E-Phowi (Energy, PHotovoltaics, WInd), ramo della società Franzese srl, è un’azienda italiana con sede in provincia di Napoli che opera nel settore delle energie rinnovabili, e in particolare nel fotovoltaico, agrivoltaico, eolico, idroelettrico ed energy storage.
L’azienda ha installato nel 2009 la sua prima pala eolica da 1 MW in Puglia (foto in basso) e ad oggi ha realizzato circa 30 progetti, principalmente nel Sud Italia.
Fondata nel 2008 grazie a un’intuizione di Giuseppe Franzese, E-Phowi è ora gestita dal figlio, Michele Franzese, l’attuale Amministratore Unico che abbiamo intervistato per conoscere meglio l’azienda e le sue strategie di mercato, iniziando con chiedergli un flash su come è nata e di cosa si sta occupando.
“Nel 2008, mio padre, Giuseppe, ci spinse grazie alla sua passione a investire nel settore delle energie rinnovabili, nonostante venissimo da un’esperienza imprenditoriale diversa. Dopo un anno di attività installammo la prima turbina eolica da 1 MW. In oltre 14 anni ha prodotto quasi 28 GWh. Oggi, oltre a investire in impianti fotovoltaici ed eolici, ci occupiamo anche della progettazione”, ci ha detto l’amministratore unico.
Dottor Franzese, parliamo proprio della vostra attività di progettazione…
Partiamo dalla ricerca di terreni idonei per parchi fotovoltaici e seguiamo l’intero iter, dalla connessione alla rete alla progettazione e autorizzazione, principalmente tramite PAS (Procedura Abilitativa Semplificata, ndr). Come immaginerà chi fa questo lavoro oggi è spesso visto erroneamente come uno ‘speculatore’. Ma i nostri obiettivi sono solo generare energia pulita a km zero e il benessere collettivo. Comunicare ciò che facciamo è certamente complesso. Gli ostacoli nella realizzazione degli impianti ricadono spesso sulla collettività. Come padre e imprenditore, vorrei sensibilizzare i giovani sull’importanza delle fonti rinnovabili e trasmettere loro un messaggio: la qualità del loro futuro dipende anche da questa energia e dall’indipendenza energetica.
Uno dei settori strategici individuati da E-Phowi è l’agrivoltaico. Cosa vi ha spinto a investire in questo specifico segmento di mercato e quali benefici riscontrate per il comparto agricolo?
La nostra azienda ha già sviluppato progetti agrivoltaici innovativi che uniscono agricoltura e produzione elettrica. Grazie a tecniche avanzate di monitoraggio del suolo e alla creazione di microclimi sotto i pannelli, permettiamo a diverse colture di crescere riducendo i consumi idrici. L’ombreggiamento riduce l’aridità del terreno, contrastando la desertificazione soprattutto in molte aree del meridione. Questa è una sinergia che consente di proteggere terreni e agricoltori, produce energia pulita e contribuisce al processo di transizione energetica. Insomma, non lavoriamo certo per aggredire l’agricoltura, per rubare terreni agli agricoltori o per distruggere colture e sostituirle con i pannelli solari.
Come vi state muovendo?
Cerchiamo terreni abbandonati o incolti, non coltivati, spesso trasformati in discariche, soprattutto nel meridione. Per i nostri progetti serve solo lo 0,4% dei terreni disponibili. Mi faccia dire che notiamo sempre più spesso che su media e social l’informazione sull’agrivoltaico e sugli impianti a terra viene spesso distorta. Se dovesse prevalere, non solo gli obiettivi energetici al 2030 diventerebbero irraggiungibili, ma anche la nostra strada per la sicurezza e l’indipendenza energetica ne verrebbe compromessa.
Come ha detto, una delle vostre linee di attività è la ricerca di terreni per realizzare impianti. Come stanno incidendo sul vostro lavoro gli ostacoli autorizzativi nazionali e l’approccio “difensivo” adottato da molte amministrazioni locali, per non parlare di quello dei comitati contrari a queste installazioni?
Voglio essere chiaro: non siamo contro le amministrazioni locali, né c’è una lotta in corso tra aziende come la nostra e le PA che gestiscono i processi autorizzativi. Il problema principale è che le autorizzazioni richiedono competenze tecniche complesse e il personale qualificato è numericamente insufficiente. Le amministrazioni non sono contro di noi, ma mancano delle risorse necessarie per gestire un’ampia molte di richieste. Il personale è già sovraccarico con il lavoro ordinario, e ciò rende difficile gestire pratiche burocratiche complesse nei tempi normali. Per le amministrazioni oggi rappresentiamo un carico di lavoro aggiuntivo fuori dall’ordinario, visto che, dal canto nostro, chiediamo processi e pratiche lavorate rapidamente. Il tempo della PA non coincide con quello dell’imprenditore: lo misuriamo in modo diverso. Alla luce di questa consapevolezza, vogliamo operare con la PA in modo chiaro e collaborativo, rispettando ruoli, regole e tempi stabiliti dalla legge.
Quali sono i vostri ultimi progetti realizzati e i prossimi sviluppi in cantiere?
Uno degli ultimi progetti è stato realizzato a Scalea, in Calabria: un impianto fotovoltaico a terra da 1 MW con una produzione annua di 1,45 GWh. Un progetto completo, dalle autorizzazioni all’installazione dei pannelli. Per il 2024 abbiamo altri 6 MW già autorizzati, in attesa solo dell’installazione dei pannelli: due progetti da 1 MW in agrifotovoltaico innovativo e quattro da 2 MW in aree idonee. Per il prossimo anno prevediamo di sviluppare almeno 15 MW di progetti di fonti rinnovabili. E proprio per affrontare la crescente domanda del mercato, stiamo potenziando il nostro organico con personale altamente qualificato.
(intervista a cura di Giorgia Piantanida)