Elettrificazione dei consumi: stato dell’arte e strategie in uno studio Enel-Ambrosetti

Sei le tecnologie chiave per l'elettrificazione del consumo energetico in Italia, individuate dallo studio: pompe di calore; LED; sistemi elettrochimici di accumulo; motore elettrico; elettronica di potenza; i sistemi di gestione dell’energia.

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L’elettricità è il vettore energetico del futuro, perché se generata da un mix bilanciato con una quota rilevante di rinnovabili, permette di ridurre le emissioni di CO2; rafforza la resilienza del sistema energetico; promuove una maggiore efficienza energetica; si integra facilmente con la digitalizzazione, agevolando una migliore gestione dei consumi; infine, stimola l’innovazione e la sostenibilità degli stili di vita e dei processi industriali, assicurando prodotti migliori.

L’Italia raggiunge attualmente un livello di elettrificazione, intesa come quota sul consumo energetico totale coperta dal vettore elettrico, pari al 21%, con la possibilità di raggiungere una percentuale compresa tra il 24% e il 30% entro il 2030. I settori con maggiore potenziale di crescita sono i trasporti, gli edifici e l’industria.

Questo in estrema sintesi quanto emerso dallo studio Electrify 2030 (allegato in basso), realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Enel X e Fondazione Centro Studi Enel che, in qualità di partner scientifico, ha contribuito alla definizione degli scenari elaborati e delle proposte operative per la diffusione del vettore elettrico.

L’analisi – spiega una nota stampa riepilogativa – parte dai dati relativi alle emissioni di gas serra, costantemente cresciute a livello globale fino a toccare, nel 2016, i 58.710 milioni di tonnellate di CO2, pari a un incremento del 62% rispetto al 1990.

La risposta a uno scenario di questo genere, che impone come priorità all’agenda mondiale un’accelerazione del processo di decarbonizzazione, va ricercata – spiega lo studio – nel vettore elettrico, per le ragioni spiegate all’inizio di questo articolo.

L’evoluzione è in atto, prosegue lo studio, ma va rafforzata. Tra il 1990 e il 2016 l’elettrificazione è aumentata a livello europeo (dal 17% al 22%) e italiano (dal 17% al 21%) e molti scenari delineano un ulteriore potenziale raggiungibile nel 2030, quantificato in un aumento compreso tra 3 e 9 punti percentuali sia per l’Europa, sia per l’Italia.

A livello nazionale la crescita relativamente più elevata è prevista nel settore dei trasporti, con proiezioni di rialzo dall’attuale 2% ad un range compreso tra il 5% e l’8%. Si stima un aumento notevole – dal 26% al 32%-34% – anche per l’elettrificazione degli edifici. Infine, il settore industriale ha un potenziale stimato in 2-4 punti aggiuntivi, a partire dalla quota attuale del 35%.

La e-mobility

Quello dei trasporti è, dunque, il settore italiano dalle maggiori prospettive. Se si tiene conto della filiera allargata della e-Mobility, si arriva a individuare circa 160.000 imprese potenzialmente coinvolte, con oltre 820.000 occupati e un fatturato complessivo, ad oggi, di oltre 420 miliardi di euro.

Lo studio stima anche i benefici economici raggiungibili in Italia al 2030: in questo caso, si arriva a un fatturato addizionale compreso tra 102,4 e 456,6 miliardi di euro.

Sei le tecnologie di elettrificazione su cui puntare per i segmenti Edifici e Industria. Per identificare le più promettenti, l’analisi sviluppa un modello che ne individua oltre 60 capaci di generare una notevole ricaduta economica.

In Italia, la filiera industriale complessiva è infatti potenzialmente costituita da circa 17.000 imprese con oltre 320.000 dipendenti e un fatturato pari a circa 80 miliardi di euro. In particolare, rivela la ricerca, le tecnologie chiave sono: le pompe di calore; le luci a LED; i sistemi elettrochimici di accumulo; il motore elettrico; l’elettronica di potenza; i sistemi di gestione dell’energia, in grado di generare ricavi complessivi tra 135 e 326,5 miliardi di euro.

La strategia

Lo stimolo derivante dal processo di elettrificazione, conclude l’analisi, richiede però un’azione trasversale per ottenere tutti i benefici e le opportunità attivabili. Nel dettaglio, occorre focalizzarsi sulle seguenti aree: la diffusione della mobilità elettrica, la promozione dell’efficienza energetica, il rafforzamento della collaborazione tra imprese e ricerca, il potenziamento delle competenze nazionali per le tecnologie elettriche di frontiera, la diffusione della consapevolezza relativa ai benefici dell’elettrificazione.

Il Gestore del Sistema di Distribuzione (GSD) può fungere da fattore abilitante, sostenendo lo sviluppo tecnologico e l’investimento associato.

Dal punto di vista legislativo e regolamentare si dovrebbe quindi incentivare adeguatamente l’investimento di cui il GSD necessita per la propria rete, sia in termini di digitalizzazione che di rinnovo, impegnandosi a gestire l’integrazione sempre crescente di rinnovabili, la diffusione di un’estesa rete di infrastruttura di ricarica per i veicoli elettrici e una maggior quota di elettricità sul consumo energetico finale.

Inoltre, è necessario definire regole e responsabilità dei vari operatori di rete (GST e GSD), in linea con l’attuale quadro normativo europeo.

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