Portogallo, piccola palestra per un grande obiettivo: zero emissioni nel 2050

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Dati e analisi nel rapporto della Iea dedicato al percorso di decarbonizzazione del Portogallo, con il primo step al 2030.

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Il Portogallo è stato uno dei primi paesi al mondo a fissare il traguardo della neutralità carbonica per il 2050.

Lo ricorda l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) nel presentare il suo rapporto interamente dedicato alla transizione energetica di questo Stato membro Ue.

Il documento, Portugal 2021 Energy Policy Review (link in basso), esamina le diverse politiche, le misure e le strategie con cui il Portogallo punta ad azzerare le emissioni di CO2 entro metà secolo.

Più in generale, ricordiamo che la Iea di recente ha pubblicato il suo primo scenario Net-zero 2050 che prevede la realizzazione di un mix energetico “carbon free” su scala globale.

Interessante quindi vedere come singoli paesi possano seguire percorsi di decarbonizzazione in grado di eliminare i combustibili fossili nel giro di 30 anni.

I capisaldi della ricetta portoghese verso la neutralità carbonica sono i seguenti:

  • crescente utilizzo di energia elettrica nei vari settori, compresi trasporti e climatizzazione degli edifici
  • espansione della generazione elettrica da fonti rinnovabili
  • riduzione della dipendenza energetica estera
  • impiego futuro di idrogeno verde nei settori “hard-to-decarbonise”.

In particolare, osserva la Iea, il Portogallo punta a sviluppare diversi GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili nei prossimi anni grazie ai progetti assegnati tramite aste, triplicando l’attuale potenza installata nel fotovoltaico.

Entro fine 2021 dovrebbe poi completarsi l’uscita definitiva del paese dal carbone per la produzione di elettricità.

Inoltre, sono previsti investimenti per oltre 10 miliardi di euro per ferrovie e trasporti pubblici a trazione elettrica, infrastrutture di ricarica per veicoli alla spina e incentivi fiscali destinati alle auto elettriche.

In tema di idrogeno, la strategia nazionale punta a coprire con H2 verde il 2% circa della domanda energetica portoghese al 2030, con impieghi nei trasporti (navi e camion), nei processi industriali e anche con immissione di H2 nella rete gas nazionale. Ciò comporterà la costruzione di 2-2,5 GW di elettrolizzatori.

Vediamo allora qualche dato. La tabella seguente, tratta dal rapporto, mostra come dovrebbe evolversi la capacità installata nelle rinnovabili da qui al 2030.

Si passerà da quasi 15 GW nel 2020 a oltre 27 GW con una crescita notevole per il fotovoltaico, la cui potenza installata aumenterà di quasi cinque volte, da 2 GW a 9 GW considerando sia gli impianti a terra utility-scale sia quelli su tetto.

Mentre l’eolico dovrà salire da 5,4 GW a 9,3 GW in dieci anni, con un modesto contributo dei parchi offshore galleggianti (300 MW).

La prossima tabella, infine, riassume gli obiettivi intermedi del Portogallo su energia e clima al 2030 e lo status quo al 2019-2020.

Le fonti rinnovabili dovranno portarsi al 47% dei consumi finali lordi di energia (80% nel settore elettrico). Per le emissioni di CO2eq è prevista per fine decennio una riduzione del 45-55% in confronto ai livelli del 2005.

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