Come il biglietto ferroviario fisso ha ridotto le emissioni dei trasporti in Germania

Dalla sua entrata in vigore, nel maggio 2023, il "Deutschlandticket" ha portato sempre più persone a preferire il treno all'automobile, abbassando le emissioni significativamente in un solo anno.

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Il biglietto a tariffa fissa per il trasporto pubblico locale e regionale in Germania ha contribuito ad abbattere le emissioni delle auto in Germania di 6,7 milioni di tonnellate di CO2, che corrisponde a una riduzione delle emissioni totali nel settore dei trasporti del 4,7%.

Tra la sua introduzione, nel maggio 2023, e l’aprile 2024, il Deutschlandticket è riuscito nel suo intento di spingere sempre più persone a scegliere il treno al posto dell’auto per i proprio spostamenti, secondo un’analisi condotta da Ariadne, associazione che riunisce ricercatori di diverse università tedesche per approfondire i temi della transizione energetica, insieme al Mercator Research Institute on Global Commons and Climate Change (MCC).

Grazie al D-Ticket il numero dei viaggi in treno è aumentato del 30,4% per gli spostamenti superiori a 30 km, mentre l’uso dell’auto è notevolmente diminuito (7,6% km in meno percorsi).

Ma la mobilità complessiva è rimasta stabile: ciò significa che il biglietto a tariffa fissa ha comportato uno spostamento del traffico dalla strada alla rotaia.

Nel 2022 in Germania fu introdotto per tre mesi anche il 9-Euro-Ticket, iniziativa che permetteva di spostarsi sul territorio nazionale con il trasporto pubblico a soli 9 euro. Anche in quel caso l’Ufficio federale di statistica (Destatis) certificò un aumento dei viaggi in treno e una riduzione del traffico stradale per viaggi superiori a 300 km.

I numeri per treni e auto

Il grafico in basso mostra il numero di viaggi giornalieri in treno di lunghezza superiore a 30 km. La linea nera mostra quanti spostamenti sono stati osservati a partire dal periodo pre-pandemia.

Dopo il calo dovuto agli effetti del lockdown nell’estate del 2020 e del 2021, al momento dell’introduzione del D-ticket (inizio maggio 2023) la curva appare in ripresa.

Lo scarto tra la linea nera e quella azzurra (quest’ultima rappresenta le stime di utilizzo dei treni senza l’introduzione dell’agevolazione) si assottiglia soltanto nel periodo tra la metà e la fine di gennaio di quest’anno, in cui ci sono stati diversi scioperi a livello nazionale nei trasporti locali e a lunga percorrenza.

Analogamente al traffico ferroviario, il grafico in basso mostra il numero di viaggi in auto con lunghezza superiore a 30 km nello stesso arco temporale. La linea nera mostra ancora una volta quanti viaggi in auto effettivamente sono stati osservati rispetto al periodo pre-Covid.

Fino a poco prima dell’introduzione del D-Ticket il numero di questi spostamenti era simile a quello registrato prima della pandemia. A partire da maggio 2023, invece, il numero di viaggi in auto effettivamente osservati (linea nera) è stato, con poche eccezioni, inferiore a quello delle previsioni (linea verde).

In altre parole: in Germania senza il D-Ticket ci sarebbero stati più viaggi in auto superiori a 30 km. Complessivamente l’agevolazione ne ha ridotto il numero in media del 6,6%.

L’impatto sulle emissioni

Il ricorso ai trasporti su rotaia ha pesato positivamente sul dato relativo alle emissioni.

Secondo l’Agenzia federale dell’ambiente, nel 2022 le emissioni totali del settore dei trasporti ammontavano a 142 milioni di tonnellate di CO2. Di queste, 88 milioni di tonnellate (circa il 62%) provenivano dal traffico automobilistico.

Come già affermato, nel suo primo anno di utilizzo il D-Ticket ha ridotto il numero totale di chilometri percorsi in auto di circa il 7,6%, portando a una riduzione di circa 6,7 ​​milioni di tonnellate di CO2. Raffrontando questo dato alle emissioni totali del settore dei trasporti, si rileva una diminuzione di circa il 4,7%.

Dal 2025, però, il Deutschlandticket passerà da 49 a 58 euro al mese. Un aumento giustificato da nuovi costi di manutenzione e modernizzazione delle infrastrutture ferroviarie tedesche.

Il governo federale prevede che questa misura “garantirà a lungo termine la qualità e la disponibilità dei trasporti pubblici”, ma c’è il rischio che si possa ridurre la platea che ne usufruisce, con effetti negativi sul trend di riduzione delle emissioni.

Ariadne e MCC stimano un calo dei viaggi in treno pari a circa il 14%, un aumento dei chilometri percorsi in auto pari a circa il 3,5% e il conseguente aumento delle emissioni di CO2 di circa 3,1 milioni di tonnellate.

Il ticket a 58 euro mensili dimezzerebbe, dunque, il risparmio annuo sulle emissioni ottenuto con il biglietto da 49 euro.

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