Comunità energetiche rinnovabili, qualcosa si muove anche in Sicilia

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Stato di avanzamento, ostacoli e sperimentazione di una Comunità Energetica Rinnovabile nel catanese, a Sferro, frazione di Paternò.

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Partirà da Sferro, frazione del Comune di Paternò in provincia di Catania, un progetto pilota di Comunità Energetica Rinnovabile (CER).

Riguarderà due cabine di trasformazione e avrà a disposizione una piattaforma online per il monitoraggio dei flussi energetici in tempo reale per ogni membro. Si prevedono l’installazione di impianti fotovoltaici e di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici.

L’iniziativa è stata avviata dal commissario straordinario del Consorzio di Bonifica Sicilia Orientale, Francesco Nicodemo, dal comune paternese, rappresentato dal sindaco Antonino Naso e dalla start-up innovativa MACs Italia.

Alcuni aspetti del progetto e li ha spiegati a QualEnergia.it Mirco Alvano, Energy manager di MACs Italia, incaricato dal Consorzio di Bonifica di analizzare la fattibilità e la sperimentazione di questo progetto pilota.

Circa lo stato di avanzamento del progetto pilota, il 19 febbraio si è svolto un incontro con i potenziali membri della CER di Sferro per acquisire ulteriore documentazione utile alla sua costituzione.

La Comunità Energetica Rinnovabile, come sappiamo, è un gruppo a partecipazione volontaria e autonoma, i cui membri (persone fisiche, PMI ed enti territoriali), appartenenti a una determinata zona, decidono di costituirsi in forma giuridica con lo scopo di produrre e condividere energia da fonte rinnovabile per trarne benefici ambientali, economici e sociali, senza scopo di lucro.

Come abbiamo già scritto, il distributore (DSO) gioca un ruolo importante nell’agevolare o meno la costituzione delle CER. In particolare, il DSO oltre ad avere la facoltà di approvare o meno una nuova CER, dovrebbe essere collaborativo nel fornire alla società i dati relativi ai Point of Delivery (POD).

L’ostacolo principale che al momento sta rallentando la nascita e l’avvio della CER di Sferro, così come di altre Comunità energetiche italiane, riguarda proprio la mancanza di collaborazione da parte dei distributori di energia elettrica, che rende impossibile l’accesso ai dati delle cabine secondarie (vedi Comunità energetiche: la difficoltà di accesso ai dati delle cabine secondarie).

Poiché una CER può nascere aggregando soggetti i cui POD siano connessi ad un’unica cabina di trasformazione, risulta imprescindibile l’accesso a queste corrispondenze, che sono appunto nelle disponibilità dei DSO. Nel caso della Comunità di Sferro si stanno attendendo i dati da quasi un mese.

L’energy manager ci ha spiegato che per la CER di Sferro si prevedono due cabine di trasformazione: quindi, si costituirà la Comunità energetica di Sferro 1 e la Comunità energetica di Sferro 2.

La parte sperimentale, che sarà di competenza della start up MACs Italia, riguarderà il processo di verifica del dato fornito dal distributore di riferimento.

Una piattaforma per il controllo dei flussi energetici della CER sarà disponibile nel sito web di MACs Italia. In questo modo ogni partecipante alla Comunità energetica potrà capire in tempo reale come sta andando l’iniziativa e se sta funzionando: chi produce, quanto produce, chi autoconsuma e quanto.

Inoltre, questa piattaforma di secondo livello permetterà alla comunità energetica di sapere, fin da subito, come dovranno essere ripartiti, equamente e tra i singoli componenti, i contributi economici che il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) riconoscerà alla Comunità energetica, alla luce della condivisione dell’elettricità prodotta.

Una volta che sarà costituito questo nuovo soggetto giuridico (la CER) e che MACs Italia avrà ricevuto i dati da e-distribuzione, si sarà nella condizione di far partire la CER di Sferro.

Circa le fonti di finanziamento, Alvano ci anticipa che al momento alcuni privati e il Consorzio di Bonifica si sono resi disponibili a realizzare gli impianti di produzione, sicuramente fotovoltaici; impianti che dovranno però essere dimensionati sulla base dei consumi della futura comunità. Un altro aspetto che richiede dati puntuali da parte del distributore.

MACs Italia sta anche seguendo la CER di Ragusa, il primo comune della Sicilia a fare una manifestazione di interesse lo scorso anno. Il 4 febbraio 2021 ha nuovamente proposto la manifestazione di interesse sulla base delle Linee Guida e la documentazione del GSE pubblicate di recente.

La start-up ritiene utile lavorare sia su un piccolo centro, come Sferro, che su una grande cittadina come Ragusa, per un confronto dell’applicazione del progetto pilota su due differenti scale territoriali.

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