Rinnovabili, efficienza, riforma fiscale: cosa deve fare l’Italia secondo Bruxelles

Tra le raccomandazioni della Commissione Ue: velocizzare le autorizzazioni agli impianti, ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, eliminare i sussidi dannosi per l'ambiente e le misure generalizzate di sostegno energetico.

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Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, accelerare le autorizzazioni per nuovi impianti a fonti rinnovabili e realizzare nuove interconnessioni elettriche per assorbire la produzione aggiuntiva dei parchi eolici e solari.

Migliorare l’efficienza energetica degli edifici, anche tramite sistemi di incentivi più mirati, rivolti soprattutto alle famiglie più povere e agli immobili con le prestazioni energetiche peggiori.

Inoltre: promuovere la mobilità sostenibile, eliminando i sussidi dannosi per l’ambiente (tra cui le esenzioni dalle accise sui carburanti per determinati utilizzi) e velocizzando l’installazione di punti di ricarica per veicoli elettrici.

Sono le principali raccomandazioni in tema di energia, fatte all’Italia dalla Commissione europea nel suo “Pacchetto di Primavera”, presentato dal vicepresidente Valdis Dombrovskis e dal commissario all’Economia, Paolo Gentiloni.

Si raccomanda anche di ridurre entro la fine del 2023 le misure di sostegno energetico in vigore, utilizzando le relative risorse per diminuire il deficit pubblico.

Se nuovi rincari energetici richiederanno degli aiuti pubblici, questi dovranno essere mirati a proteggere famiglie e imprese vulnerabili, fiscalmente sostenibili e preservare gli incentivi al risparmio energetico.

Per quanto riguarda la riforma fiscale, la Commissione suggerisce di aumentare le entrate da fonti meno dannose per la crescita economica, come la proprietà, l’Iva e le autorizzazioni all’uso dei beni costieri demaniali, in modo da ridurre il carico fiscale sul lavoro.

Inoltre, si raccomanda di migliorare il sistema delle tasse ambientali, perché nonostante entrate relativamente alte, non promuovono a sufficienza la transizione verso tecnologie più pulite, anche a causa dell’ampio uso di sovvenzioni dannose per l’ambiente.

C’è un richiamo anche alla necessità di rivedere i valori catastali, in gran parte obsoleti, che servono come base per calcolare l’imposta sugli immobili.

Tornando alle energie green, Bruxelles osserva che “la capacità rinnovabile è cresciuta molto lentamente nell’ultimo anno e la quota di combustibili fossili nel mix energetico rimane significativa”.

In particolare, secondo la Commissione Ue, “sono necessari ulteriori sforzi per garantire la coerenza tra il quadro amministrativo e legislativo a livello sia nazionale che regionale”, ad esempio consolidando tutte le norme del settore in un Testo unico e aggiornando le linee guida per la valutazione dei progetti.

L’Italia, si legge poi nel documento, sta valutando nuovi investimenti con partner del Nord Africa (il piano Mattei promosso dalla premier Giorgia Meloni) per aumentare le importazioni di gas naturale.

Tuttavia, si legge nelle raccomandazioni, “occorrono ulteriori investimenti per eliminare le strozzature della rete nazionale esistente, che non ha la capacità di trasporto per distribuire i nuovi apporti di gas dal sud al nord del Paese”.

La Commissione però aggiunge un’importante osservazione: “gli investimenti nelle infrastrutture per i combustibili fossili devono essere limitati allo stretto necessario”, progettati e realizzati per essere “a prova di futuro” (future-proof).

Ciò significa che l’Italia non deve vincolarsi a tecnologie incompatibili con gli obiettivi climatici o che aumentano il costo della transizione energetica.

Altro problema è la mancanza di manodopera qualificata nei settori dell’economia verde.

“La carenza di manodopera e di competenze in settori e occupazioni fondamentali per la transizione verde, tra cui la produzione, l’implementazione e la manutenzione di tecnologie net-zero, stanno creando colli di bottiglia”, afferma la Commissione.

Pertanto, si raccomanda all’Italia di sviluppare e promuovere “sistemi di istruzione e formazione di alta qualità che rispondano alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro”.

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