Emissioni 2030 Ue, obiettivo obsoleto: si va oltre il -50% anche con il “business as usual”

Il target del 40% è ancora più conservativo di quanto ammesso dalla stessa Commissione. In un nuovo studio si spiega perché è il caso di puntare più in alto.

ADV
image_pdfimage_print

Mentre la Germania e i paesi dell’Europa orientale continuano a frenare l’aumento dell’obiettivo europeo 2030 di riduzione delle emissioni del 40%, un nuovo studio mostra che quel traguardo verrà superato anche in uno scenario business as usual.

Se si tiene conto dell’abbandono del carbone annunciato da diversi Stati membri, infatti, si arriverà almeno al 50% senza ulteriori sforzi. È dunque il caso di essere più ambiziosi.

Come sappiamo, il target del -40% sui livelli del 1990 al 2030 è stato fissato nel 2014. Una decisione dunque anteriore all’accordo di Parigi del 2015 sui cambiamenti climatici e un taglio che secondo la scienza è inadeguato per contribuire all’obiettivo fissato in quella sede: mantenere il riscaldamento globale “ben al di sotto” dei 2°C, puntando a fermarlo entro gli 1,5 °C.

La stessa Commissione europea, d’altra parte, a giugno scorso ha riconosciuto che quel -40% deciso ormai quasi 5 anni fa non è aggiornato. Le nuove direttive su rinnovabili ed efficienza energetica da sole produrranno tagli “de facto” di circa il 45%, ha poi stimato l’esecutivo europeo nella sua “long term strategy” pubblicata a novembre.

Ora una nuova modellizzazione, condotta dal think tank ambientalista Sandbag, ha concluso che anche senza ulteriori azioni rispetto a quelle già in programma, si arriverà a un calo del 50% che, potrebbe arrivare facilmente a -58% con piccoli ritocchi su rinnovabili e mobilità elettrica:

A spiegare il maggior ottimismo dei calcoli di Sandbag rispetto alla modellizzazione della long term strategy delle Commissione (che ha stimato riduzioni del 46% al 2030) il fatto che questo nuovo scenario incorpora l’abbandono del carbone già annunciato da vari Paesi e una riduzione dell’uso di questa fonte, per arrivare al phase out nel 2040, negli Stati membri che ancora non hanno fatto annunci (vedi assunti in tabella qui sotto).

Come sappiamo, l’Italia si è impegnata, sia con la SEN che con il nuovo Piano energia e clima a uscire dal carbone entro il 2025, i Paesi Bassi entro il 2029, la Francia entro il 2021, mentre la Germania ha annunciato la deadline per l’ultima centrale, 2038, solo dopo che Sandbag aveva fatto i suoi calcoli.

Mentre lo studio della Commissione stima che ci siano ancora 371 TWh di energia dal carbone nel 2030, per Sandbag saranno solo 198 TWh.

L’anno prossimo, nel 2020 – conclude il think tank – saremo a metà strada: saranno passati 30 anni dal primo rapporto dell’IPCC e ne mancheranno 30 anni a quando l’Ue sarà completamente decarbonizzata.

A livello di emissioni, però siamo solo a un quarto: a fine 2018 siamo cioè a solo al 24% al di sotto dei livelli del 1990: meglio dunque accelerare visto che sarà anche più facile del previsto.

Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:

Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati subito a QualEnergia.it PRO

ADV
×
0
    0
    Carrello
    Il tuo carrello è vuotoRitorna agli abbonamenti
    Privacy Policy Cookie Policy