L’India verso lo stop a nuove centrali a carbone

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La misura è stata inserita nella bozza finale del nuovo piano elettrico nazionale. Se confermata, sarà il primo passo per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e incrementare la quota di rinnovabili.

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L’India potrebbe dire basta alle nuove centrali a carbone, fatta eccezione per quelle già pianificate e in corso di sviluppo e costruzione, per complessivi 28 GW di potenza.

Lo riferisce l’agenzia Reuters, citando fonti governative rimaste anonime, secondo le quali lo stop al nuovo carbone è previsto nella bozza finale del piano elettrico nazionale (National Electricity Policy, NEP).

Se questo piano sarà approvato dal gabinetto federale, presieduto dal primo ministro Narendra Modi, la Cina rimarrà l’unica grande economia mondiale a prevedere la costruzione di una rilevante quantità di impianti alimentati con la fonte fossile più dannosa per il clima.

India e Cina concentrano l’80% circa di tutti i progetti attivi che riguardano il carbone, ricorda la Reuters.

Il carbone con ogni probabilità rimarrà la fonte energetica dominante in India per parecchi anni, perché il colosso asiatico non ha mai indicato una data per il coal phase-out, quindi siamo ancora lontani da una politica volta a ridurre gradualmente, fino a eliminarla, l’intera capacità installata nel carbone.

Ma la decisione di non accettare nuovi progetti, se confermata, è un passo avanti per aumentare sempre di più la quota di energie rinnovabili nel mix elettrico, riducendo la dipendenza dalle fonti fossili.

In India le nuove installazioni di centrali a carbone stanno già declinando: meno di 1 GW nel 2022 (-78% sul 2021), contro quasi 16 GW di eolico e fotovoltaico, secondo i dati del think tank Ember.

E Nuova Delhi punta a realizzare 250 GW di rinnovabili nei prossimi cinque anni, con bandi annuali per 50 GW di capacità.

Intanto, al 31 marzo 2023, risultano installati circa 212 GW di carbone e lignite, poco più della metà della potenza totale nel settore elettrico in India. Nel 2022, il carbone ha generato quasi il 73% dell’energia elettrica nel Paese asiatico.

Nella bozza citata da Reuters però si parla anche di prolungare l’attività delle vecchie centrali a carbone, a causa dell’alta domanda di energia, finché saranno disponibili sistemi di accumulo per le rinnovabili su vasta scala e a basso costo.

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