L’Italia fa un passo avanti per la produzione di nuovi semiconduttori o “chip”, cioè dispositivi elettronici che assolvono a funzioni di memoria, calcolo ed elaborazione, utilizzati in tutte le filiere tecnologiche moderne, come quelle dell’auto elettrica e delle rinnovabili.
La Commissione europea ha infatti approvato un aiuto di Stato italiano da 1,3 miliardi di euro in favore di Silicon Box, realtà di Singapore che intende realizzare a Novara una fabbrica per l’assemblaggio e il collaudo dei “chiplet”: moduli multi-chip che migliorano le prestazioni di efficienza energetica.
Il valore complessivo del progetto è di 3,2 miliardi di euro e Bruxelles ha riconosciuto come questa iniziativa possa “rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza e l’autonomia tecnologica dell’Europa nel settore”.
Nel sito piemontese si prevede di aggregare i chiplet in pannelli, dove possono essere inserite tra le sei e le otto unità in più rispetto al tradizionale assemblaggio in “wafer”.
La costruzione della fabbrica dovrebbe iniziare nella seconda metà del 2025, con la produzione pianificata per il primo trimestre 2028. Si prevede che l’impianto funzionerà a piena capacità nel 2033, generando circa 10.000 pannelli a settimana.
Come spiega la Commissione, “l’impianto è il primo nel suo genere in Europa, in quanto non esistono attualmente stabilimenti di confezionamento avanzati paragonabili per le specifiche caratteristiche tecnologiche”.
Per quanto riguarda l’impatto occupazionale sul territorio, si stima di poter coinvolgere 1.000 lavoratori nella realizzazione della fabbrica e 1.600 assunti al suo interno.
Silicon Box, si legge in una nota della società, “si è impegnata a rafforzare la filiera dei semiconduttori in Italia e nell’intera Ue, introducendo tecnologie di confezionamento all’avanguardia, gestendo le carenze di fornitura tramite ordini prioritari e sviluppando programmi di formazione della forza lavoro”.
Inoltre, la società di Singapore “è già in trattative con il governo locale per sviluppare partnership con istituti scolastici e programmi per le assunzioni, al fine di coltivare un solido talento nativo, che includerà tecnici e addetti alla manutenzione con competenze in automazione, robotica, meccatronica, informatica e laureati in ingegneria elettronica, meccanica, gestionale, chimica e fisica”.
Il Mimit, infine, sottolinea che lo stabilimento sarà costruito e gestito “secondo i principi net zero europei, riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente”, e sarà dotato di tecnologie 4.0.
Semiconduttori, progetti italiani e bando per un centro di competenza
Per il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, il via libera Ue a Silicon Box è “un’ulteriore e importante conferma della solidità del nostro piano strategico sulla microelettronica, che ha innescato un effetto volano negli investimenti, portando il settore in Italia a superare i 9 miliardi di euro nel solo 2024, posizionandoci al secondo posto in Europa dopo la Germania”.
In Italia va ricordato che l’iniziativa di Novara non è l’unica recente sui semiconduttori.
A fine maggio, ad esempio, l’Ue aveva dato il via libera anche a un sostegno italiano da 2 miliardi di euro alla società italo-francese STMicroelectronics, concesso per realizzare a Catania un polo integrato di produzione dei chip (questa società produce già chip in uno stabilimento ad Agrate Brianza). Un progetto del valore complessivo pari a 5 miliardi di euro.
A inizio anno, inoltre, è stata inaugurata anche la Fondazione Chips.IT di Pavia, dedicata al design dei circuiti integrati a semiconduttore.
A fare da interfaccia per tutti gli stakeholder nazionali sarà il futuro Centro di competenza italiano sui semiconduttori. Il Mimit, in particolare, ha aperto un bando per la preselezione delle candidature, come previsto dal Regolamento Ue 1781/2023 “Chips Act”.
La preselezione italiana, che si chiuderà il 16 gennaio, rappresenta un passaggio preliminare e indispensabile per accedere alla successiva selezione finale europea, che individuerà i centri di competenza a livello comunitario. La call Ue sarà aperta dal 4 febbraio 2025 al 4 marzo successivo.
Non sono previsti nuovi oneri a carico della finanza pubblica, ma i soggetti interessati dovranno essere privati e senza scopo di lucro, costituiti da almeno un anno.
La preselezione si basa su quattro criteri principali: aderenza al Chips Act, struttura e qualità del partenariato, qualità della proposta progettuale, fattibilità e organizzazione. A parità di merito saranno favorite le proposte con meno partecipanti.