Distribuzione e caro energia, “120 mila imprese a rischio”

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Le stime sui rincari e le proposte per difendere le imprese del terziario da Ancd-Coop, Ancd-Conad, Confcommercio e Federdistribuzione.

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La spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33 miliardi di euro, il triplo rispetto agli 11 miliardi del 2021 e più del doppio rispetto ai quasi 15 del 2019.

Dopo l’allarme per le bollette di famiglie e industrie, che abbiamo riportato ieri, arriva quello delle imprese della distribuzione, rappresentate da, Ancd-Coop, Ancd-Conad, Confcommercio, e Federdistribuzione, ritrovatesi ieri a Roma nella sede di Confcommercio per fare il punto sull’emergenza energia.

A rischio 370mila posti di lavoro”

Da qui ai primi sei mesi del 2023 – è l’allarmate stima diffusa dalle associazioni della distribuzione – sono a rischio circa 120mila imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro.

Tra i settori più esposti ai rincari energetici, il commercio al dettaglio, in particolare la distribuzione del settore alimentare, la ristorazione, la filiera turistica, i trasporti che, a seconda dei casi, registrano rincari delle bollette fino a tre volte nell’ultimo anno e fino a cinque volte rispetto al 2019, prima della pandemia.

Queste imprese, si è spiegato, pur non rientrando nella classificazione dei settori “energivori”, hanno consumi per oltre 12,2 TWh, su cui impattano principalmente la gestione della catena del freddo e dei banchi refrigerati. Le aziende della distribuzione stanno registrando incrementi del costo delle bollette mai registrati prima: “siamo su una media tra il +200%/+300% con punte anche più alte in certi casi. Oggi l’incidenza del costo dell’energia sul conto economico delle imprese del settore sta subendo un incremento significativo, passando dall’1-1,5% del 2021 al 3-4%, con punte fino al 6%. Con utili medi che il settore registra tra 0,5/1,5% è evidente che molte imprese sono fortemente a rischio di tenuta dei conti economici”, si spiega in una nota.

Inflazione verso il +7.5% annuo

L’Ufficio Studi Confcommercio ha sottolineato che “la tendenza al rialzo dei prezzi non mostra credibili segnali di rallentamento. L’inflazione cresce ormai da più di un anno, raggiungendo l’8,4% tendenziale ad agosto, che si traduce in un +9% se il fenomeno è misurato secondo la metrica dell’indice armonizzato, comparabile su base europea”.

“Al di là della consistente spinta degli energetici – prosegue l’Ufficio Studi – la progressiva risalita dell’inflazione di fondo conferma come le tensioni siano ormai diffuse all’interno di tutto il sistema produttivo. Il 2022 si chiuderebbe, secondo le nostre stime, con un’inflazione media prossima al 7,5%“, che si è spiegato, potrebbe mettere a rischio i consumi.

“Sicuramente serve più Europa che fissi un tetto al prezzo del gas, ma serve anche più Italia che porti avanti una politica energetica che punti sulle rinnovabili. Uno dei rischi del caro bollette: quindi addio ai sogni di crescita, che è indispensabile per avere credibilità sui mercati finanziari”, ha commentato il vicepresidente vicario di Confcommercio, Lino Enrico Stoppani.

Le richieste al governo

Per contrastare questi effetti ed evitare il rischio chiusura delle imprese, Confcommercio, Ancd-Coop, Ancd-Conad e Federdistribuzione hanno condiviso una serie di proposte al Governo e al Parlamento da attuare con urgenza:

  • incremento del credito d’imposta per il caro energia elettrica dal 15% al 50% nel caso di aumenti del costo dell’energia superiori al 100%, misura che andrà estesa anche all’ultimo trimestre dell’anno;
  • ampliamento dell’orizzonte temporale per la rateizzazione delle bollette almeno fino a dicembre 2022;
  • incremento fino al 90% della copertura offerta dal Fondo di garanzia per le PMI anche per i finanziamenti richiesti dalle imprese per far fronte alle esigenze di liquidità determinate dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica.

Va, inoltre, perseguita – si auspica – una maggiore inclusività della misura del credito di imposta rendendola accessibile anche ai soggetti esercenti attività di impresa, arti o professioni con potenza installata inferiore a 16,5 KW.

Per le quattro associazioni è inoltre necessario proseguire con gli strumenti già messi in campo dal Governo, esonerando gli utenti finali dal pagamento degli oneri generali di sistema, “fintantoché la situazione internazionale non si sarà risolta e i prezzi dell’energia non saranno ritornati ai valori pre-crisi”. Occorre, poi, favorire la realizzazione di audit energetici, semplificando le norme e garantendo, in ogni caso, la fase di controllo.

Un’attenzione particolare – si è sottolineato – va prestata all’impatto deflagrante degli aumenti in corso sull’economia turistica colpita sia dal caro trasporti, che dall’incremento dei costi di esercizio che “rischiano di azzerare gli effetti della ripresa in corso e in vista della stagione invernale sulla quale si sta puntando tutto”.

Sul fronte dei carburanti, si chiede di agire prorogando ulteriormente la riduzione delle accise sui combustibili, nonché l’applicazione dell’IVA al 5% sul metano per autotrazione e potenziare ulteriormente le misure a sostegno di questo carburante. Vanno, inoltre, rafforzati gli specifici interventi varati in favore degli utilizzatori professionali del gasolio per autotrazione (trasporto pesante), che sostanzialmente non traggono alcun beneficio dal taglio dell’aliquota ordinaria dell’accisa.

Infine, in un contesto in cui si aggravano i rischi di crisi d’impresa – per Ancd-Coop, Ancd-Conad, Confcommercio, e Federdistribuzione – andrebbero riproposti gli interventi “emergenziali” in materia di sospensione temporanea dell’ammortamento annuo del costo delle immobilizzazioni materiali ed immateriali e delle disposizioni in materia di riduzione del capitale per perdite e di riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale.

I consigli per risparmiare energia

Le associazioni durante l’incontro hanno anche diffuso alcuni principi generali per il risparmio energetico dei punti vendita che ciascuna organizzazione si impegna a promuovere tra i propri associati:

  1. Spegnere le insegne luminose e le apparecchiature non necessarie in concomitanza con gli orari di chiusura dell’attività commerciale;
  2. Ridurre l’intensità luminosa del punto vendita e spegnere o ridurre in modo significativo l’illuminazione in ambienti poco frequentati;
  3. Regolare la temperatura ambientale dell’attività commerciale (riscaldamento/raffrescamento) nell’ottica di contenere i consumi;
  4. Interrompere la funzione di riciclo dell’aria nelle ore notturne;
  5. Tenere chiuse le porte di ingresso per evitare dispersioni termiche in assenza di lame d’aria;
  6. Ridurre la temperatura dell’acqua utilizzata all’interno dei locali;
  7. Utilizzare in maniera efficiente l’energia elettrica ed il gas naturale per la cottura dei cibi, monitorando i relativi consumi energetici;
  8. Utilizzare in modo efficiente le celle e i banchi frigoriferi, attraverso un corretto caricamento degli stessi, limitando le aperture allo stretto indispensabile e sensibilizzando anche la clientela a tal fine;
  9. Utilizzare in modo efficiente gli elettrodomestici in dotazione all’attività commerciale;
  10. Razionalizzare l’organizzazione del lavoro al di fuori degli orari di apertura al pubblico (pulizie, caricamento banchi, ecc.) al fine di ridurre i consumi energetici.
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