Idroelettrico, in Umbria 30% della capacità produttiva agli energivori

Gli orientamenti della Regione nell'ambito di un accordo siglato al Mimit per il rilancio di Acciai Speciali Terni. La cessione avverrà al prezzo di produzione maggiorato di una fee commerciale.

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Il piano per rilanciare il sito industriale di Acciai Speciali Terni (“Ast”) passerà anche per l’abbattimento dei costi energetici grazie all’utilizzo di energia idroelettrica a prezzo scontato.

Ieri mattina (11 giugno) è stato siglato presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy un accordo di programma “per l’attuazione del progetto integrato di messa in sicurezza e di riconversione industriale” del sito aziendale.

I contenuti dell’intesa

“L’accordo introduce un sistema innovativo per la gestione delle grandi derivazioni idroelettriche in Umbria”, spiega in una nota l’assessore regionale all’Ambiente e all’Energia Thomas De Luca.

“Questa gestione – aggiunge – prevede una collaborazione tra pubblico e privato, con una quota del 30% dell’energia destinata agli energivori umbri a prezzi competitivi e con energia al 100% green, favorendo la decarbonizzazione dei processi produttivi”.

L’elettricità sarà ceduta al costo di produzione maggiorato di una fee commerciale in linea con quella applicata dal mercato. Questo “al fine di rendere ambientalmente ed economicamente sostenibili i costi energetici, tenuto conto che ciò costituisce un requisito per la produzione competitiva di acciaio inossidabile e magnetico”, spiega la Regione.

Come detto l’Umbria si è dichiarata disponibile a “valutare forme di gestione mista pubblico-privata per le concessioni energetiche”. Secondo i piani dovrebbe nascere quindi una società mista. Dopo la costituzione, ci sarà una gara per la concessione delle quote, aperta a tutti gli energivori.

Le parti valuteranno anche la possibilità di attivare sistemi di produzione e consumo semplificati (Sspc), un meccanismo che consente una gestione più efficiente e localizzata dell’energia. Come ulteriore segnale di collaborazione, Ast si è dichiarata disponibile a co-investire per aumentare la capacità dei bacini idroelettrici regionali.

L’accordo di programma sul gruppo ternano prevede anche altri interventi, per un investimento complessivo di 1.132 milioni di euro, suddiviso in due fasi:

  • Prima fase (2022-2028): investimenti per 557 milioni di euro, destinati a interventi di efficienza energetica, sicurezza ambientale e riqualificazione degli impianti;
  • Seconda fase (tempi non ancora resi noti): investimenti per 573 milioni di euro, con focus sulla produzione di acciaio elettrico e magnetico a bassa impronta di carbonio.

È stato inoltre stabilito un principio vincolante: ogni futura espansione delle attività sarà condizionata al raggiungimento degli obiettivi di recupero ambientale già concordati.

Infine, il piano prevede una drastica riduzione degli inquinanti specifici del processo siderurgico, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria e delle acque circostanti.

La partita delle concessioni

Il ministro Urso, titolare del Mimit, ha ricordato a inizio maggio che una norma per le agevolazioni dedicate agli energivori nell’ambito del rinnovo delle concessioni idroelettriche previste al 2029 è “allo studio”. Sul tavolo la richiesta degli energivori di attingere a specifiche quote di generazione idroelettrica tramite contratti per differenza.

Sempre lo scorso mese, in un question time alla Camera, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aveva spiegato che il Governo intende soddisfare le richieste degli energivori di calmierare le bollette anche attraverso l’idroelettrico.

“Nel dialogo con la Commissione europea sull’idroelettrico – le parole della premier – intendiamo promuovere l’uso degli stessi strumenti per forniture di energia a prezzo concordato a determinate categorie, ma chiaramente la materia, come sappiamo, è più complessa e stiamo continuando a lavorare per arrivare a una diminuzione strutturale del prezzo dell’energia”.

Parte di questa vicenda, come accennato, dipende da cosa dirà l’Europa sulla richiesta italiana di rimuovere l’obbligo di espletare le gare idroelettriche dagli accordi sul Pnrr.

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