In Sardegna batterie in ritardo. Così faranno funzionare ancora il carbone

Secondo Terna e Mase è necessario mantenere in servizio le due centrali isolane almeno fino a giugno 2026, anziché chiuderle, come previsto, a fine 2025. Mancano all'appello centinaia di MW di accumuli contrattualizzati con il capacity market 2024.

ADV
image_pdfimage_print

Le centrali a carbone resteranno in stand-by, pronte a essere avviate come “valvola di riserva” in caso di necessità come per prezzi elevati del gas e  problemi di approvvigionamento.

Lo aveva già annunciato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ad aprile.

Ora la Sardegna vuole proprio imboccare questa strada: il Mase, con un provvedimento datato 27 maggio e firmato dal direttore generale Alessandro Noce, ritiene necessario mantenere in servizio le due centrali a carbone di Fiume Santo e del Sulcis fino a giugno 2026.

Le unità di produzione avrebbero dovuto fermarsi in via definitiva al 31 dicembre 2025 con la scadenza dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia).

Il ministero fa riferimento alla nota inviata da Terna il 22 maggio, in cui evidenzia che le centrali “sono tuttora necessarie per l’esercizio in sicurezza del sistema elettrico in Sardegna”, fino all’effettiva entrata in funzione della nuova capacità di accumulo (batterie) e del Tyrrhenian Link, l’elettrodotto da 1.000 MW che unirà Sardegna, Sicilia e Campania.

Ricordiamo che all’inizio di maggio Terna ha completato la posa del primo cavo sottomarino del ramo est tra Campania e Sicilia, che dovrebbe diventare operativo nel 2026.

Il punto, osserva Terna, è che finora sono effettivamente entrati in esercizio solo 110 MW di accumuli contrattualizzati nell’asta 2024 per il mercato della capacità, su un totale di 506 MW. Si prevede che la restante capacità di accumulo elettrochimico sarà disponibile entro ottobre 2025.

Terna poi conferma la necessità di mantenere in attività:

  • almeno una unità di produzione del Sulcis fino a dicembre 2027, quando sarà operativo il primo cavo del ramo ovest del Tyrrhenian Link (Sicilia-Sardegna);
  • almeno una unità di produzione di Fiume Santo fino a dicembre 2028, quando sarà completato il collegamento Tyrrhenian Link.

La centrale di Fiume Santo, gestita da EP Produzione, ha una potenza installata complessiva di 600 MW in due unità, mentre quella del Sulcis (Enel) arriva a 590 MW totali, sempre con due unità.

Il gestore della rete di trasmissione elettrica nazionale segnala poi “l’assoluta necessità che predetti impianti risultino effettivamente disponibili in tutte le ore dell’anno, per garantire la possibilità del relativo avviamento in caso di necessità”.

I titolari delle centrali “dovranno pertanto garantire” la loro “massima affidabilità”, che potrebbe richiedere – per via della loro “vetustà” e conseguente tasso di indisponibilità superiore alla media – “l’esigenza di mantenimento in servizio di una eventuale ridondanza”.

ADV
×
0
    0
    Carrello
    Il tuo carrello è vuotoRitorna agli abbonamenti
    Privacy Policy Cookie Policy