Il settore del biometano chiede meno burocrazia e più reti

Cib e Cic a Ecomondo richiamano anche l’esigenza di migliori raccolte differenziate della frazione organica e di una strategia post Pnrr per il comparto. Il Gse pubblica la graduatoria degli impianti produttivi che riforniscono i trasporti.

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La Piattaforma tecnologica nazionale del biometano, sostenuta dal Consorzio italiano biogas (Cib) e da quello dei compostatori (Cic), è intervenuta sul palco di Ecomondo 2024 per chiedere tre misure in vista degli obiettivi Pnrr e dei target 2030.

In particolare, si ritiene che il biometano possa trovare slancio produttivo dalla semplificazione e dallo snellimento amministrativo, da soluzioni “urgenti” che favoriscano l’accesso alla rete di distribuzione e da novità normative che incrementino il quantitativo di frazione organica raccolta.

Queste le richieste fatte alla fiera di Rimini ieri, 7 novembre, per facilitare sia la produzione da rifiuti organici sia quella da sottoprodotti agricoli e di allevamento.

Sul palco anche Paolo Arrigoni, presidente Gse, che ha ricordato come siano due gli strumenti di incentivazione in capo al Gestore che sostengono lo sviluppo del biometano: il DM 2 marzo 2018 e il DM 15 settembre 2022. Con il primo si è arrivati a 170 impianti qualificati che, a regime, “garantiranno una produttività annua di oltre un miliardo di standard metri cubi (Smc), tutti destinati al settore dei trasporti”.

A tal riguardo, sempre ieri, il Gse ha pubblicato la relativa “graduatoria stimata” degli impianti di produzione di biometano che hanno richiesto l’accesso agli incentivi per il settore trasporti: “Si evidenzia il raggiungimento di una producibilità annua pari a circa 0,91 miliardi di Smc, rispetto a un limite massimo incentivabile di 1,1 miliardi”.

Il secondo decreto di sostegno è invece previsto dal Pnrr e ha visto già quattro procedure competitive, con l’ammissione di 278 progetti, “per una producibilità totale di altri 1,1 miliardi di Smc/anno, destinati per il 15% ai trasporti e per l’85% agli usi industriali”, spiega Arrigoni. L’apertura del quinto bando è prevista il 18 novembre 2024 (leggi anche Pubblicati i risultati del quarto bando Pnrr per il biometano).

Il ruolo delle reti, le intenzioni del Mase e il post Pnrr

L’obiettivo complessivo del Pnrr è arrivare entro il 2026 ad abilitare la generazione di 2,3 miliardi di Smc di biometano con nuovi impianti o riconversioni, a cui si aggiunge l’indicazione del Pniec di 5 miliardi di mc entro il 2030.

Per questo motivo Cib e Cic auspicano “un ulteriore potenziamento delle infrastrutture di distribuzione per accogliere il biometano prodotto localmente, soprattutto nelle aree rurali, dove si concentra gran parte dell’attività”.

Da questo punto di vista, però, va ricordato un recente studio dell’Istituto di Ecologia applicata e dell’organizzazione Regulatory Assistance Project, entrambi tedeschi, che hanno messo in relazione i piani di sviluppo delle reti italiane, in questo caso del trasporto, con gli scenari di neutralità climatica.

Per gli autori “le proiezioni sull’uso futuro del biometano e dell’idrogeno sono molto ambiziose da realizzare” (per approfondire: I piani per le reti gas non riflettono il calo dei consumi che ci serve).

Per quanto riguarda la sola produzione da rifiuti, secondo dati Cic, l’Italia ha generato circa 220 milioni di metri cubi di biometano da frazione organica nel 2023. Da qui la richiesta di migliorare qualità e quantità delle raccolte differenziate nei comuni, con un potenziale di biometano producibile che potrebbe arrivare a 370 milioni di mc l’anno a fine 2025.

Lella Miccolis, presidente del consorzio, ritiene che gli incentivi abbiano “un ruolo cruciale per ammodernare gli impianti, crearne ex novo e sostenere gli investimenti ingenti per la produzione, ma chiediamo un allineamento tra meccanismi di incentivazione e inflazione”.

Da questo punto di vista, si registra un intervento di Federico Boschi del Mase nel corso dell’Italian Hydrogen Summit del 16 ottobre. Per l’occasione il capo del dipartimento Energia ha spiegato come il ministero abbia da poco avviato un lavoro su una sorta di energy release per il biometano. Prospettiva su cui si è espressa con favore già il giorno successivo Assocarta, nel corso di un evento al Gse (leggi anche Assocarta promuove il biometano insieme al Cib).

Tornando alla discussione che si è sviluppata a Ecomondo 2024, secondo i dati Cib, nel 2023 la produzione di biometano dal comparto agricolo è stata di circa 600 milioni di mc. Verso il potenziale di 6 miliardi di mc l’anno attesi al 2030, però, occorre “costruire una prospettiva solida, predisponendo al più presto le regole che consentiranno una traiettoria di sviluppo post Pnrr”, spiega il direttore del consorzio, Christian Curlisi.

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