In apertura dei lavori l’assessore Betti ha ribadito il suo no al nucleare osservando come negli ultimi dieci anni nel mondo non si sia costruita neppure una centrale nucleare. «Non era economicamente conveniente – ha precisato – né con il petrolio a 20 dollari al barile, né lo è oggi con il petrolio a 130. Senza contare che l’uranio è diventato rarissimo e che sono scienziati come Carlo Rubbia ad affermare che non si sono risolti i problemi di Hiroshima, Chernobyl e delle scorie, cioè del possibile uso del nucleare per fabbricare bombe, dei rischi di incidenti agli impianti e del fatto che per un raggio di decine di chilometri intorno ai siti di stoccaggio ci sono livelli di radioattività dannosi per l’uomo».
Per l’assessore il nucleare non risponde quindi né a criteri di sostenibilità, né garantisce quella rinnovabilità che oggi serve per l’esaurirsi dei combustibili fossili, che ha definito “condannati dalla storia”. Illustrando la “ricetta” regionale contenuta nel Piano energetico che tra breve sarà portato in Consiglio per l’approvazione, l’assessore Marco Betti ha posto l’accento sull’impegno per lo sviluppo delle produzione di energia da fonti rinnovabili, che preferirebbe continuare a definire “alternative” rispetto a quelle usate oggi, che andrebbero invece velocemente sostituite. Tra gli obiettivi regionali, Betti ha citato la riconversione a gas metano delle due centrali termoelettriche di Livorno e Piombino e la realizzazione del rigassificatore off-shore al largo delle coste livornesi.
Tiziano Carradori
13 giugno 2008