Nell’ambito degli Stati Generali della Green Economy – tenutisi a Rimini gli scorsi 6 e 7 novembre a Ecomondo-Key Energy – le associazioni aderenti hanno presentato le loro idee sul Piano Nazionale Clima ed Energia attualmente in discussione nel Governo per la successiva trasmissione alla Commissione Europea.
Qui di seguito le proposte del Kyoto Club esposte da Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club (oltre che di QualEnergia.it): .
1) La questione climatica deve diventare centrale nelle politiche del Governo (finora è stata del tutto marginale) con un coordinamento delle stesse presso la Presidenza del Consiglio
2) Gli scenari 2050 devono indicare la riduzione necessaria dei consumi di fossili (gas) mettendo quindi in evidenza gli investimenti infrastrutturali che NON vanno fatti (stranded asset)
3) I target delle rinnovabili 2030 implicano la necessità di un salto di qualità nella potenza da installare, a partire già dal 2020; Per questo motivo: – vanno avviate da subito le Comunità energetiche come fatto in Spagna; – va definito un Patto Stato- Regioni sui processi autorizzativi dei grandi impianti per stabilire un percorso virtuoso che consenta di garantire il massimo consenso possibile. Oltre alla priorità da dare a cave e siti industriali dismessi, discariche di rifiuti a fine vita, bacini d’acqua…si potrebbero privilegiare gli impianti in grado di garantire anche una produzione agricola (sullo stesso terreno o su terreni contigui opportunamente irrigati) o che siano dotati di sistemi di stoccaggio.
4) Il target dell’efficienza e quello dei gas climalteranti fanno capire l’urgenza di passare alla deep renovation degli edifici su larga scala, operazione fattibile senza pesare troppo sugli incentivi grazie ad un rinnovamento dell’industria dell’edilizia (digitalizzazione e industrializzazione possono dimezzare i costi)
5) Va utilizzata l’accelerazione su tutti i fronti – efficienza, rinnovabili, mobilità – per avviare una politica industriale in grado di catturare le opportunità che si spalancheranno con l’apertura di grandi mercati a livello nazionale e internazionale
6) Vanno destinate risorse adeguate agli interventi di adattamento climatico in modo da ridurre i danni a fronte della accelerazione degli impatti del cambiamento climatico
7) Il Governo deve orientare la mission dell’Eni a favore di una diversificazione degli investimenti in modo da ridurre i rischi legati alla “Carbon bubble”.