Nella ripresa post Covid fondamentali le utility: producono ricadute annue per circa 22 mld euro

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L'analisi di Althesys in un webinar in vista di Key Energy. Gli effetti indotti degli investimenti di un solo anno delle maggiori società di servizi pubblici locali valgono quasi quanto l’intero decreto Cura-Italia e il 40% del decreto Rilancio.

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Nella difficile fase economica che stiamo attraversando, le utility possono dare un contributo significativo per il rilancio del sistema economico italiano.

Dagli investimenti annuali delle società di servizi pubblici, infatti, si producono ricadute per circa 22 miliardi di euro, equivalenti all’1,2% del Pil nazionale nel 2019 e al 7% circa degli investimenti fissi lordi, che potrebbero occupare fino a 130.000 addetti. Una spinta all’economia vicina al valore dell’intero decreto Cura Italia e pari al 40% del decreto Rilancio.

Questo, in estrema sintesi, il risultato di un’analisi di  Top Utility, think tank di Althesys, esposta dal Ceo Alessandro Marangoni nel corso del webinar “Mission e ruolo delle utilities come acceleratori del cambiamento”, andato in onda ieri, 19 maggio, e organizzato da Italian Exhibition Group nell’ambito di Ecomondo/Key Energy 4 Future.

Al centro del dibattito – riassume una nota stampa della società di consulenza – il ruolo dei servizi pubblici nell’emergenza e i driver di cambiamento e le sfide che le utility dovranno affrontare nei prossimi anni. Di grande rilievo il panel dei partecipanti: Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato A2A, Fabrizio Iaccarino, Direttore Affari Istituzionali Centrali Enel, Stefano Venier, Amministratore Delegato Hera, Massimiliano Bianco, Amministratore Delegato Iren, Giordano Colarullo, Direttore Generale Utilitalia.

“Quello delle utility – ha commentato Marangoni – è uno dei settori che ha investito di più negli ultimi anni, arrivando nel 2018 al 5% del fatturato. In questo quadro, la trasformazione in atto da tempo in questi comparti sta accelerando, indotta sia dall’innovazione tecnologica, digitalizzazione in primis, sia da pressioni competitive e sociali. La sostenibilità e la convergenza tra settori stanno mutando i modelli di business e le strategie dei vari player, dalle grandi multiutility alle più piccole aziende locali”.

L’analisi di Top Utility ha inoltre evidenziato che le 100 maggiori utility italiane hanno investito nell’ultimo anno 6,6 miliardi di euro, con una crescita di quasi il 19% sull’anno precedente. Questi investimenti sono un motore di sviluppo per il Paese date le loro peculiarità, tipicamente infrastrutturali, la presenza diffusa sul territorio e il carattere trasversale della domanda indotta rispetto ai vari settori produttivi.

Con un giro d’affari di oltre 114 miliardi di euro e più di 151.000 addetti, le 100 maggiori utility italiane sono da tempo un volano per la nostra economia. Il loro peso diventa ancora più rilevante in questa fase di grave recessione indotta dall’emergenza sanitaria. Un settore che – spiega Althesys – se da un lato è colpito meno di altri dalla crisi, dall’altro è chiamato a contribuire maggiormente al benessere collettivo.

È, infatti, strategico per i cittadini per assicurare servizi essenziali, come energia, acqua e gestione dei rifiuti, in questa difficile emergenza sanitaria. Nei rifiuti, ad esempio, è messo particolarmente sotto pressione per fronteggiare l’emergenza. Un miliardo di euro è l’impatto del virus sul settore del waste management stimato da Waste Strategy di Althesys a causa delle ripercussioni sulle raccolte e sulle filiere del riciclo.

Il ciclo di web talk dedicato ai temi della green economy con i protagonisti del mondo delle imprese, della politica e della scienza accompagnerà gli operatori alla 24.a edizione di Ecomondo e Key Energy, in programma dal 3 al 6 novembre alla Fiera di Rimini.

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