La ricerca di nuove soluzioni e tecnologie per il fotovoltaico del futuro, ancora una volta, trae ispirazione dalla natura, precisamente dall’occhio “composito” della mosca.
Un gruppo di studiosi della Stanford University ha individuato una configurazione che potrebbe donare maggiore resistenza e durata alla perovskite, un materiale al centro di moltissime prove di laboratorio per costruire celle solari efficienti e a basso costo, in grado di sostituire il silicio.
Sfortunatamente, evidenziano gli autori dello studio in una nota, la perovskite è assai fragile e si deteriora rapidamente quando sottoposta al calore intenso, allo sporco e più in generale alle intemperie, quindi per ora è difficile ipotizzare il suo impiego sul campo, con esposizioni prolungate ai raggi solari (articolo di QualEnergia.it sulle ultime sperimentazioni e sui progressi fin qui ottenuti).
Perché allora non cercare nella cosiddetta bio-mimicry, nell’imitazione del mondo naturale, una qualche risposta a queste debolezze?
L’intuizione per gli esperti di Stanford è arrivata osservando lo strano occhio delle …