Nel 2024 più investimenti nel FV che in tutte le altre fonti messe assieme

Il dato emerge dal nuovo “World Energy Investment 2024” della Iea, che mostra come per le energie pulite si spenderanno quest'anno 2mila miliardi di dollari.

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Nel 2024 gli investimenti globali in energia per la prima volta andranno oltre i 3mila miliardi di dollari e di questi 2mila miliardi saranno destinati all’energia “pulita”, tra cui l’Iea comprende anche il nucleare.

In particolare, rinnovabili, reti e stoccaggio supereranno petrolio, gas e carbone, con il fotovoltaico che da solo attiva più investimenti di tutte le altre tecnologie di generazione elettrica messe insieme.

Questi gli highlight principali del nuovo report dell’Agenzia internazionale per l’energia “World Energy Investment 2024” (documento in basso).

Il costo dei finanziamenti più elevati, mostra il rapporto, è stato parzialmente compensato dall’allentamento delle pressioni sulla catena di approvvigionamento e dal calo dei prezzi: si citano i costi dei moduli FV diminuiti del 30% negli ultimi due anni e quelli del litio, crollati.

Squilibrio globale per la transizione energetica

Negli investimenti in transizione, però, c’è ancora un forte squilibrio, con economie emergenti e Paesi in via di sviluppo EMDE (Cina esclusa) ancora in ritardo, sebbene in recupero grazie soprattutto a India, Brasile, parti del Sud-Est asiatico e alla prestazione dell’Africa, dove la spesa in energia pulita quest’ann0, oltre 40 mld $, arriverà a quasi il doppio di quella del 2020.

Gli EMDA pesano comunque per solo il 15% del totale, con una spesa in energie pulite “molto al di sotto degli importi necessari” per garantire il pieno accesso all’energia moderna e soddisfare la crescente domanda in modo sostenibile.

Negli Usa gli investimenti nell’energia pulita aumenteranno fino a oltre 300 mld $ nel 2024, 1,6 volte rispetto al livello del 2020. L’Ue oggi spende 370 mld $ in questo ambito, mentre la Cina quest’anno arriverà a quasi 680 mld $, soprattutto grazie a FV, batterie al litio e veicoli elettrici (vedi il grafico sotto).

Fotovoltaico protagonista

Come detto, il fotovoltaico si conferma la fonte centrale per la transizione: nel 2024 attirerà investimenti per 500 mld $ superando tutte le altre fonti di generazione messe insieme, nonostante una possibile lieve flessione per il calo dei prezzi dei moduli fotovoltaici.

Nel 2023 ogni dollaro investito in eolico e FV ha prodotto 2,5 volte più energia rispetto a un dollaro speso per le stesse tecnologie un decennio prima, osserva la Iea.

Continua a crescere il vantaggio delle fonti low carbon sulle fossili: nel 2015 il rapporto sugli investimenti era di circa 2:1, nel 2024 dovrebbe raggiungere 10:1, sempre a vantaggio delle energie pulite.

Il report segnala anche una ripresa del nucleare, dopo due anni consecutivi di declino, con investimenti per 80 mld $ nel 2024, quasi il doppio del livello del 2018, che ha rappresentato il punto più basso in un decennio.

Reti, batterie e veicoli elettrici

Cresce anche la spesa per le reti: dopo essere rimasta ferma a circa 300 mld $ all’anno dal 2015, si prevede che raggiungerà i 400 mld $ nel 2024, spinta da nuove politiche e finanziamenti in Europa, Usa, Cina e parti dell’America Latina. Le economie avanzate e la Cina rappresentano l’80% della spesa globale per la rete.

Gli investimenti nello storage stanno aumentando e dovrebbero superare i 50 mld $ nel 2024. Ma il mercato è altamente concentrato: nel 2023, per ogni dollaro investito nello stoccaggio di batterie nelle economie avanzate e in Cina, solo un centesimo è stato investito in altri EMDE.

Nei settori di utilizzo finale, la maggior parte del dinamismo viene dai trasporti, dove gli investimenti sono destinati a raggiungere nuovi massimi nel 2024 (+8% rispetto al 2023), spinti dalle forti vendite di veicoli elettrici.

Le fossili non mollano

Il report prevede che gli investimenti upstream nel petrolio e nel gas aumenteranno del 7% nel 2024 per raggiungere i 570 mld $, dopo un aumento del 9% nel 2023. Questo soprattutto per i movimenti delle compagnie nazionali del Medio Oriente e dell’Asia, che hanno aumentato i loro investimenti di oltre 50% dal 2017, rappresentando la quasi totalità dell’aumento della spesa per il periodo 2023-2024.

Nei prossimi anni si stima anche un’ondata significativa di nuovi investimenti nel Gnl con la costruzione di impianti di liquefazione, principalmente negli Usa e in Qatar. “La concentrazione di progetti che intendono entrare in funzione nella seconda metà di questo decennio potrebbe aumentare la concorrenza e costi per il numero limitato di appaltatori specializzati in questo settore”, avverte l’Agenzia nel report.

La nuova potenza a gas in fase di approvazione e messa in esercizio rimane stabile, intorno ai 50-60 GW all’anno.

Crescono ancora anche gli investimenti in carbone: nel 2023 approvati più di 50 GW di produzione elettrica a carbone, il massimo dal 2015, e quasi tutta in Cina.

Idrogeno e CCS

Gli investimenti in combustibili a basse emissioni rappresentano solo l’1,4% dell’importo speso per i combustibili fossili (rispetto a circa lo 0,5% di dieci anni fa).

Tra le aree in rapida crescita l’Iea segnala gli elettrolizzatori per l’idrogeno, con impegni per circa 3 mld $ l’anno, che però “rimangano limitati dall’incertezza sulla domanda e dalla mancanza di acquirenti affidabili”.

Gli investimenti in carburanti sostenibili per l’aviazione, invece, hanno raggiunto 1 miliardo di dollari, mentre 800 milioni di dollari saranno destinati a progetti di cattura della CO2 dall’aria.

Infinen 20 progetti di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio (CCUS) su scala commerciale in sette paesi hanno raggiunto la decisione finale di investimento nel 2023 e altri 110 impianti di cattura, trasporto e stoccaggio potrebbero fare lo stesso nel 2024.

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