Entro il 30 giugno scorso la Commissione europea attendeva gli aggiornamenti al Pniec dei Pasi membri ma ad oggi sono stati trasmessi i documenti di soli undici Stati.
Se l’Italia si è mossa nei tempi, gli ultimi arrivati sono Spagna e Germania. A Madrid, in particolare, il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il Regio Decreto di aggiornamento del Piano 2023-2030. Tra i molti target c’è la volontà di arrivare entro sei anni a un installato eolico di 62 GW, di cui 3 GW offshore, che sale a 76 GW per il fotovoltaico, di cui 19 GW di autoconsumo. A ciò si aggiungono 1,4 GW a biomassa e 22,5 GW di stoccaggio.
Il target sull’elettrificazione dei consumi finale sale invece dal 32% al 35% rispetto alla prima versione del Pniec spagnolo.
A tutto ciò dovrebbe corrispondere un calo della dipendenza energetica dal 73% nel 2019 al 50% nel 2030 e un risparmio nelle importazioni pari a 86 miliardi di euro.
In termini di mercato, i 110 impegni del piano dovrebbero mobilitare un totale di investimenti pari a 308 miliardi di euro, l’82% dai privati e il 18% dal pubblico. Il 37% di questi investimenti sarà destinato alle energie rinnovabili, il 28% al risparmio e all’efficienza, il 17% alle reti energetiche e il 17% all’elettrificazione dell’economia. Si stima che in questo modo, nel 2030, il Pil crescerà del 3,2% rispetto allo scenario tendenziale e che verranno creati 560.000 posti di lavoro.
In Spagna la spesa energetica media delle famiglie era pari al 7,8% del loro bilancio nel 2019 ma, grazie al Pniec, diminuirà fino al 5,7% alla fine del decennio, stima il governo di Madrid.
Le reazioni al Pniec spagnolo delle associazioni
“Gli obiettivi non saranno raggiunti senza profondi cambiamenti nel nostro modello energetico. L’impegno nello stoccaggio e nell’elettrificazione sarà fondamentale per aumentare la percentuale di rinnovabili, mentre trasporti e usi termici continuano a rappresentare il vero nodo gordiano di una transizione energetica che ha mostrato segni di rallentamento nell’ultimo anno”.
Questo il commento di Appa Renovables, associazione nazionale della filiera Fer, che celebra comunque l’ambizione del piano, giudicata invece insufficiente da Greenpeace Spagna: “L’obiettivo di riduzione delle emissioni serra è fissato al 32%, migliore rispetto al precedente obiettivo del 23%, ma lontano dal 55% necessario per rispettare l’Accordo di Parigi”.
Inoltre, “il nuovo Pniec non prevede misure aggiuntive per accelerare l’abbandono dell’uso di fossili, come un programma ordinato per la chiusura degli impianti termici a gas o un piano per abbandonare i sussidi”.
Un plauso, infine, arriva dall’Associazione eolica spagnola Aee, che ora chiede “un disegno evoluto delle aste rinnovabili che tenga conto di criteri e standard di valore aggiunto, oltre il solo prezzo, con quote per tecnologia e focalizzato sulla massimizzazione della decarbonizzazione del mix”.
Il Pniec della Germania
Sul finire di agosto è arrivato anche il via libera definitivo della Germania con la decisione di non modificare la prima versione di Pniec.
L’elemento più critico del documento tedesco è la decisione di non anticipare l’uscita dal carbone, prevista entro il 2038.
Sul fronte delle rinnovabili l’obiettivo è arrivare al 2030 con 215 GW di fotovoltaico (400 GW nel 2040), 115 GW di eolico (160 GW dieci anni dopo), 30 GW per l’eolico offshore (70 GW al 2045), 8,4 GW di biomasse; manca una soglia esplicita per le altre fonti rinnovabili.
Entro il 2030, dunque, l’80% del consumo lordo di elettricità dovrebbe essere coperto Fer. Inoltre, Berlino vuole far scendere i consumi finali di almeno il 26,5% tra 2008 e 2030.
Secondo l’organizzazione ambientalista Clean air task force, però, con questo Pniec “la Germania sta sottovalutando la portata e la complessità della sfida infrastrutturale. Accogliamo con favore l’aumentata ambizione in materia di energia rinnovabile ma il piano non dispone ancora del supporto politico e tecnologico necessario per espandere le soluzioni climatiche della Germania e garantire sicurezza energetica, affidabilità e un sistema energetico completamente decarbonizzato”.
Intanto, nelle ultime settimane, il Governo federale ha avviato una consultazione pubblica su una proposta di legge per la sicurezza delle centrali elettriche. Con la sua approvazione si dovrebbe arrivare a una serie di aste per mettere a gara 12,5 GW di centrali gas/idrogeno e 500 MW di accumulo.
Non solo, Berlino ha anche deciso di semplificare il permitting su impianti geotermici, pompe di calore e sistemi di accumulo termico, prevedendo una massimizzazione del loro utilizzo.