“Emergenza clima più grave della pandemia”, cosa ha detto Draghi al Climate Moment di New York

Il discorso integrale del presidente del Consiglio italiano.

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“Siamo ancora alle prese con la pandemia, ma questa è un’emergenza altrettanto se non più grave e non dobbiamo assolutamente diminuire la nostra determinazione ad affrontare il cambiamento climatico”.

Questo il passaggio maggiormente ripreso dalla stampa del discorso del premier italiano, Mario Draghi, intervenuto ieri in videoconferenza al Climate Moment di New York, la tavola rotonda sul clima che si è svolta in occasione della 76esima Assemblea generale delle Nazioni Unite.

La nostra azione per ridurre le emissioni di CO2 deve essere “immediata, rapida e su vasta scala”, altrimenti sarà impossibile contenere entro 1,5 °C il surriscaldamento globale, come previsto dagli accordi di Parigi, ha aggiunto.

Nel suo discorso (link in basso), Draghi ha sottolineato che diversi paesi, Italia compresa, hanno posto al centro dei rispettivi piani di ripresa economica un modello di crescita più verde e sono determinati a raggiungere i prossimi obiettivi di riduzione delle emissioni: -55% nel 2030, in confronto al 1990, per poi azzerare le emissioni nette di anidride carbonica nel 2050.

Tuttavia, ha ricordato il premier italiano, “l’Europa oggi rappresenta solo un 8% delle emissioni globali“, quindi dovremmo convincere i paesi di tutto il mondo “che accelerare la transizione energetica ha dei costi, ma comporta anche dei grandi benefici”.

Le attuali misure, ha proseguito Draghi, “sono insufficienti a impedire che le emissioni di CO2 ritornino ai livelli del 2019 entro la fine del 2022 e continuino a salire dopo il 2023″.

Che fare?

Secondo Draghi, “dovremo rafforzare i nostri sforzi comuni per accelerare l’abbandono del carbone [unabated coal nel testo: si parla degli impianti privi di tecnologie per abbattere le emissioni di CO2, ndr.] sia a livello nazionale sia a livello internazionale”.

Inoltre, ha spiegato il premier, gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo devono diventare prioritari in settori come “elettrificazione, idrogeno, bioenergie, cattura, utilizzo e stoccaggio della CO2 [qui si parla delle tecnologie CCUS: Carbon Capture, Utilization and Storage, ndr.]”.

Allo stesso tempo, ha precisato Draghi, “il carbon pricing potrebbe essere uno degli strumenti per accelerare la transizione verde”.

Infine Draghi ha evidenziato che il prossimo vertice G20 a Roma e la CoP 26 a Glasgow “sono un’occasione imperdibile per rispondere a queste sfide e dimostrare la nostra determinazione collettiva”.

L’Italia, come presidenza del G20 e partner della Gran Bretagna per la Conferenza Onu sul clima, ha aggiunto Draghi, è impegnata “a fissare obiettivi ambiziosi e lungimiranti per i tre pilastri dell’accordo di Parigi: mitigazione, adattamento e finanza”, affermando che occorre rispettare l’impegno, da parte dei paesi più sviluppati, di destinare 100 miliardi di dollari ogni anno con cui finanziare la transizione energetica nelle economie emergenti.

L’Italia, ha terminato Draghi, “farà la sua parte”, precisando che “siamo pronti ad annunciare un nuovo impegno finanziario sul clima nelle prossime settimane”.

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