Tasse sui carburanti, carbon tax alla frontiera ed ETS per edifici e trasporti, cosa prevede il pacchetto Fit for 55

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Sintesi delle proposte legislative di Bruxelles volte a ridurre le emissioni di CO2 nel pacchetto "Fit for 55".

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Le misure per ridurre le emissioni di CO2 nei vari settori (trasporti, edifici, industrie, produzione di energia) sono una parte consistente del pacchetto “Fit for 55” presentato ieri, mercoledì 14 luglio, dalla Commissione europea.

Il pacchetto, ricordiamo, contiene le proposte legislative per allineare le politiche su energia e clima al Green Deal e alla Climate Law votata in plenaria dal parlamento Ue. Si punta così a tagliare del 55% le emissioni di anidride carbonica nel 2030, in confronto al 1990.

Revisione della direttiva sulla tassazione energetica

Modificare la direttiva del 2003 sulla tassazione dei prodotti energetici (carburanti ed energia elettrica), è una priorità per la Commissione Ue.

Questa direttiva, infatti, sottolinea Bruxelles, è molto datata e non prevede alcun collegamento tra le aliquote minime delle tasse sui carburanti con il contenuto energetico degli stessi carburanti e il loro impatto ambientale.

Le esenzioni e riduzioni concesse dai singoli paesi, di fatto, si legge in una nota della Commissione Ue, favoriscono un maggiore utilizzo di energie fossili senza considerare le conseguenze negative per il clima. Aerei e navi al momento sono del tutto esenti dal pagamento di tasse sui carburanti.

Il nuovo sistema proposto dalla Commissione europea, invece, intende assicurare che i carburanti più inquinanti siano quelli più tassati, in base al contenuto energetico e alle prestazioni ambientali. Di conseguenza, ad esempio, il diesel non potrà più essere tassato meno della benzina, come avviene oggi.

Inoltre, la nuova direttiva rimuoverà una serie di esenzioni e riduzioni delle aliquote, tra cui soprattutto le esenzioni di cui finora hanno beneficiato i combustibili di aerei e navi.

Quindi anche i trasporti aerei e marittimi saranno tenuti a pagare tasse su kerosene e olio combustibile.

Revisione della direttiva Ets

La revisione della direttiva sul mercato Ets (Emissions Trading Scheme) è un altro pilastro fondamentale per la tenuta del Green Deal, secondo Bruxelles.

Questo mercato, ricordiamo, coinvolge circa 10.000 partecipanti tra industrie, centrali energetiche e compagnie aeree (per i voli interni Ue), facendo pagare un determinato prezzo per ogni tonnellata emessa di anidride carbonica. Al momento i settori coperti dal sistema Ets valgono il 41% circa delle emissioni totali Ue.

Tra le principali novità proposte dalla Commissione Ue per il mercato Ets, troviamo il suo allargamento ai trasporti marittimi e la creazione di un Ets separato che regolerà le emissioni dei carburanti fossili utilizzati per il riscaldamento degli edifici e nei trasporti stradali.

Questo Ets separato, spiega Bruxelles, sarà pienamente operativo dal 2026.

Come funzionerà? In estrema sintesi, il nuovo meccanismo per edifici e trasporti stradali coinvolgerà i fornitori di carburanti (quindi non direttamente gli automobilisti né le famiglie), fissando dei tetti annuali decrescenti per le emissioni di CO2 dei prodotti venduti.

Il rischio è che aumentino i prezzi finali dei combustibili (articolo qui sulle misure del pacchetto “Fit for 55” per i trasporti): ad esempio, Transport & Environment stima che il prezzo dei carburanti stradali salirà di circa 5 centesimi al litro.

Per evitare che siano le fasce più deboli della popolazione a pagare i costi della transizione energetica, la Commissione Ue ha previsto di creare un fondo sociale, in modo da redistribuire le risorse tra le famiglie a basso reddito.

Il fondo sarebbe finanziato dal bilancio Ue, utilizzando un importo equivalente al 25% delle entrate provenienti dal mercato Ets per edifici e trasporti stradali. Consentirà di assegnare 72 miliardi di € agli Stati membri per il periodo 2025-2032, sulla base di una modifica mirata del quadro finanziario pluriennale. Con la proposta di ricorrere a finanziamenti nazionali analoghi, il Fondo mobiliterebbe 144 miliardi di € per una transizione socialmente equa.

Per quanto riguarda il settore aereo, Bruxelles intende ridurre il numero di quote gratuite assegnate alle compagnie aeree, azzerandole entro il 2026.

Tassa alla frontiera sulla CO2

In stretta correlazione con la riforma del mercato Ets, è la proposta di istituire una tassa alla frontiera sulla CO2, che nei tecnicismi di Bruxelles è riassunta dal seguente acronimo: Cbam, Carbon border adjustment mechanism, un meccanismo di aggiustamento del carbonio ai confini Ue.

In sostanza, Bruxelles intende imporre un costo della CO2 su alcuni prodotti importati, iniziando da acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità.

Il nuovo meccanismo partirà nel 2026 dopo un periodo di transizione: gli importatori, spiega Bruxelles, dovranno acquistare un certo numero di certificati digitali, equivalente alla quantità di anidride carbonica incorporata nei beni importati. Ogni certificato corrisponderà a una tonnellata di CO2 e il suo prezzo sarà correlato al prezzo medio settimanale della CO2 sul mercato europeo Ets.

Se gli importatori dimostreranno, tramite dati verificati da terze parti, di aver già pagato altrove un prezzo della CO2 riferito alla produzione dei beni importati, potranno dedurre quel costo dai certificati Cbam.

Lo scopo del meccanismo è garantire una competizione equa tra aziende europee e aziende straniere per quanto riguarda le regole ambientali.

Obiettivo quindi è far pagare agli importatori lo stesso costo della CO2 che avrebbero pagato se avessero prodotto i loro beni in Europa.

La Commissione ha poi stabilito delle regole per conciliare le assegnazioni gratuite di quote di CO2 sul mercato Ets, previste per determinate imprese, con la tassa sulle importazioni, al fine di evitare un doppio vantaggio per le aziende Ue (quote gratuite in casa più tassa alla frontiera sui prodotti concorrenti).

In estrema sintesi, spiega Bruxelles, i certificati Cbam saranno applicati gradualmente e in misura proporzionale alla prevista riduzione delle assegnazioni gratuite di quote.

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