BMW collabora con Toyota sulle auto a idrogeno. Una strada irrealistica?

La casa automobilistica tedesca annuncia la produzione in serie di auto a idrogeno nel 2028, in partnership con Toyota Motor Corporation. Tuttavia l'azienda giapponese usufuirà di fondi governativi per la produzione di batterie per veicoli full electric.

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Dopo aver testato la flotta pilota BMW iX5 Hydrogen in tutto il mondo, la casa automobilistica tedesca si sta ora attrezzando per una produzione in serie di veicoli nel 2028 con sistemi di propulsione a idrogeno.

Il progetto quadriennale, spiega una nota aziendale del 5 settembre, verrà portato avanti insieme a Toyota Motor Corporation.

“Il risultato di questa collaborazione – si legge – sarà utilizzato in modelli di BMW e Toyota e amplierà la gamma di opzioni FCEV disponibili per i clienti, portando la visione della mobilità a idrogeno un passo più vicina alla realtà”.

Gli FCEV  o Fuel Cell Electric Vehicle, sono mezzi a propulsione elettrica che utilizzano dispositivi elettrochimici (celle a combustibile, appunto) in grado di generare energia elettrica attraverso una reazione chimica tra l’idrogeno immagazzinato nel veicolo e l’ossigeno presente nell’aria, senza processi di combustione.

La caratteristica principale dei veicoli FCEV è che l’energia elettrica necessaria all’alimentazione del motore non proviene da batterie ricaricabili, ma è prodotta direttamente nel veicolo, tramite le celle a combustibile, con una perdita di rendimento importante rispetto, ad esempio, alle soluzioni full-electric.

BMW ha specificato di guardare a questa tecnologia come “complementare” a quelle dei veicoli elettrici a batteria (BEV) e accanto ai veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV) e ai motori a combustione interna (ICE).

Anticipando le critiche che sarebbero piovute sul progetto, le due case automobilistiche hanno spiegato che “il percorso per realizzare il pieno potenziale della mobilità a idrogeno include il suo utilizzo nei veicoli commerciali e la realizzazione di un’infrastruttura di rifornimento per tutte le applicazioni di mobilità, compresi i veicoli passeggeri”.

Le due case automobilistiche affermano inoltre di essere impegnate a supportare sia l’espansione dell’infrastruttura di rifornimento di idrogeno che di ricarica dei veicoli elettrici a batteria.

Entrambe le aziende stanno “incoraggiando la fornitura sostenibile di idrogeno creando domanda e lavorando a stretto contatto con aziende che stanno costruendo impianti di produzione, distribuzione e rifornimento di idrogeno a basse emissioni”.

Va però evidenziato come Toyota, grazie a fondi del governo giapponese e insieme ad altre aziende come Nissan e Panasonic, ha avviato un piano di ampliamento della produzione di batterie per veicoli elettrici che entro novembre 2026 prevede l’investimento di 1,55 miliardi di euro (245 miliardi di yen).

Insomma, l’azienda automobilistica giapponese sta iniziando a guardare all’elettrico, alla luce delle tante e insormontabili difficoltà della trazione a idrogeno.

Complessivamente l’esecutivo ha stanziato 2,2 miliardi di euro per 12 progetti che dovrebbero, nelle intenzioni del ministro dell’Economia, del Commercio e dell’Industria, aumentare la capacità di produzione annuale di batterie del Giappone del 50%, da 80 GWh a 120 GWh.

Tornando alla BMW iX5 Hydrogen lanciata nel 2023, con un’autonomia fino a 504 km, una potenza del motore elettrico di 295 kW/401 CV e un tempo di rifornimento di circa quattro minuti, dobbiamo però ricordare che la flotta contava meno di cento veicoli.

Da questi numeri riuscire a passare ad una produzione su ampia scala di vetture a celle a combustibile è oggi irrealistico, e rischia di rivelarsi anche una perdita di tempo e di denaro. Staremo a vedere.

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