Audizione di Cingolani alla Camera: “Fer 2 per l’estate e una centrale unica di azione”

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Una sintesi dei temi affrontati dal ministro della Transizione ecologica in audizione alla Camera: nuova struttura del Ministero e impegno per le rinnovabili.

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Una nuova struttura organizzativa del MiTE, l’annuncio dell’arrivo del Fer 2 per l’estate, la conferma dell’impegno nelle rinnovabili che dovranno produrre il 70-72% di elettricità al 2030.

Questi alcuni punti chiariti dal Ministro Cingolani nel corso dell’audizione alla Camera, tenuta dalle commissioni Ambiente e Attività produttive, e che proseguirà il prossimo 8 giugno in una seconda sessione.

Chissà se il ministro ci parlerà della sua “concreta opzione” di fare in Italia anche dei mini reattori nucleari da 300 MW, i reattori di piccola taglia Small Modular Reactors. E se poi qualcuno gli ricorderà di essere il ministro della Transizione ecologica e che in Italia ci sono stati già due referendum contro l’atomo. Lo speriamo.

Intanto si annuncia la nascita all’interno dell’ex ministero dell’Ambiente la direzione Project Management “per avere una centrale unica di azione che si interfaccerà con l’unità di governance del Pnrr”.

Il ministro ha anche annunciato che è stata concretizzata “la chiamata del Cite (Comitato interministeriale per la transizione ecologica, ndr), si tratta di ore o giorni”. L’avvio del Comitato “permette di approvare il piano generale ed entro il 30 giugno la proposta di costruzione del ministero della Transizione ecologica con le sue nuove competenze”.

Cingolani torna poi sul Pnrr definendolo “l’acceleratore che ci fa decollare nella giusta traiettoria”, per poi ricordare che seguiranno però “altri 25 anni in cui la macchina dovrà essere in grado di essere pilotata. E senza budget perché sarà finito”.

Poiché l’obiettivo primario, afferma il ministro, è la decarbonizzazione, “il Pnrr deve accelerare il taglio delle emissioni, che ora è troppo lento. Dobbiamo arrivare al 70-72% di elettricità da rinnovabili al 2030. Se ritardiamo lì, ritardiamo il raggiungimento dell’obiettivo di decarbonizzazione che ci ha dato la Ue (-55% di emissioni al 2020 rispetto al 1990 e zero emissioni nette al 2050)”.

Grazie all’energia verde, come ha notato il ministro, si possono trattare “i settori ‘hard to abate’ usando l’elettricità per le alte temperature richieste, possiamo installare 10mila colonnine di ricarica per i mezzi elettrici e per le infrastrutture dell’idrogeno. In linea con quanto previsto dai piani di altri paesi Ue, a cominciare dalla Francia”.

L’elettricità da rinnovabili è indispensabile anche perché, “come da mappa europea, per l’Italia non è previsto CCS ma un forte incremento delle rinnovabili per accelerare sull’elettricità verde”. L’obiettivo è di 70 GW al 2030: “Significa 8 GW all’anno. E qui siamo in ritardo, negli ultimi anni raggiungiamo solo 0,8, un decimo in meno. E quindi dobbiamo aumentare di dieci volte l’installazione di sistemi complessi, con repowering, eolico, fotovoltaico”.

Rispondendo alle numerose domande dei parlamentari presenti, il ministro ha inoltre annunciato che il decreto Fer 2 sulle rinnovabili sarà pronto per l’estate e che entro il 30 settembre ci sarà il Pitesai, ovvero il Piano per la transizione energetica delle aree idonee relativo agli idrocarburi. Infine, si sta aggiornando, “ed è urgentissimo”, il Pniec, cioè il Piano nazionale integrato energia e clima.

Il video dell’audizione completa:

 

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