I rischi dello shale gas che preoccupano l’Europa

CATEGORIE:

La commissione Industria ed Energia del Parlamento europeo chiede regole più severe per lo sfruttamento del gas da scisti. In Germania uno studio governativo evidenzia i rischi del fracking e sconsiglia di procedere con l'estrazione su larga scala di shale gas nel Paese. Il pericolo di uno sviluppo senza controllo di questa fonte.

ADV
image_pdfimage_print

Lo shale gas, il gas non convenzionale da scisti, rischia di non avere vita facile in Europa: le conseguenze ambientali destano troppa preoccupazione. La Francia ha già imposto una moratoria e qualche giorno fa il presidente Hollande ha dichiarato la sua volontà di mantenerla. Ora anche la Germania potrebbe frenare, dato che un nuovo studio presentato dal Ministero dell’Ambiente e dall’Agenzia federale per l’Ambiente tedesca mette in guardia dai rischi della tecnica per estrarre idrocarburi dagli scisti, il fracking o fratturazione idraulica. Infine, oggi una risoluzione per chiedere regole più severe è stata approvata dalla Commissione Industria ed Energia del Parlamento europeo.

La valutazione degli impatti dello studio governativo tedesco arriva circa un anno dopo il report voluto dalla commissione Ambiente del Parlamento europeo, che bocciava nettamente questo modo di estrarre gas: l’impatto ambientale, vi si concludeva, è troppo alto, anche in rapporto al contributo alla sicurezza energetica che potrà dare. Meglio fermarsi, anche perché nella legislazione europea ci sono vuoti che potrebbero portare a veri disastri.

Delle controindicazioni del fracking su queste pagine abbiamo già parlato ampiamente (Qualenergia.it, Gas non convenzionale, tra prospettive e criticità, Shale gas, impatti ambientali e riserve mondiali e altri articoli). Gli stessi problemi vengono sollevati dallo studio tedesco: questa tecnica può portare alla contaminazione delle falde acquifere e ci sono dubbi e preoccupazioni sulle sostanze chimiche che vengono “sparate” nella roccia durante la fratturazione.

Per questi motivi gli autori si dicono contrari allo sfruttamento su larga scala dello shale gas in Germania, Paese che, secondo uno studio dell’Istituto federale per le Risorse naturali, avrebbe riserve di gas non convenzionale per 22,6 miliardi di metri cubi, dei quali da 0,7 a 2,3 estraibili. Meglio, spiegano, procedere con cautela, un passo alla volta, utilizzando il fracking solo in singoli progetti monitorati da scienziati e autorità pubbliche competenti e con una trasparenza totale sui composti chimici usati, per verificare se le sostanze più pericolose si possano sostituire. Il Ministro per l’Ambiente, Peter Altmeier, accogliendo lo studio ha riconosciuto i rischi e dichiarato che questi problemi dovranno essere risolti prima di procedere.

In Germania andremo probabilmente verso regole più severe sul fracking se non verso una moratoria totale. Regole più stringenti, d’altra parte, sono state chieste anche nella risoluzione della Commissione Industria ed Energia del Parlamento europeo: l’estrazione di gas e petrolio dagli scisti, vi si legge, “dovrebbe essere accompagnata da un robusto regime regolatorio a livello nazionale” e anche la legislazione europea “potrebbe anche aver bisogno di essere aggiornata se l’esplorazione” alla ricerca di shale gas e oil “dovesse aumentare”. La Commissione raccomanda di intervenire specialmente sulla delicata questione dell’inquinamento delle falde acquifere e della trasparenza nell’uso di sostanze chimiche.

ADV
×