produzione di beni e materiali, tra cui acciaio, alluminio, fertilizzanti e cemento, delocalizzino le loro attività in Paesi in cui le norme sull’ambiente sono meno severe.

Il sistema è ancora in fase sperimentale ed entrerà in funzione nel 2026, ma “solo” per 20mila delle 200mila aziende che sarebbero interessate dalla normativa.

Il programma non cita invece lo stop alle auto a motore endotermico dal 2035. Nonostante una manifesta determinazione mostrata dalla Commissione a consentire soltanto vendite “full electric”, alcune indiscrezioni rivelano che Bruxelles starebbe valutando di consentire, anche dopo la scadenza fissata tra dieci anni, la commercializzazione di nuove auto ibride plug-in o dotate di range extender”, un piccolo motore a combustione interna utilizzato esclusivamente per ricaricare la batteria del veicolo elettrico.

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